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MONDO

L'emergenza

Migranti: l'Ungheria lancia referendum su quote Ue

Al via intanto a Vienna un vertice mirato a coordinare la politica migratoria relativa ai Balcani. Grande assente la Grecia, che non è stata invitata. L'Austria: "Per una soluzione europea serve tempo. Adesso servono misure nazionali"

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Il governo ungherese convocherà un referendum sulle quote obbligatorie di migranti nell'Unione europea. Lo ha annunciato il premier ungherese, Viktor Orban, affermando che le quote ridisegnerebbero la mappa etnica, culturale e religiosa del suo Paese dell'Europa. "Crediamo che introdurre quote per la ricollocazione di migranti senza il sostegno della gente equivalga a un abuso di potere", ha detto Orban, senza precisare quando potrà tenersi il referendum.

Il referendum porrà la domanda ai cittadini ungheresi in questi termini: "E' d'accordo sul fatto che, senza l'autorizzazione del Parlamento nazionale, l'Unione europea possa obbligare l'Ungheria ad accogliere ricollocamenti di cittadini stranieri sul suo territorio?".

Il capo di gabinetto di Orban ha già presentato la domanda all'Ufficio elettorale nazionale. Nei termini della legge sul referendum, bisogna raccogliere 200 mila firme per fissare una consultazione popolare, e il partito di governo Fidesz sta già raccogliendo da tempo firme contro le quote obbligatorie nell'Ue a questo scopo. Non è chiaro se l'Ufficio accetta le firme già raccolte, o bisogna ricominciare con la domanda precisata oggi. Comunque non c'è dubbio che le firme necessarie saranno a disposizione presto, e che una larga maggioranza degli elettori rifiuterà ogni ricollocamento.

Summit su rotta balcanica
Al via intanto a Vienna un vertice mirato a coordinare la politica migratoria relativa ai Balcani, a cui partecipano tutti i Paesi della regione. Grande assente però la Grecia, che non è stata invitata nonostante sia il primo Paese dell'Ue e dello spazio Schengen in cui arrivano i rifugiati che provengono dalla Turchia. E non ci saranno neanche rappresentanti dell'Unione europea. L'Austria ha convocato i responsabili di Interno ed Esteri di Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia, Kosovo, Montenegro, Bulgaria e Macedonia. La Grecia "non abbiamo considerato rilevante che partecipi", ha spiegato a Efe il portavoce del ministero dell'Interno dell'Austria, Karl-Heinz Grundböck. La posizione di Vienna in proposito è che domani si terrà a Bruxelles una riunione dei ministri dell'Interno dell'Ue e che la riunione di oggi è invece un confronto differente su temi specifici.

Grecia: da Austria 'atto non amichevole' 
"L'esclusione del nostro Paese dall'incontro" organizzato dall'Austria sulla crisi dei profughi "viene visto come un atto non-amichevole, poiché dà l'impressione che alcuni, in nostra assenza, stiano accelerando decisioni che ci riguardano direttamente", così il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias, secondo Ethikamerini on-line.

L'Austria: "Servono misure nazionali"
"Tutti vogliamo una soluzione europea, ma il problema è quando questa possa arrivare. Per una soluzione europea serve tempo. Adesso servono misure nazionali". Lo ha detto la ministra degli Interni austriaca Johanna Mikl-Leitner, sottolineando che la conferenza dei Balcani serve a stoppare il flusso dei profughi.

L'Austria sta pianificando e verificando l'opzione di controlli alla frontiera con l'Italia, sul Brennero. Secondo un portavoce del ministero dell'Interno, sentito dall'agenzia austriaca APA, il piano della direzione regionale della polizia del Tirolo per i controlli verso l'Italia è arrivato oggi al Ministero dell'Interno.