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MONDO

Lettere dal carcere

Russia, Navalny dalla cella attacca Putin: ecco la sua reggia segreta

Il dissidente scrive dal carcere: "Non mi sono pentito di essere tornato", mentre i indicono una manifestazione nazionale il 23. Cremlino: non abbiamo paura. Respinti gli appelli della comunità internazionale: "E' una questione interna alla Russia"

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dal sito palace.navalny.com
"Ciao a tutti dal famigerato blocco speciale del carcere Matrosskaya Tishina, di cui avevo letto solo nei libri". Inizia così la lettera dell'oppositore russo, Aleksei Navalny, in cella in quarantena e isolamento dopo essere stato arrestato domenica all'arrivo a Mosca da Berlino, dove ha passato
cinque mesi per riprendersi dall'avvelenamento subito questa estate.

"Non mi pento di essere tornato. Non avrei potuto agire diversamente e in questo non c'è né sacrificio, né fatalismo. Si tratta di una scelta completamente razionale", si legge nel messaggio pubblicato sui profili social dell'attivista, che è stato costantemente aggiornato anche mentre Navalny si trova in carcere.

"Mi rifiuto di far pace con l'illegalità perpetrata dalle autorità del mio Paese", continua, "mi rifiuto di tacere ascoltando le bugie spudorate di Putin e dei suoi amici, impantanati nella corruzione". "La corruzione, le bugie e l'illegalità rendono la vita peggiore, più povera e più breve per ciascuno di noi", avverte Navalny rivolgendosi ai suoi connazionali. "Allora perché dovremmo sopportarlo umilmente?", spiega, "i mascalzoni che si sono stabiliti al Cremlino da più di 20 anni disegnano ogni giorno un diagramma, ci dividono tutti in tre colonne: chi viene ingannato, quelli che capiscono ma sono rassegnati e coloro che si rifiutano di tacere e combattono come meglio possono".

"La terza colonna", conclude Navalny, "spaventa i cattivi. Quando diventerà abbastanza grande, il loro potere crollerà. Io sto solo facendo del mio meglio per rimanere in questa particolare colonna, nonostante le minacce, un tentato omicidio e ora la prigione. Scegliete la colonna giusta".

La reggia segreta del presidente
Navalny aveva qualche ora prima attaccato frontalmente il presidente russo Putin pubblicando, dalla cella, un'indagine esplosiva sul 'palazzo segreto' del capo del Cremlino, una residenza principesca con 7.500 ettari di parco sulle rive del Mar Nero, nei pressi della cittadina di Gelendzhik.

"Scoprirete come, in questo momento e negli ultimi 15 anni, si sta dando la più grande tangente della storia e si sta costruendo il palazzo più costoso del mondo", si legge nella presentazione dell'inchiesta, pubblicata con un sito dedicato (palace.navalny.com). La storia viene ripresa anche dall'account di Navalny su Twitter



Sostenitori organizzano manifestazione
Il gruppo di sostenitori di Aleksei Navalny ha raccolto l'invito dell'oppositore russo e ha convocato "manifestazioni su vasta scala in tutta la Russia" per la giornata di sabato 23 gennaio. Lo hanno annunciato i collaboratori di Navalny sui social, pubblicando anche le informazioni relative a luogo e orario di raccolta dei manifestanti per ogni città. 

"Ci vediamo nelle piazze del nostro Paese", si legge nel tweet dello staff dell'oppositore, arrestato all'aeroporto Sheremetevo appena arrivato da Berlino. Il giorno dopo una corte russa gli ha inflitto 30 giorni di carcere e Navalny aveva lanciato un appello: "Scendete in piazza, non per me ma per il vostro futuro: nonno-Putin ha paura". 


Mosca però non intende dare ascolto alle richieste pro Navalny, arrivate dai leader stranieri sulla sua situazione e ha fatto sapere di non temere le proteste in Russia.

Niente interferenze dall'estero
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, riferisce l'agenzia Tass, ha tenuto a rimarcare l'interesse di Mosca ad avere buoni rapporti con gli altri Paesi, aggiungendo però che tali rapporti non possono in alcun modo essere definiti "da un solo cittadino" e che "è una questione completamente interna alla Russia, non permetteremo a nessuno di interferire". Peskov, ha stigmatizzato gli "allarmanti appelli" del principale avversario politico del presidente Putin affinché i suoi sostenitori protestino in massa contro la sua detenzione. 

In carcere almeno fino al 15 febbraio
Arrestato ieri al suo rientro in Russia, Navalny è stato condannato, con un processo celebrato in questura, a 30 giorni di carcere. Il 2 febbraio dovrebbe tenersi l'udienza sulla commutazione in pena effettiva dei 3 anni e 6 mesi di reclusione comminati nell'ambito del processo Yves Rocher, mentre appelli per la liberazione dall'Onu, da Biden e dall'Ue.