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MONDO

Nono giorno in piazza

​In Myanmar mandato d'arresto per i leader delle proteste. Militari minacciano giornalisti

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La giunta militare del Myanmar ha ammonito la popolazione a non coprire la fuga dei leader della protesta contro i quali sono stati emessi mandati di arresto, invitando a fornire informazioni utili alla loro cattura.   

Gran parte del Paese è sotto tensione dalla scorsa settimana, quando i soldati hanno arrestato Aung San Suu Kyi e destituito il suo governo, ponendo fine a una democrazia nascente dopo generazioni di governo militare. Le forze di sicurezza hanno intensificato gli arresti di medici e altre persone che continuano a unirsi al movimento di disobbedienza civile che ha visto enormi folle riempire le strade dei grandi centri urbani e dei villaggi più isolati.   

La polizia sta ora dando la caccia a sette persone che hanno sostenuto apertamente le proteste, tra cui alcuni dei più noti attivisti pro democrazia del Paese, Min Ko Naing, che ha trascorso più di 10 anni in prigione per aver combattutto contro una precedente dittatura nel 1988, mentre era studente universitario.   

"Stanno arrestando le persone di notte e dobbiamo stare attenti", ha detto in un video pubblicato sabato su Facebook, aggirando un divieto della giunta, ore prima che fosse emesso il suo mandato di cattura. "Potrebbero aumentare il livello della repressione e dovremo essere preparati". 

Nono giorno proteste, militari minacciano giornalisti
Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Yangon per chiedere la liberazione della leader Aung San Suu Kyi, posta agli arresti insieme ad altri centinaia di politici e attivisti dalla giunta militare che ha preso il potere lo scorso primo febbraio. Nel nono giorno di mobilitazione, parte della folla si è concentrata intorno all'ambasciata degli Stati Uniti, che hanno minacciato sanzioni contro la giunta che, da parte sua, ha lanciato un duro avvertimento ai giornalisti stranieri.     

"Informiamo i giornalisti e i gruppi editoriali che non devono scrivere allo scopo di causare tumulti di piazza", si legge in una nota diffusa dal ministero dell'Informazione ai corrispondenti stranieri i Birmania, che sono stati invitati a seguire una non meglio specificata "nuova etica per i media" nel riportare quanto avviene nel Paese. Il nuovo regime ha inoltre intimato ai cittadini di non offrire rifugio ai politici e agli attivisti ancora ricercati ma di denunciarli alla polizia, per non rischiare a propria volta l'arresto.