Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/medie-soli-accompagnati-presidi-fedeli-legge-cassazione-b6ea04a1-a008-457f-9f7d-29a770b0a428.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Scuola media

A scuola da soli o accompagnati? Cosa dice la legge, come la pensa la ministra, cosa fanno i presidi

Una sentenza della Cassazione, che ha confermato la condanna di presidi e docente di una scuola, fa tornare di attualità il tema dell'accompagnamento a scuola dei ragazzini della scuola media

Condividi
di Giovanna Antonelli


Gli studenti minori di 14 anni vanno consegnati a un maggiorenne alla fine delle lezioni. I genitori che la pensano diversamente, secondo la ministra Fedeli, dovranno farsene una ragione e trovare soluzioni alternative se non possono prenderli loro al termine dell'orario scolastico. "Questa  la legge. Credo che anche i genitori devono esserne consapevoli. Le scelte dei presidi sono collegate a leggi dello Stato italiano. Per cambiarle serve un'iniziativa parlamentare". La ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, interviene così sul dibattito relativo all'obbligo di vigilanza sui minori all'uscita dagli istituti scolastici, anche in seguito a una recente ordinanza della Cassazione.       





Cosa ha detto la Cassazione

La vicenda su cui la suprema Corte ha espresso la sentenza è relativa alla morte di un ragazzino di 11 anni a Firenze quindici anni fa. Era uscito da scuola ed è stato investito da un autobus. La Cassazione ha ritenuto che il coinvolgimento di un minore in un incidente fuori dal perimetro scolastico non esclude la responsabilità della scuola. Secondo i giudici l'obbligo di vigilanza in capo all'amministrazione scolastica, discendeva da una precisa disposizione del Regolamento d'istituto, ma il ministero dell'istruzione precisa che la responsabilità della scuola sussiste non solo se il Regolamento di istituto impone al personale scolastico compiti di vigilanza: "In realtà - si legge in una nota del ministero di Viale Trastevere - la responsabilità della scuola si ricollega più in generale al fatto stesso dell'affidamento del minore alla vigilanza della scuola".

Cosa dice la Legge

La differenza tra un alunno delle scuole medie e uno delle superiori è nell’art. 591 del codice penale, che recita testualmente: "Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici [...] e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni". Nel codice penale è specificato che per i minori di quattordici anni è prevista una presunzione assoluta di incapacità. Quindi seppure entrambi minori, esiste una differenza sostanziale tra un tredicenne e un sedicenne. Quest'ultimo infatti può tranquillamente uscire da solo da scuola, può prendere la patente per il motorino e se, vuole, può anche andare all'estero da solo.   


Se un genitore firma una liberatoria? 

E sempre secondo la legge a nulla servirebbero le cosiddette “liberatorie” firmate dai genitori che solleverebbero la scuola da ogni responsabilità Questo perché secondo la legge il minore di 14 anni sarebbe considerato “incapace” e quindi  la sicurezza dei minori non sarebbe  un bene giuridicamente disponibile, né da parte dei genitori né da parte del personale scolastico.  

"Abbandono di minore"

Il tema dunque è delicato, e pur davanti alla recente sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna di un docente e un preside per non aver consegnato a un adulto un bambino uscito da scuola (e poi morto investito da un bus), l’art 591 del codice penale può essere oggetto di interpretazioni diverse in quanto nello specifico si parla di “abbandono di minore”. E nel caso di un tragitto casa scuola ben definito, di cui sono consapevoli sia genitore che docente, possibilmente anche monitorato tra mite le nuove tecnologie (smartphone) e in presenza di una dichiarazione in cui il genitore solleva la scuola di ogni responsabilità una volta terminato l’orario scolastico, probabilmente la giurisprudenza potrebbe rilevare che l’abbandono di minore” in questo caso non sussista.       


Cosa dice la ministra

 "Le scelte e le decisioni dei presidi, in materia di tutela dell'incolumità delle studentesse e degli studenti minori di 14 anni – ha continuato  la ministra Fedeli - sono conformi al quadro normativo attuale, come interpretato ed applicato dalla giurisprudenza.  Una questione di assunzione di responsabilità nell'attuazione di norme che regolano la vita nel nostro Paese, pensate per la tutela più efficace delle nostre e dei nostri giovani". "Le leggi e le pronunce giurisprudenziali, come quella della Cassazione, vanno rispettate - prosegue la ministra - e se si vuole innovare l'ordinamento su questo tema occorre farlo in Parlamento, introducendo una norma di legge che, a certe condizioni, dia alle famiglie la possibilità di firmare liberatorie che sollevino da ogni responsabilità giuridica, anche penale, dirigenti e personale scolastico al termine dell'orario di lezione".   Quindi allo stato dell’arte l’unica cosa possibile è una correzione della legge che permetta al genitore di sollevare completamente la scuola dalle responsabilità di affido. Simona Malpezzi, responsabile Scuola del Partito Democratico ha annunciato di essere al lavoro per preparare una proposta di legge “che intervenga per risolvere una situazione che sta creando comprensibili disagi tra i genitori e il personale della scuola".