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MONDO

Vaticano

Quaresima, messaggio di Papa Francesco che chiede atti concreti ai ricchi: "Servire Dio e gli altri"

"L'inferno è un eterno abisso di solitudine". Monito ai ricchi ad ascoltare le istanze dei poveri.  "La nostra fede si traduca in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo". Questi alcuni passaggi del messaggio del Papa per la Quaresima presentato presso la Sala stampa vaticana dal cardinale Francesco Montenegro

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Papa Francesco e Mons. Montenegro (Archivio Ansa)
Nell'aula Giovanni Paolo II in Vaticano stamane il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ha tenuto una conferenza per presentare il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2016. Insieme a Montenegro, monsignor Giampiero Dal Toso e monsignor Segundo Tejado Munoz, rispettivamente segretario e sottosegretario del Pontificio Consiglio Cor Unum.

"Delirio di onnipotenza" e "solitudine"
"Il superbo delirio di onnipotenza è la radice di ogni peccato" avverte Papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima nel Giubileo straordinario della misericordia. "Tale delirio può assumere anche forme sociali e politiche - osserva il Pontefice - come hanno mostrato i totalitarismi del XX secolo e come mostrano oggi le ideologie del pensiero unico e della tecnoscienza, che pretendono di rendere Dio irrilevante e di ridurre l'uomo a massa da strumentalizzare". E "possono attualmente mostrarlo - prosegue Francesco - anche le strutture di peccato collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull'idolatria del denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e le società più ricche, che chiudono loro le porte, rifiutandosi persino di vederli".

Usare la ricchezza per il prossimo
"L'inferno è un eterno abisso di solitudine", aggiunge il Pontefice, quasi un monito ai ricchi ad ascoltare le istanze dei poveri.  "La nostra fede si traduca in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo".

"Il povero più misero - spiega il Pontefice - si rivela essere colui che non accetta di riconoscersi tale: crede di essere ricco, ma è in realtà il più povero tra i poveri".
Infatti, accusa il Papa, "egli è tale perché schiavo del peccato, che lo spinge ad utilizzare ricchezza e potere non per servire Dio e gli altri, ma per soffocare in sé la profonda consapevolezza di essere anch'egli null'altro che un povero mendicante. E tanto maggiore è il potere e la ricchezza a sua disposizione, tanto maggiore può diventare quest'accecamento menzognero".

Esso "arriva al punto da neppure voler vedere il povero Lazzaro che mendica alla porta della sua casa, il quale è figura del Cristo che nei poveri mendica la nostra conversione. Lazzaro è la possibilità di conversione che Dio ci offre e che forse non vediamo".