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ITALIA

L'operazione dei carabinieri del ROS

Mafia, sequestrati beni per 1,5 milioni di euro a Riina: c'è anche la villa della latitanza

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I Carabinieri del Ros hanno sequestrato beni per un milione e mezzo di euro al clan familiare di Totò Riina - ora in gravi condizioni di salute. Il comandante Giuseppe Governale a Rainewa24: "Il potere del boss per Cosa Nostra si esercita fino alla morte, Riina è il punto di riferimento per tutte le consorterie mafiose".

Cosa è stato sequestrato: la villa della latitanza e i litigi familiari
I beni sequestrati - quasi tutti tra Palermo e Trapani - sono numerosi: una villa a Mazara del Vallo (dove Riina avrebbe vissuto durante parte della latitanza), tre società, 38 rapporti bancari e numerosi terreni. La villa, intestata al fratello prestanome Gaetano, era già stata confiscata nel 1984 dal giudice Alberto Giacomelli che proprio per questo venne ucciso per vendetta dai corleonesi - omicidio per il quale Riina è stato condannato all'ergastolo. Ora le intercettazioni hanno rivelato che era in corso una disputa tra Gaetano Riina e Ninetta Bagarella, che ne rivendicava la proprietà per sé e i figli.

Terreni: gli scontri tra i proprietari e il giardiniere di Riina 
Il Tribunale di Palermo ha anche e sottoposto ad amministrazione giudiziaria l'azienda agricola dell'ente Santuario Maria Santissima del Rosario di Corleone. E' stata accertata l'ingerenza di Riina e della famiglia tramite Vincenzo Di Marco, il giardiniere di Riina, e il figlio Francesco. Decisivi per capire la natura della gestione illegale sono stati gli scontri tra il capo mandamento, Leoluca Lo Bue, e Francesco Di Marco, che lo aveva costretto a rivolgersi prima a Giuseppe Salvatore Riina e
successivamente alla madre Antonina Bagarella per risolvere una controversia. Ora lo scopo dell'amministrazione controllata è "depurare" l'azienda dalle infilitrazioni mafiose. 

Come li hanno scoperti 
La moglie di Riina, Ninetta Bagarella, non ha un reddito ufficiale e negli anni ha subito numerosi sequestri di beni mobili e immobili. Eppure tra il 2007 e il 2013 ha emesso assegni per oltre 42 mila euro a favore dei parenti detenuti. La prova che la fonte del suo reddito è illegale. 

L'indagine
I Carabinieri del Ros hanno lavorato con da quelli del Comando Provinciale di Palermo e Trapani 
Totò Riina. Il Decreto di sequestro dei beni è stato emesso dal Tribunale di Palermo su proposta della Procura. Le indagini patrimoniali condotte dal ROS "costituiscono il completamento della più generale attività di contrasto condotta dai carabinieri nei confronti del potente mandamento mafioso di Corleone, uscito depotenziato negli ultimi 5 anni dagli esiti delle indagini Patria, All Stars e Grande Passo.

Il comandante dei ROS Governale: il potere di Riina non è esaurito 
Questa operazione mette in luce come Riina, malato e in carcere, riesca ancora ad imporre il proprio volere nella gestione del mandamento di Corleone ma anche negli aspetti più generali della gestione di Cosa Nostra. Da qui le parole di Governale a Rainews24: "Il potere di un boss di Cosa Nostra si esaurisce solo con la morte".