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ECONOMIA

Nota di aggiornamento al Def

Manovra, M5s chiede deficit al 2,4%, la Lega valuta. Conte: numeri? Domani dopo il CdM

Il ministro: "Ho giurato nell'interesse della nazione e non solo io". Intervenendo al convegno di Confcommercio, Tria  ha detto che "Sarà una manovra di crescita, ma il debito scenda". Sangalli: "Sull'Iva non si tratta e non si baratta"

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Il Movimento cinque stelle chiede di portare l'asticella del deficit fino al 2,4% del Pil e la Lega sta valutando se convergere, o meno, sulla richiesta da avanzare al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in vista del Cdm che domani dovrebbe varare la Nota di aggiornamento al Def.

Fonti M5s fanno sapere che l'accordo sarebbe stato già raggiunto, anche se in ambienti governativi vicini alla Lega si tiene invece a sottolineare che si sta ancora discutendo.

Secondo quanto si apprende, è in corso una riunione della Lega a cui prendono parte Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Armando Siri, Claudio Borghi e Massimo Bitonci per discutere della proposta del socio di maggioranza.

Conte: numeri? Domani dopo il CdM
La nota di aggiornamento al Def recherà l'indicazione di un rapporto deficit/Pil superiore al 2 per cento? "Non do numeri fino a quando non delibereremo. Lo saprete domani dopo il consiglio dei ministri", risponde il premier Giuseppe Conte a Class Cnbc, intervistato a New York.

Il ministro Tria al convegno Confcommercio
Il governo punta a ridurre la pressione fiscale. "Si parte ora dalle imprese e negli anni successivi sarà aggredito il problema dell'Irpef". Lo ha detto il ministro dell'economia Giovanni Tria parlando della prossima manovra al convegno di Confcommercio. 

Il ministro ha assicurato che il reddito di cittadinanza sarà  in manovra,  sottolineando che l'intervento "aiuterà a gestire le conseguenze sociali dei processi di trasformazione produttiva". 

Primo impegno manovra impedire aumento Iva 
"Il primo impegno della prossima manovra è impedire l'aumento della pressione fiscale e quindi sterilizzare le clausole Iva". Lo ha assicurato Tria, Il governo non vuole permettere un aumento della pressione fiscale, "ma anzi punta a una sua riduzione", ha insistito il ministro. Con la sterilizzazione delle clausole si passa quindi "dal non aumento a quello che possiamo fare per ridurre le tasse. Su questo ci stiamo muovendo", ha spiegato.

"Non c'è crescita senza stabilità. Ho giurato nell'interesse della Nazione e non solo io" 
"Ci si chiede più crescita nella stabilità finanziaria anche perché i due aspetti non possono essere separati. Le richieste vanno nella direzione della crescita, devono essere affrontate con calma e considerazione. Non ho sentito richieste non condivisibili, ma vanno attuate volta per volta". Ha precisato Tria. - "Ho giurato nell'esclusivo interesse della nazione e non di altri e non ho giurato solo io. Ovviamente ognuno può avere la sua visione, ma in scienza e coscienza, come si dice, bisogna cercare di interpretare bene questo mandato". E ha aggiunto "Nonostante quello che si dice sui giornali sono ottimista di fare del mio meglio", ha aggiunto. "L'obiettivo è quello di un mix di politiche che mostri che si può avere fiducia nell'Italia".

"Sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito, bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito PIL". Ha sottolineato il ministro dell'economia.  "Dobbiamo dare un segno ai mercati finanziari, a coloro che ci prestano isoldi. Stiamo attenti - ha ammonito - perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori e quello che siguadagna si perde in interessi". 



Sangalli: "Sull'Iva non si tratta e non si baratta"
"Sull'Iva non si tratta e non si baratta" ha sottolineato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli intervenendo al convegno "Meno tasse per crescere" a cui partecipa anche il ministro. Lo scambio tra più IVA e meno Irpef, ha spiegato il presidente, equivarrebbe a "tre errori e due autogol". Tre errori perché più IVA e meno Irpef "non riduce la pressione fiscale complessiva, colpisce i livelli di reddito più bassi, incide sulla domanda interna in una fase di rallentamento della crescita complessiva del paese. Insomma con gli aumenti dell'IVA ci faremo due autogol - ha spiegato Sangalli - a danno della crescita, a danno dell'equità sociale".

Def in aula al Senato il 10 ottobre 
La nota di variazione del Def inizierà il suo iter in aula al Senato il 10 ottobre. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo del Senato.