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MONDO

Amnesty: pressioni Ue hanno spinto polizia italiana a "linea dura" sui rifugiati. Morcone: falsità

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Le pressioni dell'Unione europea all'Italia per adottare una "linea dura" sui rifugiati e sui migranti ha portato a espulsioni illegali e a maltrattamenti che in alcuni casi possono sfociare nella tortura. Lo sostiene un nuovo rapporto di Amnesty International.

Nel report "Hotspot Italia: come le politiche dell'Unione europea portano a violazioni dei diritti di rifugiati e migranti", Amnesty parla di percosse, scosse elettriche e umiliazioni sessuali. Il rapporto dimostra che l'approccio sponsorizzato dall'Ue non sta solo minando il loro diritto di chiedere asilo, ma ha alimentato terribili abusi. "Nella loro determinazione a ridurre il movimento dei rifugiati e dei migranti verso altri Stati membri, i leader europei hanno spinto le autorità italiane ai limiti - e non solo - di ciò che è legale", ha detto Matteo de Bellis, ricercatore di Amnesty International su Italia.

"Il risultato è che le persone traumatizzate, che arrivano in Italia dopo viaggi strazianti, sono sottoposte in alcuni casi a terribili abusi da parte della polizia, così come a espulsioni illegali". 

Pioggia di smentite. Morcone: falsità
Pioggia di smentite - dalla Ue, dalla polizia, dal Viminale - sul rapporto di Amnesty. Il primo a replicare senza mezzi termini p stato il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento del Viminale sull'immigrazione, che oggi alla Camera, nel corso della presentazione di un libro dedicato proprio al tema dei migranti, ha bollato come "cretinaggini" quelle contenute nel report dell'organizzazione per i diritti umani. "Che le forze di polizia operino violenza sui migranti è totalmente falso. Sono rimasto sconcertato - ha detto -. Negli hotspot - ha aggiunto Morcone - sono presenti rappresentanti dell'Alto commissariato per i rifugiati e dell'Oim: o si sono distratti, o Amnesty sta facendo un'operazione a Londra, perché è lì, e non in Italia, che Amnesty costruisce i suoi rapporti".

Netto anche il capo della polizia, Franco Gabrielli: "Le informazioni di cui si avvale il rapporto di Amnesty fanno riferimento a presunte testimonianze raccolte in forma anonima di migranti che non risiedevano in alcun hot spot. Pertanto, a tutela dell'onorabilità e della professionalità dei tanti operatori di polizia che con abnegazione e senso del dovere stanno affrontando da lungo tempo questa emergenza umanitaria, smentisco categoricamente che vengano utilizzati metodi violenti sui migranti sia nella fase di identificazione che di rimpatrio". Ma Amnesty non fa nessuna marcia indietro, difende il proprio report, "un lavoro di ricerca molto serio".