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ITALIA

Diffuso il video dei momenti successivi alla tragedia

Napoli, 17enne ucciso: famiglia pubblica foto shock. Mercoledì l'autopsia

Nel filmato diffuso dai legali della famiglia di Davide Bifolco, i minuti successivi alla morte del giovane registrati dalle telecamere di una sala scommesse. Parla il legale del carabiniere, ma i familiari: "La dinamica non è quella raccontata dagli agenti"

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Foto LaPresse
Un altro sit in di preghiera per Davide Bifolco, il 17enne di Napoli ucciso nel quartiere Traiano di Napoli da un carabiniere durante un inseguimento. Gli amici e i parenti si sono radunati davanti alla sede della stazione dei carabinieri a piazza Sannazaro e hanno osservato un minuto di silenzio. Il dolore da un lato, la guerra a colpi di verità dall'altro. Quella del carabiniere che ha sparato e quella dei familiari che negli ultimi giorni - oltre ad un video sui momenti successivi alla tragedia - hanno deciso di pubblicare su Facebook le foto scioccanti del cadavere. In due di esse è chiaramente visibile all'altezza del cuore un foro che sarebbe quello di entrata del proiettile esploso dal carabiniere che ha ucciso il ragazzo.

A fare luce sulla verità di quella sera saranno comunque autopsia ed esami balistici, programmati per mercoledì. Resta infatti da stabilire quale delle versioni sia attendibile: il militare sostiene che il colpo sia partito accidentalmente mentre cercava di bloccare il ragazzo, mentre alcuni testimoni e un altro giovane che era in fuga in sella allo stesso scooter, Salvatore Triunfo, affermano che il carabiniere avrebbe puntato l'arma e colpito alle spalle il 17enne.  

L'avvocato del militare: latitante Equabile con i due giovani
Fu il comandante della stazione Rione Traiano a segnalare ai colleghi del Nucleo radiomobile che il latitante Arturo Equabile scorrazzava per le strade del quartiere in sella a uno scooter Honda SH, in mezzo ad altri due giovani: lo ha spiegato al proprio avvocato Salvatore Pane, l'appuntato dei carabinieri che venerdì scorso ha esploso il colpo di pistola mortale. Secondo il militare, non ci sono dubbi che in compagnia di Bifolco e di Salvatore Triunfo ci fosse proprio il latitante e non l'altro ragazzo di nome Enzo che, intervistato dai media e successivamente dal legale della famiglia Bifolco, ha affermato di trovarsi sullo scooter.

Carabiniere: "Inciampato poi partito il colpo"
Enzo, a quanto si è appreso da fonti giudiziarie, non si sarebbe a tutt'oggi presentato agli inquirenti per mettere a verbale la propria versione. Il colpo di pistola, precisa l'avvocato Pane, è stato esploso dal carabiniere con la mano destra mentre con la sinistra il militare tentava di bloccare Salvatore Triunfo, che si divincolava. L'appuntato sarebbe inciampato sul cordolo dell'aiuola colpendo al petto Davide, che si stava rialzando: la traiettoria del proiettile, infatti, sarebbe in diagonale, dall'altro verso il basso. Il fatto che l'appuntato impugnasse la pistola col colpo in canna e senza sicura, sottolinea ancora il legale, è previsto dal regolamento dell'Arma per interventi come quello di venerdì scorso.

Testimoni smentiscono
L'avvocato della famiglia Fabio Anselmo afferma di aver raccolto le dichiarazioni di tre testimoni ''dalle quale emerge un quadro diverso dalla versione fornita dal carabiniere''. Il legale avrebbe ascoltato sia due giovani che erano insieme con Bifolco, sia un terzo testimone oculare ''che non ha alcun rapporto di parentela con la famiglia della vittima'' e che non si sarebbe ancora presentato dagli inquirenti per farsi interrogare.