ITALIA
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Lista Falciani: nella seconda tranche Briatore che intesta il conto alla cuoca e Renato Balestra
La Lista Falciani continua a raccontare l'Italia che porta i soldi in Svizzera (reato solo se non dichiarati). I nomi noti di questo secondo elenco - pubblicati dall'Espresso - vanno dallo stilista Renato Balestra a Carla Sozzani, passando per gli eredi del regista Sergio Leone.

Anche la seconda tranche della Lista Falciani è un viaggio nell’Italia che ha portato capitali in Svizzera – fatto che non costituisce reato in sé ma solo se non viene dichiarato al fisco. Anche questa volta i nomi, pubblicati dall’Espresso, arrivano dal mondo della moda – come lo stilista Renato Balestra o la donna di "10 Corso Como", Carla Sozzani – oppure dal tessuto imprenditoriale – che siano top manager come l’ex ad di Fiat Auto Giancarlo Boschetti o il costruttore Massimo Pessina. Già citato nel primo elenco, torna Flavio Briatore perchè risulta che abbia intestato 39 milioni a Barbara F. , la cuoca del catering di Renault Formula Uno che a Ginevra non c’è mai stata e guadagnava poco più di mille euro a Gran Premio. I suoi dati anagrafici, hanno accertato le Fiamme Gialle, sono stati utilizzato in modo fraudolento. Ora i dati contenuti nella lista – come ha stabilito, dopo una serie storica di verdetti contrastanti, una sentenza della Cassazione del 9 febbraio – possono essere utilizzati per accertare l’evasione fiscale.
Il mondo della moda: da Renato Balestra a Carla Sozzani
Entrambi hanno scelto di rispondere con il silenzio, quando si è saputo che avevano un conto alla HSBC di Ginevra: lo stilista Renato Balestra di 1,5 milioni di dollari e Carla Sozzani - titolare del tempio della moda "10 Corso Como" e sorella del direttore di Vogue, Franca – di un milione.
Di nuovo Briatore: 39 milioni intestati alla cuoca
La 36enne Barbara F. si è ritrovata un conto svizzero a sua insaputa: 39 milioni di euro. Raggiunta dall’Espresso la cuoca ha spiegato di non saperne nulla e di essere anzi rimasta sconvolta. La verifica fiscale si è infatti conclusa con la Guardia di Finanza che scriveva che “per ragioni non note a questo ufficio il conto svizzero è stato acceso e movimentato utilizzando fraudolentemente i suoi dati anagrafici”.
Gli eredi di Sergio Leone
Segnalato, insieme alla famiglia, per un conto da 2,5 milioni, Andrea Leone: si trattava dell'eredità del padre Sergio, morto nell'89.
Il top manager di Fiat Auto: Giancarlo Boschetti
Ex ad di Fiat Auto, Boschetti, ha fatto sapere che il suo conto non esiste più “perché nel 2010 ho aderito allo scudo fiscale nel 2010”. Nel 2007 ospitava 182 mila dollari.
Da Acea alla Lista Falciani: Franco Balsamo
Direttore finanziario di Acea, la società che si occupa di acqua e luce controllata da Comune di Roma, Franco Balsamo aveva un deposito di 275 mila dollari, scudati – come fa sapere un portavoce dell’azienda – e quindi legalmente rimpatriati.
La galassia imprese
C’è Massimo Pessina, il costruttore noto per essersi candidato a rilevare L’Unità: alla HSBC aveva 9 mila dollari, in precedenza era stato segnalato anche nella lista degli italiani con un conto in Liechtenstein. Gli altri nomi sono quello di Cesare Annibale Agrati – ad dell’azienda di famiglia colosso dei bulloni che compare anche con depositi a Madeira - di Maria Concetta Patti – la cui famiglia controlla la Valtur – che aveva un conto azzerato prima del 2007, e del titolare del noto stabilimento tipografico Guido Modiano – con 14 milioni di euro, scudati. Entra anche Pierluigi Crudele, il cui nome riporta al crac Finmeccanica (ha patteggiato un anno e 9 mesi), che alla HSBC aveva oltre 2 milioni. Compare anche il comasco Michele Ratti, azionista numero uno dei supermercati Bennet, che chiarisce: “Come riconosciuto anche dalla Guardia di Finanza non c’è stata alcuna evasione fiscale, erano soldi della nostra finanziaria lussemburghese”.
Il mondo della moda: da Renato Balestra a Carla Sozzani
Entrambi hanno scelto di rispondere con il silenzio, quando si è saputo che avevano un conto alla HSBC di Ginevra: lo stilista Renato Balestra di 1,5 milioni di dollari e Carla Sozzani - titolare del tempio della moda "10 Corso Como" e sorella del direttore di Vogue, Franca – di un milione.
Di nuovo Briatore: 39 milioni intestati alla cuoca
La 36enne Barbara F. si è ritrovata un conto svizzero a sua insaputa: 39 milioni di euro. Raggiunta dall’Espresso la cuoca ha spiegato di non saperne nulla e di essere anzi rimasta sconvolta. La verifica fiscale si è infatti conclusa con la Guardia di Finanza che scriveva che “per ragioni non note a questo ufficio il conto svizzero è stato acceso e movimentato utilizzando fraudolentemente i suoi dati anagrafici”.
Gli eredi di Sergio Leone
Segnalato, insieme alla famiglia, per un conto da 2,5 milioni, Andrea Leone: si trattava dell'eredità del padre Sergio, morto nell'89.
Il top manager di Fiat Auto: Giancarlo Boschetti
Ex ad di Fiat Auto, Boschetti, ha fatto sapere che il suo conto non esiste più “perché nel 2010 ho aderito allo scudo fiscale nel 2010”. Nel 2007 ospitava 182 mila dollari.
Da Acea alla Lista Falciani: Franco Balsamo
Direttore finanziario di Acea, la società che si occupa di acqua e luce controllata da Comune di Roma, Franco Balsamo aveva un deposito di 275 mila dollari, scudati – come fa sapere un portavoce dell’azienda – e quindi legalmente rimpatriati.
La galassia imprese
C’è Massimo Pessina, il costruttore noto per essersi candidato a rilevare L’Unità: alla HSBC aveva 9 mila dollari, in precedenza era stato segnalato anche nella lista degli italiani con un conto in Liechtenstein. Gli altri nomi sono quello di Cesare Annibale Agrati – ad dell’azienda di famiglia colosso dei bulloni che compare anche con depositi a Madeira - di Maria Concetta Patti – la cui famiglia controlla la Valtur – che aveva un conto azzerato prima del 2007, e del titolare del noto stabilimento tipografico Guido Modiano – con 14 milioni di euro, scudati. Entra anche Pierluigi Crudele, il cui nome riporta al crac Finmeccanica (ha patteggiato un anno e 9 mesi), che alla HSBC aveva oltre 2 milioni. Compare anche il comasco Michele Ratti, azionista numero uno dei supermercati Bennet, che chiarisce: “Come riconosciuto anche dalla Guardia di Finanza non c’è stata alcuna evasione fiscale, erano soldi della nostra finanziaria lussemburghese”.