ITALIA
Il caso
Marò, Bonino: "Impegno ministri dell'India a decidere entro il 3 febbraio"
Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha partecipato ai lavori del World Economic Forum a Davos dove ha incontrato i ministri Anand Sharma e Shri Chidambarn. "Hanno espresso con chiarezza l'opinione che la pena di morte non è pensabile" ha detto Bonino, ribadendo che da parte dell'Italia c'è molta "frustrazione" sulla vicenda
I ministri del Commercio e delle Finanze indiani si sono impegnati a decidere "fino a quanto è in loro potere" sulla questione dei marò italiani entro il prossimo 3 febbraio, come richiesto dalla Corte Suprema. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino, che a Davos, dove ha partecipato ai lavori del World Economic Forum, ha incontrato i ministri Anand Sharma e Shri Chidambarn.
Le parole del ministro Bonino
"Hanno espresso con chiarezza l'opinione che la pena di morte non è pensabile" ha detto Bonino ribadendo che da parte dell'Italia c'è molta "frustrazione" sulla vicenda. "Dopo due anni - ha ribadito il ministro - non c'è un capo di imputazione. La nostra giustizia non brilla di tempismo ma dopo due anni è sconcertante" ha commentato Bonino.
Obiettivo arrivare quanto prima al processo
"Neanche la nostra giustizia brilla per tempismo ma è sconcertante che dopo due anni non ci sia nemmeno il capo di imputazione", ha sottolineato la Bonino, aggiungendo che anche la stampa indiana comincia ad ammettere che la vicenda "non è stata gestita in modo specchiato". I due ministri, ha ribadito Bonino, hanno poi espresso "con chiarezza" la loro convinzione che la "pena di morte non è pensabile". L'obiettivo adesso è arrivare quanto prima al processo, che l'Italia "seguirà con attenzione", per difendere i due fucilieri di Marina dalla "politicizzazione" dell'intera vicenda. In ogni caso, ha ricordato, "appena finito il processo torneranno in Italia", come prevedono "accordi" internazionali.
Le parole del ministro Bonino
"Hanno espresso con chiarezza l'opinione che la pena di morte non è pensabile" ha detto Bonino ribadendo che da parte dell'Italia c'è molta "frustrazione" sulla vicenda. "Dopo due anni - ha ribadito il ministro - non c'è un capo di imputazione. La nostra giustizia non brilla di tempismo ma dopo due anni è sconcertante" ha commentato Bonino.
Obiettivo arrivare quanto prima al processo
"Neanche la nostra giustizia brilla per tempismo ma è sconcertante che dopo due anni non ci sia nemmeno il capo di imputazione", ha sottolineato la Bonino, aggiungendo che anche la stampa indiana comincia ad ammettere che la vicenda "non è stata gestita in modo specchiato". I due ministri, ha ribadito Bonino, hanno poi espresso "con chiarezza" la loro convinzione che la "pena di morte non è pensabile". L'obiettivo adesso è arrivare quanto prima al processo, che l'Italia "seguirà con attenzione", per difendere i due fucilieri di Marina dalla "politicizzazione" dell'intera vicenda. In ogni caso, ha ricordato, "appena finito il processo torneranno in Italia", come prevedono "accordi" internazionali.