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POLITICA

Il simbolo di tutte le vittime dell'odio

Mattarella ricorda il piccolo Stefano Taché ucciso nell’attentato alla Sinagoga di Roma nel 1982

Il 9 ottobre di 33 anni fa poco prima di mezzogiorno un commando palestinese attaccò la Sinagoga proprio al termine di una celebrazione religiosa. "Commossi dalle parole di Mattarella su Taché" ha detto il presidente della comunità ebraica di Roma, Pacifici

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L'attentato alla Sinagoga di Roma (foto Romaebraica.it)
Roma
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di insediamento sceglie la storia del piccolo Stefano Gaj Tachè ucciso nell'attacco alla Sinagoga nel 1982 come simbolo di tutte le vittime dell'odio e dell'intolleranza. Terrorismo la cui minaccia è tornata a farsi sentire "dagli eccidi in Medio Oriente e in Africa, fino ai tragici fatti di Parigi" ha detto Mattarella.

"Il nostro Paese ha pagato, più volte, in un passato non troppo lontano, il prezzo dell'odio e dell'intolleranza - ha ricordato il Capo dello Stato davanti ai grandi elettori riuniti a Montecitorio - voglio ricordare un solo nome: Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla Sinagoga di Roma. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano".

L'attentato: 1 morto e 37 feriti
Il 9 ottobre 1982 poco prima di mezzogiorno un commando palestinese attaccò la Sinagoga proprio mentre uscivano le famiglie ed i bambini al termine della celebrazione per la festività dello Sheminì Atzeret che chiude la festa di Sukkot. Il piccolo Tachè rimase ucciso e altre 37 persone ferite. Gli attentatori, il cui numero è ancora oggi imprecisato, lanciarono delle granate tra la folla, poi spararono con le mitragliatrici. Tra i feriti, anche il fratello di Stefano, Gadiel, che aveva all'epoca quattro anni. Al piccolo Stefano nel 2007 l'allora sindaco di Roma Walter Veltroni ha intestato la piazza all'incrocio tra Via del Tempio e Via Catalana.  

Pacifici: "Commossi dalle parole su Tachè"
"Abbiamo ascoltato commossi le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel suo discorso d'insediamento alla Camera dei Deputati" ha detto il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. Il Capo dello Stato ha nominato il piccolo Stefano Gay Taché, "un nostro bambino, un bambino italiano - dichiara Pacifici - assassinato barbaramente in quel vile attentato e così facendo ci ha abbracciati condividendo con tutti noi un dolore che non potremo mai estirpare".