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ITALIA

I legali: "Mai visto tanto carcere preventivo per corruzione"

Mondo di mezzo: accolta istanza, arresti domiciliari per Salvatore Buzzi

Dopo cinque anni di carcere e dopo che la Cassazione ha fatto cadere l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, la Corte d'Appello ha accolto l'istanza di scarcerazione

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Salvatore Buzzi, ex ras delle cooperative romane e figura-chiave nel processo al "Mondo di Mezzo", va agli arresti domiciliari dopo cinque anni di carcere. A deciderlo la terza sezione della Corte d'Appello di Roma che ha accolto l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Buzzi, gli avvocati Piergerardo Santoro e Alessandro Diddi.

Buzzi, tramite i suoi legali, aveva chiesto la revoca o la sostituzione della misura della detenzione in carcere dopo che la Cassazione, il 22 ottobre scorso, aveva fatto cadere l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Buzzi è stato condannato in secondo grado a 18 anni e 4 mesi. Dopo la decisione della Cassazione per l'altro condannato eccellente nell'inchiesta Mondo di Mezzo, l'ex Nar Massimo Carminati, è stato revocato il 41 bis, il regime di carcere duro. Ora che il giudizio è cambiato, il ras delle coop lascerà nelle prossime ore il carcere di Tolmezzo. 

Sempre per effetto della decisione della Cassazione in nove sono entrati in carcere in applicazione della legge 'Spazzacorrotti', che ha introdotto "misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici". Tra loro l'ex presidente dell'Assemblea Capitolina, Mirko Coratti, che deve scontare una pena residua di 3 anni, 7 mesi e 6 giorni di reclusione e l'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone, per una pena residua di 3 anni, 11 mesi e 16 giorni. 

Dai legali di Buzzi, Piergerardo Santoro e Alessandro Diddi, è stata espressa soddisfazione. "E' stata messa fine a una strana e distorta pagina di giustizia italiana" hanno dichiarato. "Finalmente è stata riconosciuta l'effettiva entità dei fatti contestati a Buzzi e quindi oggi è giusto che la carcerazione sia revocata. Mai visto tanto carcere preventivo per reati di corruzione". "Una prima istanza era stata rigettata un mese fa, ma un calcolo preciso dei termini di custodia cautelare ci ha fatto pronosticare che fra poco più di un mese e mezzo la misura si sarebbe estinta e a questo punto abbiamo osato riproporre gli arresti domiciliari alla Corte di appello di Roma che ce li ha accolti". 

"Cesura con il passato"
Salvatore Buzzi ha ammesso i reati di corruzione, e tale sua "condotta costituisce segno della cesura con il passato deviante foriero di pericolosità sociale". In più anche le cooperative sociali, da tempo sotto sequestro e a lui una volta riconducibili, "sono state sottratte a qualunque sua disponibilità". Inoltre l'associazione per delinquere di cui avrebbe fatto parte assieme all'ex esponente dei Nar Massimo Carminati è cessata il 2 dicembre 2014, quando furono eseguiti gli arresti, e quindi sono trascorsi ben cinque ani dalla data in cui è cessato il vincolo associativo. Tutto ciò, per la terza corte d'appello di Roma che ha concesso oggi gli arresti domiciliari al 'ras' delle cooperative, non può non comportare un giudizio di attenuazione delle esigenze cautelari nei confronti di Buzzi i cui termini di custodia massimi scadranno il prossimo 16 gennaio 2020, scadenza che "induce logicamente a ritenere che la misura restrittiva abbia già concretamente garantito tutte le esigenze cautelari ravvisate in questi anni. Il suo protrarsi finirebbe per integrare una punizione ulteriore".