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MONDO

Egitto

Nasce il nuovo Canale di Suez, ultimo capitolo di una storia iniziata 4mila anni fa

Inaugurata la nuova via d'acqua che unisce Mar Rosso e Mediterraneo, una 'scorciatoia' che a metà '800 cambiò il commercio mondiale e che già gli antichi Faraoni sognavano

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La data di nascita ufficiale del Canale di Suez data 1869, ma la storia della più importante autostrada del mare è in realtà molto più antica, tanto che già nel mondo classico, e persino prima, l'idea di unire i due mari vagheggiava nella mente di chi quelle terre abitava.

La storia del Canale di Suez inizia infatti diversi secoli fa. I primi progetti di una via navigabile che unisse il Mar Rosso al Mediterraneo sembrano risalire addirittura al 1850 a.C., quando il faraone Sesostris III della XII dinastia tentò di costruire una via d'acqua est-ovest che unisse il Nilo con il Mar Rosso a fini commerciali. Intorno al 600 a.C. poi, un altro faraone, Neco II (o Nekau), si imbarcò nella stessa impresa ma non vi riuscì. Fu invece grazie al re persiano Dario I, intorno al 270 a.C., che quei lavori vennero ripresi e portati a termine. Tolomeo II, faraone ellenistico, lo restaurò nel 250 a.C. e nei successivi mille anni il tratto venne modificato, cambiato e distrutto varie volte.    

Nel 30 a.C., racconta Plutarco nella Vita di Marco Antonio, la regina Cleopatra d'Egitto aveva tentato di far passare quello che restava della sua imponente flotta, dopo la battaglia di Azio, attraverso il canale di Suez, per avere accesso al Mar Rosso, ma tuttavia non vi riuscì perché il canale era ormai insabbiato.

Nel 1504 alcuni mercanti veneziani proposero ai sultani mamelucchi regnanti in Egitto di collegare il Mar Rosso con il Mediterraneo tagliando l'istmo di Suez. E di questa possibilità si parlò, in ambiente ottomano, per tutto il corso del Cinquecento, in particolar modo nel 1568 con il gran visir Mehmed Pascià.

Bisognerà attendere Napoleone Bonaparte che nel 1799 propose, durante la sua spedizione in Egitto, di riprendere il progetto di costruire un canale, senza però riuscirvi. Una prima rilevazione, poi rivelatasi sbagliata, concluse infatti che il dislivello tra i due mari era di oltre 10 metri e ciò avrebbe reso necessario un sistema di chiuse. Nel 1833 fu la volta di un ingegnere francese, seguace di Saint Simon, che presentò al viceré d'Egitto Mohamed Ali un progetto, che però non fu attuato.

Solo dopo la metà del XIX secolo l'opera verrà finalmente realizzata, grazie a Ferdinand de Lesseps, diplomatico francese, che riuscì ad ottenere una concessione da Said Pascià, viceré d'Egitto, per mettere su una società (Compagnie universelle du canal maritime de Suez), che costruisse un canale marittimo e che lo gestisse per 99 anni. In poco più di dieci anni, tra il 1858 e il 1869 viene completato il primo moderno Canale di Suez che collegò il Mediterraneo al Mar Rosso, e quindi all'Oceano Indiano, evitando ai mercantili di dover circumnavigare l'Africa per viaggiare tra l'Europa e le Indie Orientali portando enormi vantaggi in termini di tempo e costi. Il progetto definitivo fu redatto dall'ingegnere Alberto Negrelli. Il 17 febbraio del 1867 una prima nave lo attraversò, ma solo il 17 novembre del 1869 venne inaugurato alla presenza dell'imperatrice francese Eugenia.

Già prima della costruzione del canale alcuni trasporti venivano effettuati sulla rotta di questo (non ancora esistente) scaricando le navi e trasportando le merci via terra dal Mediterraneo al Mar Rosso (e viceversa), dove venivano reimbarcate.

Nel 1875, a causa delle gravi difficoltà finanziarie, il pascià Ismail d'Egitto vendette per 4 milioni di sterline la quota del Canale all'Inghilterra. Poi nel 1888 la Convenzione di Costantinopoli decise la neutralità della via marittima, libera e aperta in tempo di guerra e pace a qualsiasi nave civile e militare di ogni Paese.    

Durante la Grande Guerra il Canale fu chiuso ai bastimenti non alleati da francesi e britannici e nella Seconda Guerra Mondiale fu difeso nel corso della campagna del Nord Africa. Il 26 luglio 1956 il Presidente Egiziano Gamal Nasser ne annunciò la nazionalizzazione: al tempo la società di gestione era per il 44% controllato da banche e aziende britanniche e per l'altra metà da francesi. Nel giugno del 1967 venne chiuso durante la guerra dei sei giorni con Israele. Otto anni dopo, nel 1975, con il ritiro delle truppe israeliane dal Sinai il presidente Sadat ne decise la riapertura.