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MONDO

Siria

Assalto a Maalula, giallo sulle suore in ostaggio

Blitz di estremisti nel villaggio culla del cristianesimo, dove si parla ancora l'aramaico dell'era di Cristo. Religiose "prese con la forza e le armi". Il governo siriano "preoccupato per l'assedio al monastero di Santa Tecla". Case incendiate e cristiani presi di mira

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Un carro armato a Maalula
di Emma Farnè
L'attacco all'enclave cristiana in Siria è iniziato il 30 novembre, nella notte tra venerdì e sabato. Tre giorni dopo, gruppi di ribelli islamici legati al Fronte al-Nusra sono entrati con la violenza a Maalula, il villaggio dove si parla ancora l'aramaico antico. Lo stesso di Gesù Cristo. Quindi la conquista, dopo "violenti scontri tra combattenti ribelli e le forze del regime", come ha anche denunciato l'Osservatorio siriano per i diritti umani. E la presa in ostaggio di alcune suore, di cui arrivano tuttora notizie contrastanti.

L'assalto a Maalula
L'antico villaggio è a circa 60 chilometri da Damasco. L'attacco avviene quando ancora era buio e forse l'oscurità favorisce la calata di jihadisti dal monte Al Kalamun. L'assalto avviene contro neanche un centinaio di miliziani cristiani, su circa tremila persone che popolavano Maalula. Dal governo di Damasco, nessun rinforzo. Così, nella notte di domenica i miliziani cristiani si ritirano e i ribelli di Al Nusra prendono il controllo dei caseggiati. Come punizione, gli estremisti assaltano case, scuole, tutto quello che trovano. E gli danno fuoco. Quindi, la razzia e l'attacco al monastero di Santa Tecla. 

Il giallo delle suore
Nel monastero c'erano alcune religiose. Secondo alcune fonti sono solo irraggiungibili e non sarebbero state prelevate dalla struttura. Ma secondo altri - tra cui il Patriarcato greco-ortodosso a Damasco - le suore del monastero di Mar Taqla (Santa Tecla, ndr) sono state rapite. L'agenzia di Stato siriana ha riferito che "i terroristi hanno fatto irruzione nel convento e hanno preso in ostaggio la madre superiora, Pelagia Sayyaf e altre suore". Si tratterebbe di 12 religiose, siriane e libanesi, portate via con una vettura, forse verso Yabrud. C'è comunque forte preoccupazione per la loro sorte. Anche il governo siriano si è detto "preoccupato" riguardo "l'assedio e l'assalto dei jihadisti al convento di Santa Tecla". La responsabile siriana Kinda Al-Shammat ha invitato la comunità internazionale e le organizzazioni internazionali ad "assumersi la propria responsabilità e a esercitare pressioni sui Paesi sostenitori dei gruppi armati per il rilascio di tutti gli ostaggi trattenuti in Siria".

Il controllo per la strada sul Libano
Secondo esperti, l'assedio di Maalula fa parte di una strategia per controllare una serie di villaggi e cittadine nella regione del Kalamun, dove c'è una strada strategica verso il Libano. La stessa via dove si svolgono traffici di contrabbando. Ma non è solo questo. Maalula è stata punita non solo perché è popolata da cristiani. Inoltre, molti suoi abitanti sostengono Assad. Molte minoranze in Siria hanno tentato di rimanere neutrali, temendo per la loro sorte, anche per la presenza di esteremisti islamici tra i gruppi di ribelli. Fino al 2011, Maalula era una delle maggiori mete turistiche in Siria. Oggi rischia di diventare un cumulo di macerie.