ITALIA
Il caso a Torino
Maestra d'asilo vittima di revenge porn, la Procura chiede due condanne a otto mesi
La giovane aveva mandato le fotografie a un ragazzo che stava frequentando, il quale, senza il suo consenso, le inoltrò in una chat di amici del calcetto
Otto mesi di reclusione per violazione del codice del 2003 sulla privatezza. Questa la pena chiesta oggi dalla Procura di Torino per due persone, un uomo e una donna, imputate per il caso della maestra d'asilo che nel 2018 perse il lavoro dopo la diffusione non voluta di immagini private. Il processo si sta celebrando in tribunale con il rito abbreviato.
La giovane aveva mandato le fotografie a un ragazzo che stava frequentando, il quale, senza il suo consenso, le inoltrò in una chat di amici del calcetto. Secondo la ricostruzione dell'accusa, quando la notizia si sparse l'insegnante fu costretta a rassegnare le dimissioni. Le difese, oltre a respingere gli addebiti nel merito, hanno affermato che in base a un decreto legislativo del 2018 (che ha modificato la normativa in attuazione di un Regolamento Europeo) è possibile che il comportamento dei due imputati non sia punibile. In un procedimento parallelo è già stata proposta la condanna della direttrice dell'Istituto, mentre il giovane che per primo divulgò le immagini ha chiesto la messa alla prova.
La sentenza è attesa per il prossimo 19 febbraio. Lo stesso giorno la corte dovrà esprimersi anche su una mamma e sulla direttrice della scuola dove la maestra insegnava, per le quali l'accusa ha chiesto rispettivamente una condanna a 12 e 14 mesi.
La giovane aveva mandato le fotografie a un ragazzo che stava frequentando, il quale, senza il suo consenso, le inoltrò in una chat di amici del calcetto. Secondo la ricostruzione dell'accusa, quando la notizia si sparse l'insegnante fu costretta a rassegnare le dimissioni. Le difese, oltre a respingere gli addebiti nel merito, hanno affermato che in base a un decreto legislativo del 2018 (che ha modificato la normativa in attuazione di un Regolamento Europeo) è possibile che il comportamento dei due imputati non sia punibile. In un procedimento parallelo è già stata proposta la condanna della direttrice dell'Istituto, mentre il giovane che per primo divulgò le immagini ha chiesto la messa alla prova.
La sentenza è attesa per il prossimo 19 febbraio. Lo stesso giorno la corte dovrà esprimersi anche su una mamma e sulla direttrice della scuola dove la maestra insegnava, per le quali l'accusa ha chiesto rispettivamente una condanna a 12 e 14 mesi.