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POLITICA

Palazzo Chigi

Manovra. Faccia a faccia Conte-Di Maio e poi il vertice. La Ue chiede chiarimenti

Dopo il faccia a faccia con Di Maio, il premier Conte incontra tutti i partiti della maggioranza in vista del Consiglio dei ministri. Alle 20e30 vertice di maggioranza

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A palazzo Chigi vertice di maggioranza sulla manovra che segue gli incontri tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell'economia Roberto Gualtieri e le delegazioni dei singoli partiti. Gli ultimi in ordine di tempo ad essere ricevuti sono stati i rappresentanti di Leu, Roberto Speranza, Federico Fornaro e Maria Cecilia Guerra. Al vertice che precede il Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, partecipano i capi delegazione dei partiti di maggioranza.

Incontro con i pentastellati
Prima il Movimento 5 stelle, poi la delegazione del Pd, quella di Italia viva e infine Leu: il premier Giuseppe Conte affronta la girandola di incontri a palazzo Chigi sulla manovra. Subito dopo il presidente del Consiglio incontra i capi delegazione della maggioranza per chiudere il cerchio prima del Cdm (previsto alle 21) sulle misure riguardanti il terremoto in Centro Italia. Conte ha visto la delegazione dei pentastellati. All'incontro durato circa un'ora erano presenti, oltre al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, la viceministro dell'Economia Laura Castelli e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. 

I nodi del vertice
Dal carcere agli evasori alle multe per i negozianti che non utilizzano il Pos, dal tetto al contante alla stretta sulle partite Iva, fino a Quota 100 e la 'sugar tax'. Sono molti i 'nodi' aperti della manovra sul tavolo degli incontri bilaterali fra il premier Giuseppe Conte e i singoli partiti e del vertice di governo fortemente voluto dai renziani e dai pentastellati. Una sorta di consultazioni per trovare un punto di incontro sulle modifiche al testo del dl fiscale e della legge di bilancio da apportare direttamente in Parlamento. Un confronto serrato che arriva a meno di una settimana dal sofferto varo con formula 'salvo intese' alla manovra nel Consiglio dei ministri fiume di martedì scorso. Un braccio di ferro all'interno del governo giallo-rosso che vede schierati da un lato M5s e Italia Viva e dall'altro Conte e il Partito democratico. Un primo faccia a faccia fra Conte e Luigi Di Maio si è svolto in mattinata. Intanto, è arrivata oggi la notizia dell'inoltro da parte di Bruxelles di una lettera con richiesta di chiarimenti al governo italiano su alcune coperture finanziarie. La missiva dovrebbe arrivare entro oggi, mentre l'Italia dovrebbe rispondere entro mercoledì prossimo. Anche di questo si dovrebbe discutere nella riunione di governo. Tornando alle richieste avanzate dai renziani e dai cinquestelle, il partito di Di Maio insiste sul carcere per i grandi evasori ovvero quelli che sottraggono al Fisco oltre 100mila euro, e si mostra critico verso le multe per i negozianti che non accettano i pagamenti tramite Pos chiedendo invece l'abbassamento delle commissioni bancarie. M5S è scettico anche sulla stretta alle partite Iva. Di Maio, inoltre, non vuole neanche l'abbassamento della soglia del tetto all'utilizzo del contante da 3mila a mille euro. I renziani, invece, vogliono cancellare Quota 100, e hanno già annunciato dura battaglia in Parlamento. Su questo punto, però, i pentastellati non chiedono modifiche. Italia Viva, inoltre, si oppone alla 'sugar tax' e ritiene inutile l'abbassamento dei tetti per il contante da 3mila a 1000 euro.

Faccia a faccia
Questa mattina si è svolto a Palazzo Chigi un faccia a faccia tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri e capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. Intanto fanno sapere fonti Ue che la Commissione europea chiederà all'Italia e ad altri paesi una serie di informazioni ulteriori sul contenuto di alcune misure dei documenti programmatici di bilancio inviati a Bruxelles la settimana scorsa. 

Provenzano: "Manovra non sarà riscritta"
Il clima all'interno dell'esecutivo resta abbastanza teso. "Nessun ultimatum, senza i 5 Stelle è difficile che possa esistere ancora una coalizione di governo", il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, stempera i toni dai microfoni di Radio Capital e assicura che la "manovra non sarà riscritta". E spiega: "Dobbiamo solo definire un chiarimento, anche perché non possiamo rivedere il film dei 14 mesi precedenti. Abbiamo firmato una accordo e a quello dobbiamo attenerci". 

Spadafora: "Dato vita a questo governo per mantenere promesse fatte a italiani"
Rassicurazioni - sulla tenuta dell'esecutivo - arrivano anche dal ministro dello Sport e dei Giovani, Vincenzo Spadafora, che dalle pagine del 'Corriere della sera' dice: "Il nostro sostegno al governo non è in discussione. Deve essere chiaro però che abbiamo dato vita a questo nuovo governo solo per mantenere le promesse che avevamo fatto agli italiani, non per altro". E su Luigi Di Maio, sulle parole pronunciate ieri da Matera ( il 'no' all'ultimatum del premier e le tre richieste imprescindibili per dare l'ok alla manovra: carcere per i grandi evasori; obbligo del pos ma solo dopo aver abbattuto drasticamente i costi su carte di credito e dispositivi; revoca del cambio del regime forfettario per le partite iva al 15%.), sottolinea: "Sta semplicemente ribadendo alcuni principi talmente ovvi che non dovrebbe essere necessario ricordarli". 

Delrio: "Carcere duro per grandi evasori? In Italia già pene durissime"
Graziano Delrio capogruppo del Pd alla Camera, in merito alla richiesta dei 5Stelle sul carcere duro per i grandi evasori, sottolinea che in Italia esistono già "pene durissime. Dell'equilibrio tra la pena e il delitto commesso discuteranno i giuristi veri e propri. Non voglio entrare nei dettagli, ma l'idea è di far pagare tutti in modo che tutti paghiamo meno, concentriamoci sull'assumere più gente che faccia questo lavoro" conclude.

Marcucci: "Basta battere i pugni". Franceschini: "Va discussa senza risse"
Il capogruppo del Pd al Senato, Marcucci invita a "smettere di battere i pugni. Serve buon senso da parte di tutti". E aggiunge: "Se c'è l'accordo dell'intera maggioranza si possono valutare anche provvedimenti migliorativi". Sull'abbassare i toni è d'accordo anche il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: "Ogni anno dimentichiamo quello che è successo negli anni precedenti. Quando si discute una manovra c'è sempre una discussione tra le forze politiche. L'importante è che avvenga con buon senso, equilibrio, senza risse tra le parti di maggioranza".