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ITALIA

Via Caetani, 39 anni fa il ritrovamento del corpo di Aldo Moro. Grasso depone una corona di fiori

La figlia dello statista ucciso dalla Brigate Rosse: per lo Stato mio padre non fu vittima del terrorismo

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Il presidente del Senato Pietro Grasso ha deposto una corona di fori, anche a nome del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si trova in visita di Stato in Argentina, in via Caetani dove 39 anni fa fu fatto ritrovare dalle Br il corpo senza vita di Aldo Moro nella Renault 4 rossa, a pochi metri dalla sede del Pci e della Dc. Presenti, fra gli altri, anche il ministro dell'Interno Marco Minniti e la sindaca di Roma Virginia Raggi. Grasso si è fermato alcuni minuti in raccoglimento mentre risuonavano le note del silenzio. 

"Basta. Non parteciperemo più a nessuna celebrazione per questo ennesimo e terribile 9 maggio. Non ne posso più dell`indifferenza e della bruttezza della politica". Lo ha detto in una intervista al Corriere della Sera Maria Fida Moro, figlia di Aldo Moro, lo statista assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978. Proprio il giorno di quella morte è diventato, dal 2007, la Giornata della Memoria dedicata alle vittime del terrorismo.

"Voglio costringere lo Stato - spiega la figlia di Moro - a fare la sua parte. Perché noi, io e mio figlio Luca, continuiamo ad essere tagliati fuori dal riconoscimento della legge per le vittime del terrorismo. Che è applicata a tutti, tranne che ad Aldo Moro. Per questo ho anche chiesto che la giornata cambi data: mi offende e mi ferisce che papà sia l`emblema delle vittime ma per lui la legge non valga". Parla di riconoscimenti economici? "Io mi sto battendo per il principio, non per un fatto economico. Io vorrei che si tornasse a ricordare l`Aldo Moro vivo e quello per cui ha vissuto. E invece no: ci sono terroristi che anche oggi hanno spazio sui media, voce, rispetto. E una vita. A lui si riconosce soltanto il diritto di fare la parte del cadavere in un bagagliaio. Perché per vedere mio padre riconosciuto come un vittima del terrorismo sarò costretta a rivolgermi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. È una cosa che mi farà vergognare ancora di più di essere italiana".