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ITALIA

Disposta per azienda anche una sanzione da 150mila euro

Libia. Sequestro tecnici italiani, condannati manager Bonatti

Due dei rapiti, Salvatore Failla e Fausto Piano, il 2 marzo del 2016, furono uccisi nel corso di un conflitto a fuoco. Per il sequestro dei quattro operai, lo scorso marzo in Libia sono stati arrestati tre cittadini libici, tutti appartenenti all'Isis, i quali hanno ammesso le loro responsabilità

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Condannati a Roma in rito abbreviato i vertici della Bonatti, la società per la quale lavoravano i 4 tecnici
italiani rapiti in Libia nel  luglio 2015 a cui seguì la morte di due di loro, Salvatore Failla e Fausto Piano, il 2 marzo dell'anno successivo, nel corso di un conflitto a fuoco

In particolare, il gup Maria Paola Tomaselli ha condannato a 1 anno e 10 mesi con sospensione della pena il presidente della Bonatti, Paolo Ghirelli, i due membri del cda dell'azienda Dino Martinazzoli e Paolo Cardano e l'ex responsabile responsabile Bonatti per la Libia, Dennis Morson. E' stato invece rinviato a giudizio Giovanni Di Vincenzo, altro membro del cda. Tutti erano accusati di "cooperazione colposa nel delitto doloso". Disposta per la società una sanzione di 150mila euro. 

Per il sequestro dei quattro operai della Bonatti, lo scorso marzo in Libia sono stati arrestati tre cittadini libici, tutti appartenenti all'Isis, i quali hanno ammesso le loro responsabilità. I tre, che si trovavano già in carcere per altri reati, sono accusati di sequestro di persona con finalità di terrorismo aggravato dalla morte di due ostaggi. Si tratta di Youssef Aldauody, l'autista che guidava il mezzo sui cui erano a bordo i due italiani al momento del rapimento, e di Ahmed Dhawadi e Ahmad Elsharo. Nella confessione i tre hanno raccontato che il piano di rapimento era stato organizzato per chiedere un riscatto e ottenere soldi per finanziare l'organizzazione terroristica.