MONDO
Parla l'ex stagista della Casa Bianca
La verità di Monica. La Lewinsky rompe il silenzio dopo 15 anni: "Relazione con Bill fu consensuale"
In un articolo pubblicato nel prossimo numero dell'edizione Usa di Vanity Fair la donna, ora 40enne, parla della sua storia tra il '95 e il '96 con l'ex presidente, Clinton irrompendo così nella corsa alle presidenziale del 2016
Torna a parlare dopo 15 anni. Quindici anni di silenzio e 40 anni sulle spalle. Aveva 20 anni Monica Lewinsky quando scoppiò il caso: lei era una stagista alla Casa Bianca tra il 95 e il 96 ed ebbe una storia di sesso con l'allora presidente Clinton. Una storia che ha fatto tremare la Casa Bianca e lui, il grande bugiardo.
In un articolo pubblicato nel prossimo numero dell'edizione americana di Vanity Fair, la Lewinsky è netta: Clinton si approfittò di lei. Una relazione 'vera' e che lei definisce consensuale. Anche se alla fine ci furono abusi, quando l'entourage di Clinton cercò di screditarla e gli oppositori del presidente cercarono di usarla come pedina politica.
Nei passaggi resi noti in anticipo, Lewinsky afferma di essere probabilmente il primo capro espiatorio dell'era di internet e di volere parlare a nome delle altre vittime delle umiliazioni online. E se tutto questo fosse una mossa dei repubblicani per screditare Hillary Clinton papabile candidata dei democratici alle prossime presidenziali del 2016? La tempistica è perfetta: i repubblicani hanno già fatto sapere che non considerano archiviato lo scandalo degli anni '90 e che potrebbero usarlo in campagna elettorale.
In un articolo pubblicato nel prossimo numero dell'edizione americana di Vanity Fair, la Lewinsky è netta: Clinton si approfittò di lei. Una relazione 'vera' e che lei definisce consensuale. Anche se alla fine ci furono abusi, quando l'entourage di Clinton cercò di screditarla e gli oppositori del presidente cercarono di usarla come pedina politica.
Nei passaggi resi noti in anticipo, Lewinsky afferma di essere probabilmente il primo capro espiatorio dell'era di internet e di volere parlare a nome delle altre vittime delle umiliazioni online. E se tutto questo fosse una mossa dei repubblicani per screditare Hillary Clinton papabile candidata dei democratici alle prossime presidenziali del 2016? La tempistica è perfetta: i repubblicani hanno già fatto sapere che non considerano archiviato lo scandalo degli anni '90 e che potrebbero usarlo in campagna elettorale.