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MONDO

Intervista a Rainews24

India, parlano i marò: "Siamo innocenti e non terroristi. Molto dispiaciuti per morte pescatori"

Intervista ai due fucilieri di Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre che, davanti alle telecamere, professano la loro innocenza. "L'accusa di terrorismo ci fa molto male non solo come militari ma come genitori e uomini". Il ministro degli Esteri Emma Bonino: "I marò non sono terroristi né pirati" 

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I due marò
New Delhi (India)
"Ci dispiace per la perdita di due vite umane, ma non ci sentiamo assolutamente responsabili". Lo ha dichiarato a New Delhi il fuciliere di Marina Salvatore Girone, in merito alla morte di due pescatori indiani il 15 febbraio 2012. "E' un dispiacere umano - ha concluso il marò - ma siamo innocenti". "L'accusa di terrorismo ci fa molto male non solo come militari, ma anche come genitori e uomini", ha detto Massimiliano Latorre, rispondendo ad una domanda sulla possibile applicazione di una legge antiterrorismo al loro caso. "Come militare professionista italiano che combatte la pirateria - ha aggiunto in un incontro con i giornalisti a New Delhi - questo mi rammarica molto". 

"Anche noi pescatori"
"Noi siamo cresciuti in due città, Taranto e Bari, che si affacciano sul mare - proseguono i due fucilieri della Marina - dove una delle principali attività è la pesca: conosciamo i pescatori, siamo pescatori noi stessi. Come militari, come uomini e padri di famiglia siamo molto dispiaciuti per la morte dei due pescatori indiani, ma non siamo responsabili".

Ministro Bonino: "I marò né terroristi né pirati"
"I marò non sono terroristi né pirati". Così il ministro degli Esteri Emma Bonino sull'ipotesi che i due fucilieri vengano processati in India in base alla legge anti terrorismo Sua Act, pur escludendo la pena di morte. "Secondo come saranno le posizioni lunedì (alla Corte Suprema indiana), tutte le opzioni sono sul tavolo", ha aggiunto. Dopo la sentenza della Corte suprema indiana sui marò, "prenderemo delle decisioni come squadra, presieduta del premier, che saranno seguite da tutti. Bisogna agire in modo coerente e disciplinato con messaggi unici": così il ministro Bonino sulle dichiarazioni del collega Mauro che ha minacciato il ritiro dalle missioni antipirateria multilaterali.

Letta scrive al Tempo: "Paese unito per riportare a casa i marò"
Intanto, con una lettera in prima pagina sul Tempo, il premier Enrico Letta è tornato a ribadire il forte impegno del governo italiano per "riportare a casa i marò", come scritto sulla striscione affisso da alcuni giorni sulla facciata del palazzo che ospita il giornale a Roma. "La posizione dell'esecutivo è chiara - scrive il premier - da mesi lavoriamo affinché si possa giungere al più presto a una soluzione equa della vicenda. Ci aspettiamo ora segnali concreti e coerenti da parte dell'India". "Ci aspettiamo, prima di tutto - precisa Letta - che la Corte Suprema si pronunci il 10 febbraio, senza più rinvii, in merito alle nostre richieste". Il governo "continuerà a operare senza sosta e senza proclami velleitari" per riportare a casa Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Nella lettera Letta ha sottolineato le "manifestazioni di solidarietà" ricevute dall'Europa e dai partner internazionali.

Pena di morte
Il ministero dell'Interno indiano ha comunicato alla Procura generale il proprio accordo a che nel caso dell'incidente che coinvolge i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sia invocata la pena di morte. Lo scrive l'agenzia di stampa statale Pti.

Il Sua Act
Il ministero, aggiunge l'agenzia, ha espresso tuttavia l'opinione che nei confronti dei due sia utilizzata comunque la legge per la repressione della pirateria (Sua Act), che nella sua formulazione automaticamente la prevede. La comunicazione, in cui il ministero ammorbidisce relativamente la sua posizione per avvicinarla a quella contraria all'uso del Sua Act (e della pena di morte) degli Esteri e della Giustizia, è stata fatta durante una riunione dei vertici degli Interni con il procuratore generale G.E. Vahanvati. Adesso la "patata bollente - osserva la Pti è nelle mani di Vahanvati, che dovrebbe in tempi brevi formulare la sua opinione sulla questione". Il magistrato dovrà infatti spiegare come poter prescindere da quanto la legge anti pirateria chiaramente sostiene e cioè che "se una persona causa la morte di un'altra, sarè punita con la morte".