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SPORT

Maranello

23 anni di Ferrari: dalle auto invendute al marchio più "potente" del mondo

Montezemolo lascia dopo un'epopea di successi sia in pista sia fuori. Record su record nell'era Schumacher e il rilancio del "sogno rosso"

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In 23 anni di guida della Rossa di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo non ha solo vinto 118 gran premi, sei mondiali piloti e otto costruttori. Soprattutto, durante la sua presidenza, la Ferrari si è rilanciata dal punto di vista industriale ed economico, arrivando a diventare il marchio più "powerful" del mondo: ovvero il più influente del pianeta, secondo la classifica di "brand-finance".   

L'esordio
La prima esperienza di Montezemolo a Maranello risale al 1973, come assistente del Drake Enzo Ferrari e responsabile della squadra corse: la Rossa vince in tre anni tre campionati mondiali costruttori e due piloti. E' l'epoca della nascita del mito di Niki Lauda, dell'incidente del Nurburgring e della lotta con James Hunt raccontata nel film "Rush" di Ron Howard.   

La presidenza
Dopo le esperienze in Fiat e a Italia '90, Montezemolo torna a Maranello nel 1991 come presidente e amministratore delegato. Sono anni bui per la scuderia e per l'azienda: la Ferrari latita nelle posizioni di rincalzo dietro a Williams e McLaren e lotta a malapena per il podio, mentre a Maranello le auto invendute restano ferme sui piazzali della fabbrica che vive uno dei suoi periodi più difficili. Montezemolo rifonda innanzitutto la squadra corse, mettendo insieme un team di tecnici dalle idee innovative e dalla mentalità vincente: Jean Todt, Ross Brawn e Rory Byrne.   

Effetto Schumi
L'ingaggio nel 1996 di Michael Schumacher rilancia il mito della Ferrari. Il fuoriclasse tedesco rivince nel 2000 il titolo piloti che mancava addirittura dal 1979. E' solo l'inizio di una cavalcata che lo porterà ad essere il pilota più titolato della Formula Uno: Schumi vince cinque mondiali consecutivi, dal 2000 al 2005, conquistando con la Rossa 72 vittorie e 116 podi.   

Il periodo d'oro
Montezemolo riporta il mito del Cavallino sul tetto del mondo non solo in pista: a Maranello si investono milioni di euro per ammodernare la linea produttiva e per le nuove infrastrutture del reparto corse, mentre i numeri delle vendite superano persino gli obiettivi, con anni record come il 2008, grazie allo sbarco in mercati emergenti come l'Asia o il Medio Oriente.

Il declino
Dal primo ritiro di Schumacher, la Ferrari, complice molti errori e anche un po' di sfortuna, come il mondiale perso da Raikkonen dopo aver tagliato il traguardo da iridato nel 2008 a Suzuka, ha vinto solo due titoli costruttori. Nemmeno l'arrivo di Fernando Alonso ha invertito questo trend negativo e proprio il 2014, che doveva essere l'anno del rilancio, si sta rivelando come il peggiore dell'ultimo ventennio con la Rossa lontana anni luce da Mercedes e Williams. Il team principal Stefano Domenicali, travolto dai risultati negativi, ha lasciato solo pochi mesi fa, sostituito da Marco Mattiacci, manager vincente in ambito aziendale ma con poca esperienza sulla pit lane. E nel 2013, l'azienda ha annunciato per la prima volta dopo anni una riduzione della produzione di auto per salvaguardare l'esclusività del marchio.