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POLITICA

Attesa per l'informativa di Conte mercoledì in Senato

Mes, Di Maio: "Non firmiamo al buio", Franceschini: "Non si può giocare con il fuoco"

Mentre i tecnici sono tutti più o meno d'accordo sull'utilità del Mes quale strumento fondamentale per l'Eurozona, nel mondo della politica le posizioni sono quantomai distinte e contrapposte. Salvini: "Conte da tempo non difende più l'interesse nazionale"

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L'appuntamento con il Mes è per lunedì prossimo alle 15.30 nell'aula del Senato. All'ordine del giorno c'è una informativa del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, sul trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, ma l'attesa si sta caricando di tensioni e prese di posizioni più o meno drastiche. Tanto da non escludere nemmeno un summit domenicale preventivo. Sull'ipotesi di tenere un vertice di maggioranza domani sul Mes "stiamo ancora sentendoci", dice Luigi Di Maio durante la sua visita al villaggio Coldiretti di Matera. A quanto si apprende, è altamente probabile che proprio domani ci possa essere una riunione di governo, alla vigilia delle comunicazioni del premier Giuseppe Conte in Parlamento sul fondo salva Stati. 


Rinvio difficile, ma possibile
Rinviare l'approvazione del trattato sul meccanismo europeo di stabilità è possibile, ma difficile. I leader da tempo si sono dati come scadenza dicembre 2019 per il via libera alla riforma e la posizione dell'Italia complica tutto. In ogni caso, uno stallo sulla riforma del Mes non andrebbe a vantaggio dell'Italia. E' quanto trapela da fonti europee nelle ore dello scontro politico a Roma sulla riforma del meccanismo europeo di stabilità. Vista da Bruxelles, imponendo un rinvio o uno stallo sul Mes e il resto del pacchetto, l'Italia farebbe un danno a se stessa. La Commissione è pronta a sostenere l'Italia su un'altra questione considerata più importante per il settore bancario che si gioca nel negoziato sulla garanzia europea dei depositi: la proposta tedesca di requisiti di capitale delle banche in base al rating dei titoli pubblici che detengono è giudicata inaccettabile dall'esecutivo comunitario. E anche la Francia, oltre all'Italia,  è contraria. La data chiave per capire quello che succederà è il 4 dicembre, quando i ministri delle Finanze dei 19 si riuniranno a Bruxelles per il vertice Eurogruppo.

Luigi Di Maio
Il Mes "come tanti altri trattati, ha bisogno di molti miglioramenti. Non possiamo pensare di firmare al buio trattati come il Mes che è solo una parte del pacchetto. Ci sono anche l'Unione bancaria e l'assicurazione sui depositi". Lo ha affermato il ministro degli esteri e leader del M5s, Luigi Di Maio, in diretta facebook. "Quando avremo letto tutto potremo verificare se il pacchetto convenga all'Italia oppure no. Secondo me, è sano per l'Italia non accelerare in maniera incauta, ma difendere i propri interessi, aspettare la fine dei negoziati anche su tutti gli altri aspetti del pacchetto. C'è un negoziato in corso, è bene che proseguano con l'Italia che torni protagonista. D'altra parte c'è stato un cambio di governo e la nuova maggioranza ancora non si è mai espressa". Di Maio ha specificato che "così com'è scritta, l'Unione bancaria mi preoccupa ancora più del Mes. L'assicurazione sui depositi va messa a posto".

Dario Franceschini
Sul Mes in queste ore ci giochiamo la credibilità del Paese, l'andamento dello spread e dei mercati. Non si può giocare con il fuoco. Prendo per buone le parole di questa mattina Di Maio e da qui a lunedì vedremo se alle intenzioni seguiranno i comportamenti, perché in politica ci sono anche i comportamenti che pesano". Lo ha detto a Milano il capo delegazione del Pd al governo, il ministro Dario Franceschini, nel corso del suo intervento all'assemblea nazionale di Base Riformista, area interna al Pd composta dagli ex renziani.

Matteo Salvini
"Il Mes ruba ai poveri per dare ai ricchi. Si rischia di usare i soldi dei risparmiatori italiani per salvare banche tedesche. Sul Mes si è aperto il dibattito e finalmente gli italiani ne sanno qualcosa solo grazie alla Lega. Bene il risveglio di Di Maio, contiamo sulla coerenza dei 5Stelle e di parte del Pd, Conte invece da tempo non difende più l'interesse nazionale italiano", così il leader della Lega, Matteo Salvini.

Carlo Calenda
"Ma Di Maio dov'era? Stava al governo o no quando si negoziava il Mes? Questo è un modo indegno di fare politica, indegno di un grande paese. Si sollevano dubbi nel momento in cui si negozia e non dopo, come stanno facendo Salvini e Di Maio che erano vicepremier quando si è fatto il negoziato''. Lo dice Carlo Calenda a margine di un'iniziativa a Roma di Azione.

Antonio Misiani
Il Mes, il fondo salva-Stati, "è utile all'Italia e all'Europa. L'euro ha bisogno di un sistema di mutua assicurazione che aiuti gli Stati in temporanea difficoltà finanziaria e potenzi gli strumenti per affrontare le crisi bancarie. La riforma è stata preceduta da un lungo negoziato in Europa che per la quasi totalità è stato condotto dal precedente governo. Riteniamo sia stato fatto un buon lavoro. Come tutti i compromessi ha luci e ombre, ma nel complesso gran parte delle istanze poste dall'Italia sono state recepite". Così in un'intervista al Corriere della Sera Antonio Misiani (Pd), viceministro dell'Economia.

Stefano Fassina
"Sul Mes, è autolesionistica la rappresentazione di uno scontro tra europeisti responsabili e irresponsabili sovranisti, tra chi vuole salvaguardare la continuità dell'Italia nella Ue e nell'euro zona e chi vuole rompere". Lo afferma il deputato di Leu, Stefano Fassina, componente della commissione Bilancio di Montecitorio."Va valutato il testo del trattato e il contesto, senza subalternità culturale e politica da parte della maggioranza e senza strumentalità da parte dell'opposizione. Il testo, per Paesi in condizioni di finanza pubblica come l'Italia, elimina le possibilità di sostegno finanziario senza dover ristrutturare il debito pubblico. Determina, di fatto, un enorme rischio di scenario che si auto avvera". Il Mes non è nel programma della maggioranza. Il Pd eviti forzature. Il Parlamento italiano il 19 Giugno scorso si è espresso in modo molto chiaro sul Mes per consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguentemente, a sospendere ogni determinazione definitiva finchè il Parlamento non si sia pronunciato. Il Parlamento non è stato chiamato a pronunciarsi nel merito. Non vi può essere stata nessuna determinazione definitiva, né può esservi il 13 dicembre. Senza ulteriori drammatizzazioni, il governo riconosca che non ha avuto e non ha il mandato per firmare il trattato".

Il Mes secondo gli esperti
E' uno strumento fondamentale per l'Eurozona la cui utilità non può essere messa in discussione. Seppure con diverse sensibilità, gli esperti hanno difeso il Meccanismo europeo di stabilità. Tutti - dall'ex ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani dell'Universita' cattolica, Carlo Cottarelli, fino all'ex capo economista del Mef, Lorenzo Codogno - giudicano il Fondo Salva-Stati essenziale nel cammino verso una maggiore integrazione europea. Incompleto, certo, in assenza di un asset risk safe a marchio Euro, ma irrinunciabile per la stabilità dell'area.

Pier Carlo Padoan
Il Mes "è uno strumento importante, un passo avanti verso l'unificazione degli strumenti fiscali, uno strumento in grado di fornire risorse a Paesi che magari rispettano le regole, sono in buona salute finanziaria, ma finiscono in sofferenza a causa di uno choc esterno. Si tratta di risorse comuni, utilizzate anche per la stabilità dell'euro". La presunzione di ristrutturazione del debito in caso di necessità, prevista nelle prime ipotesi di riforma del Trattato, "non c'è più. Su questo punto tutti i governi italiani hanno sempre fatto una resistenza fortissima e i falchi rigoristi hanno perso la loro battaglia". Piuttosto,  "il vero punto su cui ci dovremmo soffermarci a riflettere non è se il Mes funzioni o meno, ma se l'Italia ne abbia o meno bisogno. Al momento sicuramente no, ma se avessimo i conti un pò più in ordine, con il debito pubblico su un sentiero in discesa, tutto questo dibattito assumerebbe contorni molto meno accesi".

Carlo Cottarelli
La riforma del Mes che si vorrebbe introdurre "offre una spinta a rendere più facile l'imposizione della ristrutturazione a un Paese in crisi e per questo rappresenta un rischio. Anche se nemmeno l'alternativa che molti dei critici vorrebbero, vale a dire 'soldi gratis', sta in piedi. E' la presunzione che non va introdotta. La ristrutturazione va considerata caso per caso, senza analisi preventive". Il Mes va comunque salvaguardato: "Gettarlo via sarebbe come se uno che sente dolore a una gamba chiedesse di abolire l'ambulanza e non il diritto concesso agli infermieri di amputargliela a prescindere".

Lorenzo Codogno
"Improvvisamente l'Italia si è svegliata e il Mes è diventato un campo di battaglia politico. E, come al solito, i politici usano questi temi soltanto per i loro obiettivi, senza conoscere pienamente ciò di cui stanno parlando. Molte delle preoccupazioni che avevo inizialmente sono state chiarite. In ogni caso, non penso che l'Italia porrà il veto sull'attuale trattato Mes".