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MONDO

Libia, elezioni difficili per il premier: è Ahmed Maitig, sostenuto dagli islamisti

E' il quinto presidente del consiglio ad interim dopo la caduta del regime di Gheddafi. Volto poco noto, Ahmed Maitig è sostenuto dagli islamisti. Un candidato liberale ha definito l'elezione “una violazione della dichiarazione costituzionale"

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Libia
La Libia sembra aver trovato la quadra sul nome del nuovo premier, il quinto del dopo Gheddafi, l'uomo che dovrebbe guidare il Paese fuori dai tre anni di transizione. Il Congresso Generale Nazionale della Libia, l’equivalente del Parlamento, ha ratificato questa mattina la nomina di Ahmed Maitig e gli ha affidato il compito di formare un governo temporaneo entro 15 giorni. Così riporta la France Presse.
 
Una decisione arrivata dopo una giornata come quella di ieri, piena di scontri e colpi di scena. Peggio: giorni fa le operazioni di voto sono state bloccate dall'irruzione nel Congresso di in un gruppo di miliziani armati
 
Dopo una serie di votazioni, Ahmed Maitig pensava di essersi assicurato la necessaria maggioranza di 121 voti del Congresso, uno solo più del quorum. E invece no, scopre più tardi tramite una lettera dove il vicepresidente del Congresso dichiara illegale le elezioni: il voto, scrive, si è svolto in un’aula travolta dalla confusione, c’è stato un problema nel conteggio. I voti sono 113 e non 120, Ahmed Maitig non può essere premier. Nella lettera chiede all’ultimo presidente del consiglio Abdallah al-Thani – che aveva lasciato dopo un attentato alla famiglia - di gestire gli affari correnti fino all’arrivo di un nuovo nome.
 
La televisione pubblica – che stava trasmettendo in diretta – ha dovuto interrompere il collegamento a causa delle violente discussioni in aula. Ha ripreso al momento dell’annuncio: Ahmed Maitig è il nuovo premier. In serata, la smentita: si azzera tutto, l’elezione non è valida. Oggi, nuovo colpo di scena: l’elezione torna valida.
 
Ahmed Maitig è sostenuto dalle fazioni islamiche. “Una violazione della dichiarazione costituzionale", l’ha definita il deputato liberale Sherif al-Wafi, che ha annunciato che prenderà “tutte le misure legali” per evitare che Maitig guidi il nuovo governo di transizione.
 
Quasi sconosciuto, l’uomo d’affari di 42 anni Ahmed Maitig nel suo programma aveva indicato le sue priorità: ricostituzione delle forze preposte alla sicurezza in un Paese dilaniato da violenze politiche e tribali, da milizie armate, terroristi islamici e forze centrifughe, con attacchi quasi quotidiani contro le forze di sicurezza e diplomatici, dove solo venerdì sono morte 9 persone tra soldati e miliziani jihadisti.