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ECONOMIA

Operazione Unicredit

Mps, Franco: "Non sarà una svendita, soluzione nell'interesse del paese"

"Soluzione strategica, il governo tutelerà i lavoratori"

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Un'aggregazione del Monte del Paschi è nell'interesse del Paese. Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, spiega davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato i motivi per i quali il Tesoro intende andare avanti nell'operazione con UniCredit.

"Non vi sono in questo momento le condizioni per mettere in discussione l'impegno di dismettere" la quota di controllo della banca. Il dialogo con UniCredit, l'unica che ha manifestato interesse, è "un'iniziativa doverosa" indica il ministro.

"Questa operazione costituisce soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell'interesse generale del Paese. Un'aggregazione sarebbe motivata sotto un profilo industriale", aggiunge Franco: "Vorrei rassicurare che non si tratterà di una svendita di proprietà statale".

Possibile acquisizione di quota Unicredit da parte del Mef
Al termine dell'aggregazione UniCredit-Mps il ministero dell'Economia potrebbe ritrovarsi azionista della banca di piazza Gae Aulenti, dice Franco nell'audizione.

A valle dell'operazione "è possibile che il ministero dell'Economia riceva azioni UniCredit, ma tale eventuale partecipazione al capitale non dovrebbe alterare gli equilibri di governance. Il ministero e il Governo parteciperanno comunque a tutti i benefici economici di creazione di valore derivanti dall'operazione che deve, necessariamente, avvenire a condizioni di mercato", aggiunge Franco. Il ministro spiega che rimarranno fuori dal perimetro dell'aggregazione "i crediti deteriorati e il contenzioso legale".

Occorre capitale superiore a 2,5 miliardi di euro
"L'esito dello stress test conferma, per Monte dei Paschi, l'esigenza di un rafforzamento strutturale di grande portata", dice il ministro dell'Economia, che poi precisa: "Anche solo riportare i coefficienti patrimoniali della banca sui valori medi delle banche europee richiederebbe un aumento di capitale ben superiore a quello previsto nel piano 2021-2025", che prevede un aumento "tra i 2 e i 2 miliardi e mezzo".

Rispettare gli impegni presi con Ue
Il nuovo piano industriale di Mps "presenta obiettivi non conformi alle richieste della Commissione europea" in particolare la  riduzione costi fissata al 51% dei ricavi da Bruxelles, mentre in base al piano si prevede il 74% nel 2021 e ancora il 61% al 2025. Franco ha sottolineato che "il nuovo piano è subordinato alla interlocuzione con la Commissione europea". 

Governo tutelerà i lavoratori
Mps ha "oltre 21.000 dipendenti. Il governo garantirà la massima attenzione alla tutela dei lavoratori utilizzando gli spazi negoziali e definendo i presidi a tutela dell'occupazione del territorio con una pluralità di strumenti e iniziative. Anche la tutela del marchio rappresenterà una priorità del governo. Il marchio ha un valore non solo storico ma commerciale".

Nessun rischio spezzatino
Franco ha spiegato che "il perimetro oggetto di cessione dovrebbe includere il complesso dei beni, immobili, partecipazioni, contratti e rapporti giuridici inerenti all'esercizio dell'attività bancaria e commerciale del Montepaschi. La definizione esatta sarà disponibile all'esito del processo di due diligence, non vi sono al momento indicazioni che facciano intravedere rischi di smembramento della banca Mps". Il ministro ha poi aggiunto che "andranno ovviamente considerate indicazioni" delle autorità antitrust.