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EUROPA

Proponiamo meccanismo di solidarietà

Migranti, Johansson: "Europa al fianco dell'Italia, bloccheremo partenze"

"Sto contattando i governi dell’Unione per mettere i piedi un sistema di ridistribuzione volontario e provvisorio per aiutare l’Italia ad affrontare l’estate" ha spiegato la Commissaria Ue agli Affari Interni

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"Stiamo già parlando con le autorità libiche e con il governo ad interim di Abdel Hamid Dbeibah ci sono riscontri e opportunità positive, sono pronta a impegnarmi per esplorare la possibilità di chiudere un nuovo accordo con la Libia senza aspettare le elezioni di dicembre". Lo dice, in un'intervista a Repubblica, Ylva Johansson, commissaria Ue agli Affari Interni. I tempi per questi accordi però non sono immediati: "Sto contattando i governi dell’Unione per mettere i piedi un sistema di ridistribuzione volontario e provvisorio per aiutare l’Italia ad affrontare l’estate".

Secondo Johansson, "è fondamentale che l’Italia riceva la solidarietà europea. Abbiamo imparato che la ridistribuzione volontaria non è abbastanza e dunque l’approvazione della riforma delle politiche migratorie con i ricollocamenti obbligatori è essenziale. Negli ultimi mesi siamo andati avanti piano perché a causa del Covid abbiamo avuto pochi incontri fisici con i ministri mentre un tema così divisivo va affrontato guardandosi negli occhi. A breve potremo riprendere a vederci di persona e andare avanti". Ci vorrà tempo, spiega, ma intanto "sono in contatto con i governi per organizzare una rete di aiuti volontari, di ridistribuzione volontaria che possa aiutare l’Italia nei mesi estivi fino a quando non approveremo la riforma Ue". E prosegue: "Non so ancora se procederemo con una seconda dichiarazione come quella di Malta o se useremo un meccanismo diverso. Oggi sarò con il ministro Lamorgese in Tunisia per un accordo globale che da un lato consenta al Paese di riprendersi dalla forte crisi economica causata dal Covid, dall'altro per fornirgli le risorse per contrastare i trafficanti di esseri umani".

"Se vogliamo salvare vite - ha spiegato - la cosa più importante è fare in modo che i migranti non partano, non comincino proprio questi viaggi trovando l'occasione di intraprendere dei percorsi legali o anche di trovare lavoro nel loro paese e poi gestire meglio le frontiere. Con il nuovo patto proponiamo - ha sottolineato - un meccanismo di solidarietà specifico per l'Italia. Ogni anno con un anno di anticipo ci sarà un numero prefissato di rilocalizzazioni, per cui chi arriverà in Sicilia, per esempio, verrà mandato nei Paesi membri che si sono impegnati per quel numero di migranti. Questo è un meccanismo che ha la prevedibilità necessaria e spero che il nuovo patto per la migrazione verrà approvato presto".

Alla domanda se si possa usare con la Libia lo stesso metro usato con la Turchia per bloccare i flussi migratori, ha risposto: "Ogni paese membro ha bisogno di un approccio specifico, particolare. Non possiamo fare 'taglia - incolla', dobbiamo tenere conto delle situazioni specifiche dei vari paesi partner. E' vero però che dobbiamo lavorare insieme a questi paesi per poter gestire le frontiere la migrazione, anche perché i giovani abbiano più opportunità. La Libia non è un paese sicuro nel suo insieme però noi dobbiamo salvare delle vite ed è un obbligo anche della Guardia costiera libica di salvare delle vite in pericolo in mare, è un obbligo per tutti i Paesi, fa parte del diritto internazionale. Quello che dobbiamo fare - ha concluso - è investire per dare migliori mezzi al fine di gestire questa situazione".