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ITALIA

168 milioni di euro sequestrati

'Ndrangheta: blitz tra Italia e Svizzera, 75 arresti. 158 gli indagati

L’Operazione della Guardia di Finanza e della Polizia Elvetica coordinata da Dda Catanzaro. Nicola Morra presidente commissione antimafia: ”L'Ndrangheta è una realtà transnazionale”

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Colpite le cosche che controllano principalmente il territorio tra Lamezia Terme e la provincia di Vibo Valentia. L'operazione, che si  è mossa tra l’Italia e la Svizzera, è stata condotta dalla Guardia di Finanza e dalla polizia elvetica. Arrestate 75 persone accusate di essere legate a cosche della 'ndrangheta. Complessivamente gli indagati sono 158, ai quali sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, fittizia intestazione di beni, corruzione ed altri reati, tutti aggravati dalle modalità mafiose.

Indagato Stillani
C’è  anche Ffrancescantonio Stillani 66 anni, già assessore regionale e sindaco di Pizzo, tra le persone indagate nell'operazione, denominata "imponimento", condotta dalla guardia di finanza e dalla polizia Elvetica. Nei suoi confronti la Dda di Catanzaro ipotizza, tra l'altro, il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Imprenditore del settore turistico e agricolo, Stillitani era assessore al lavoro nella giunta regionale guidata da Giuseppe Scopelliti e dal 2013 ha lasciato la politica. Nell'operazione è
indagato anche il fratello Emanuele. Secondo indiscrezioni la Guardia di Finanza ha anche sequestrato il villaggio turistico di proprietà  di Stillitani.
 
Le cosche
Sotto scacco le famiglie della criminalità organizzata calabrese, operanti principalmente nel territorio che collega Lamezia Terme alla provincia di Vibo Valentia. L'operazione, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) di Roma, con il  supporto dei reparti del Comando regionale Calabria, in simultanea con la Polizia Giudiziaria Federale di Berna.
 
I sequestri 
Sequestrati beni per 169 milioni di euro tra Italia e Svizzera. L’operazione è la conclusione di anni di indagini. In campo 700 finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro e dello Scico di Roma, con il supporto dei reparti del Comando regionale Calabria, in simultanea con la Polizia Giudiziaria Federale di Berna. Il coordinamento è della Dda di Catanzaro e dall'Autorità giudiziaria elvetica.
 
Nicola Morra presidente commissione antimafia
"Una complessa operazione della DDA di Catanzaro condotta insieme alla Guardia di Finanza ha portato all'arresto di 75 affiliati di 'Ndrangheta tra Italia e Svizzera, risultando indagate in tutto 158 persone per traffico di droga ed altri reati, e sequestrati beni per 169 milioni di euro. Il mio sincero ringraziamento alla professionalità dello Scico di Roma e il Gico di Catanzaro, oltre che della DDA catanzarese, alle grandi capacità professionali su indagini finanziarie internazionali". Commenta cosi l’operazione di oggi  Nicola Morra, presidente Commissione Antimafia. "Se c'è ancora qualcuno che pensa che la 'Ndrangheta sia solo un problema italiano- conclude Marra-quest'operazione dimostra come invece sia vero il contrario".

Gli incontri per dividersi gli affari
Summit mafiosi per chiarire disguidi e incomprensioni nella gestione degli affari illeciti.  E' quanto hanno documentato i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro e dello Scico di Roma nell'ambito dell'operazione "Imponimento".   Ai summit, secondo quanto emerso, partecipavano gli esponenti di vertice della cosca Anello di Filadelfia e quelli delle cosche Mancuso di Limbadi, Tripodi di Vibo Marina e della'ndrina Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia. Erano loro che trovavano le soluzione per incomprensioni che riguardavano gli affari e le attività economiche che interessavano alla famiglie.  Si va dallo sfruttamento delle risorse boschive, alle pretese dei gruppi dei Lo Bianco e dei Tripodi nei confronti di un imprenditore del settore turistico, Antonio Facciolo, ritenuto organico alla consorteria Anello.

Gli affari non finivano lì. C’era il movimento terra, le acquisizioni immobiliari, il traffico di droga, il riciclaggio per arrivare anche alle truffe all'Inail e agli ormai immancabili rapporti con politici e pubblici amministratori "infedeli". Erano questi i campi di interesse della cosca Anello-Fruci dominante a cavallo tra le province di Catanzaro, nell'area del Lametino, e di Vibo Valentia, cosca disarticolata dall'odierna maxi operazione "Imponimento" eseguita dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Dda guidata dal procuratore Nicola Gratteri.

Armi e soldi
La cosca Anello-Fruci - hanno sottolineato - poteva contare su una considerevole "potenza di fuoco", al punto che è stato sequestrato, tra Calabria e Svizzera, un autentico "arsenale" composto da fucili, carabine, kalashnikov, pistole di diversi calibri e munizionamento.
Sotto sequestro il "tesoro" della cosca, per un valore stimato in oltre 169 milioni di euro, composto da 124 terreni, 116 fabbricati, 26 società, 19 ditte individuali, 84 automezzi, 2 moto e diversi rapporti bancari e finanziari, intestati a loro nome oppure a prestanome.