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MONDO

Rapporto della visita nei centri di Manus e Nauru

Migranti, il relatore Onu accusa l'Australia: trattamento inumano

Il regime di detenzione offshore - ha detto Crépeau  - è un "trattamento crudele, inumano e degradante, ingiustamente punitivo e illegale secondo il diritto internazionale, che macchia la buona reputazione dell'Australia in materia di diritti umani"

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Brisbane proteste contro trattamento ai migranti, foto archivio
L'Australia ha una responsabilità "chiara e innegabile" per i danni fisici e psicologici provocati dal suo regime di detenzione illegale degli oltre 1.400 richiedenti asilo e profughi, trattenuti a tempo indefinito nell'isola di Manus in Papua Nuova Guinea e nel piccolo stato-isola di Nauru, nel Pacifico, dopo essere stati intercettati in mare. Lo afferma il relatore speciale dell'Onu sui diritti umani dei migranti, Francois Crépeau, nel rapporto appena diffuso sulla sua visita nei due centri lo scorso novembre.

Il regime di detenzione offshore - aggiunge Crépeau  - è un "trattamento crudele, inumano e degradante, ingiustamente punitivo e illegale secondo il diritto internazionale, che macchia la buona reputazione dell'Australia in materia di diritti umani".

"I problemi di salute mentale sono dilaganti, specialmente disturbi da stress post-traumatico, ansia e depressione", scrive Crépeau.

"Molti profughi e richiedenti asilo sono in una dieta costante di sonniferi e antidepressivi. Anche i bambini mostrano segni di angoscia e molti adolescenti sono già trattati con antidepressivi".  

Nel suo rapporto di 21 pagine, il relatore speciale rileva che molti di essi non si sentono al sicuro. "Molti riferiscono di incidenti di abusi verbali, attacchi fisici, stupri o furti da parte della comunità locale, ma anche da parte delle guardie di sicurezza. Nonostante le denunce alla polizia, nessuno viene considerato responsabile e data la mancanza di fiducia verso la polizia locale, spesso gli incidenti non vengono denunciati".  

Il relatore ha al contrario elogiato come "esemplare" il programma formale dell'Australia di protezione umanitaria di profughi, citando in particolare l'accoglienza addizionale di 12 mila rifugiati dai conflitti in Siria e in Iraq come "contributo prezioso e positivo al problema globale della dislocazione forzata".    

Il governo di Canberra, in una risposta formale, respinge il rapporto di Crépeau, denunciando errori nelle sue conclusioni e sostenendo che la forte politica di protezione dei confini consente di dare "un contributo generoso agli sforzi globali di reinsediamento umanitario. La detenzione è una parte importante di un forte controllo dei confini ed è un sostegno al sistema di immigrazione dell'Australia. Assiste nel gestire i rischi potenziali alla comunità australiana - compresi i rischi di sicurezza, salute e carattere - e assicura che le persone siano raggiungibili se devono essere rimosse". 

I migranti devono abbracciare i valori australiani
Il primo ministro australiano Malcom Turnbull, martedì scorso, ha dichiarato che i migranti devono abbracciare completamente "i valori australiani" se vogliono diventare cittadini. Parlando al parlamento, a Camberra, il primo ministro ha sollecitato l'opposzione ad approvare la legge - prevista in discussione questa settimanana - che prevede un nuovo test di cittadinanza.  In base ai cambiamenti proposti in aprile, ai migranti sarebbe richiesto di superare un test di alfabetizzazione inglese, e dovranno anche rispondere sui loro valori - in tema di matrimoni fozati, sessimo e uguaglianza di genere. "Introdurremo una legislazione sui requisiti per ottenere visti e cittadinanza al fine di assicurare che i nuovi membri della nostra società abbraccino i nostri valori e contribuiscano positivamente alla società asutraliana - indipendentemente dal loro origini o credenze religiose".