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ECONOMIA

Legge di Bilancio

Manovra, la battaglia degli emendamenti. Tagli all'editoria e fondi ridotti

Presentato emendamento che prevede tagli all'editoria con fondi ridotti fino all'abolizione, primo firmatario il capogruppo M5S, Patuanelli
 

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di Tiziana Di Giovannandrea
Dal 2019 un emendamento alla Legge di Bilancio, in discussione al Senato, introduce tagli all'editoria. Primo firmatario è il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli. L'emendamento prevede che siano "progressivamente ridotti fino alla loro abolizione" i contributi all'editoria.

Inoltre, la nuova norma che si vuole introdurre stabilisce che a valere sul fondo per il pluralismo vi siano delle forme di finanziamento per progetti di promozione della "cultura della libera informazione plurale". 

FNSI e CNOG: taglio fondo editoria mette a rischio posti di lavoro
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) e il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei giornalisti (CNOG) sono immediatamente intervenuti sull'emendamento che si vuole introdurre facendo sapere di essere "al fianco dei giornalisti di tante realtà editoriali che in queste ore vedono i loro posti di lavoro messi a serio rischio dall'emendamento alla Legge di Bilancio presentato al Senato e che ha come primo firmatario il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Stefano Patuanelli".

"Tale emendamento, - hanno sottolineato - va nella direzione auspicata dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e dal sottosegretario con delega all'Editoria, Vito Crimi. Quella, cioè, di soffocare il pluralismo dell'informazione e di colpire il diritto dei cittadini ad essere informati con il taglio del fondo per l'editoria". "Non potendo adottare provvedimenti punitivi contro i grandi giornali, il Movimento 5 Stelle avvia un regolamento dei conti con la categoria dei giornalisti, di cui mal sopporta libertà e autonomia, accanendosi contro i più piccoli, realtà che rappresentano il giornalismo di opinione o sono la voce di piccole comunità territoriali o di minoranze linguistiche" hanno affermato Fnsi e Cnog.

"Patetico, da questo punto di vista  è il tentativo di dare all'emendamento una parvenza di intervento diretto a sostenere le edicole, considerato che l'unico effetto di questa misura, se dovesse malauguratamente essere approvata, sarà quello di svuotare le edicole di giornali e di allargare l'esercito dei giornalisti precari".

"Un risultato che conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la volontà del Movimento 5 Stelle di eliminare qualsiasi voce critica e di instaurare una forma di dittatura del pensiero unico attraverso le piattaforme digitali", sottolineano ancora Fnsi e Cnog. Federazione Nazionale della Stampa Italiana e Ordine dei giornalisti assicurano infine che "sosterranno tutte le iniziative a sostegno dei giornalisti e delle testate a rischio di chiusura e auspicano che in Parlamento prevalgano buon senso e rispetto della Costituzione necessari a far sì che questo emendamento socialmente devastante venga respinto".