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ITALIA

Immagini documentano incontri con presunti boss

'Ndrangheta. Si dimette da assessore dopo arresto. Pm: "Da Rosso 15 mila euro in cambio di voti"

In manette sono finite altre 7 persone alle quali vengono contestate anche l'associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro. Meloni: "Finchè non si chiarisce vicenda, Rosso è da considerarsi fuori da FdI". Governatore Cirio: "Sono allibito. Accuse incompatibili con nostro impegno politico"

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Si è dimesso l'assessore Roberto Rosso arrestato questa mattina per voto di scambio nell'ambito di una inchiesta sulla 'Ndrangheta della guardia di finanza di Torino. Secondo quanto si apprende da ambienti politici, la lettera è stata firmata in carcere ed è già nelle mani del governatore Alberto Cirio. Quest'ultimo ha accettato le dimissioni e ha commentato: "Sono allibito per le accuse a Rosso, sono incompatibili con il nostro impegno politico".

Pm: "Da Rosso 15 mila euro in cambio di voti"
Quindicimila euro in cambio della promessa di un pacchetto di voti per le scorse elezioni regionali del 26 maggio 2019. Di questo è accusato dalla Procura di Torino l'assessore piemontese di Fratelli d'Italia Roberto Rosso, finito in manette con altre 7 persone dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione "Fenice" contro la 'ndrangheta nel torinese. Secondo quanto riferito dalla Guardia di Finanza, dall'indagine è emersa la piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari circa "la intraneità mafiosa dei loro interlocutori".

"Secondo le risultanze delle indagini Roberto Rosso è sceso a patti con i mafiosi. E l'accordo ha avuto successo" ha detto Francesco Saluzzo, procuratore generale del Piemonte. Gli investigatori hanno documentato - anche con immagini - diversi incontri tra Rosso e alcuni presunti boss, tra cui Onofrio Garcea, esponente del clan Bonavota in Liguria, anche in piazza San Carlo a Torino

Operazione della Guardia di Finanza di Torino
Dalle prime luci dell'alba, gli uomini delle Fiamme Gialle di Torino hanno eseguito le otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia torinese, nonché sequestri di beni sul territorio nazionale, nei confronti di soggetti legati alla 'ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola e operanti a Torino. Tra le condotte illecite, oltre all'associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, è stato contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso. 

L’operazione si collega all’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella zona di Carmagnola denominata Carminius, condotta dal Gico della Guardia di finanza e dal Ros dei carabinieri per la quale il 18 marzo scorso erano state arrestate 14 persone, 11 di loro sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso considerati legati alla cosca Bonavota di Sant’Onofrio di Vibo Valentia insediati nella zona di Carmagnola e di Moncalieri.

Chi è Roberto Rosso
Entra in politica giovanissimo: a 19 anni è già iscritto alla Democrazia Cristiana e viene eletto consigliere comunale a Trino, il suo paese d'origine. In seguito ricopre i ruoli di vice segretario regionale della Dc piemontese e di consigliere provinciale a Vercelli. Dopo lo scioglimento della Dc, nel 1994 aderisce al movimento politico di Berlusconi Forza Italia e viene eletto deputato alla Camera, dove è confermato per le successive cinque legislature fino al 2013. In questa veste si adopera in commissione Cultura della Camera per determinare la nascita dell'Università del Piemonte Orientale con sede a Vercelli. Nel 2001 ha sfidato Sergio Chiamparino per la poltrona di Sindaco di Torino, perdendo al ballottaggio per 5,74 punti percentuali, ma conquistando al primo turno un record di voti per il centro destra torinese pari a 266.704 voti.

Nel 2002 è diventato Commissario Straordinario di Forza Italia in Friuli-Venezia Giulia e Responsabile Nazionale Rapporti con il mondo del lavoro e con le organizzazioni sindacali di Forza Italia.Roberto Rosso nel 2011 a CevaNel 2004 è stato nominato Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel Governo Berlusconi III. Nel novembre 2006 è nominato responsabile nazionale del dipartimento di Forza Italia Politiche Sociali e Welfare. Nel 2007 fonda la campagna "Noi siamo vercellesi" a sostegno della provincia di Vercelli. Nel 2008 viene rieletto deputato nelle liste de Il Popolo della Libertà.

Il 16 aprile 2010 il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota (Lega Nord) nomina Rosso nuovo Vicepresidente della Regione Piemonte e Assessore regionale al Lavoro. Il 14 luglio, dopo appena tre mesi dalla nomina rassegna le dimissioni dagli incarichi preferendo il ruolo di parlamentare nazionale in seguito a contrasti con il PdL piemontese guidato da Enzo Ghigo.Nel novembre 2010 aderisce al gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia, lasciando il PdL. Il 17 febbraio 2011 ritorna nel PdL dopo un incontro, svoltosi lo stesso giorno, con il Premier Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. Il 5 maggio 2011 viene nominato sottosegretario di Stato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Berlusconi IV. Nel febbraio 2016 annuncia la sua corsa come sindaco di Torino sostenuto da una lista civica col suo nome con cui raccoglie il 5,05% alla pari con Forza Italia.

È attualmente capogruppo di Fratelli d'Italia al Comune di Torino e Vice Sindaco di Trino. Alle elezioni regionali in Piemonte del 26 maggio 2019 viene eletto Consigliere regionale, con Fratelli d'Italia in provincia di Torino, ottenendo 4.777 voti di preferenza. A seguito di ciò diventa Assessore della Regione Piemonte ottenendo l'assessorato ai rapporti con il Consiglio regionale, delegificazione dei percorsi amministrativi, affari legali e contenzioso, emigrazione e ai diritti civili.

Meloni: "Rosso fuori da FdI"
"Roberto Rosso ha aderito a Fratelli d'Italia da poco più di un anno. Apprendiamo che stamattina è stato arrestato con l'accusa più infamante di tutte: voto di scambio politico-mafioso. Mi viene il voltastomaco. Mi auguro dal profondo del cuore che dimostri la sua innocenza, ma annuncio fin da ora che Fratelli d'Italia si costituirà parte civile nell'eventuale processo a suo carico. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso è da considerarsi ufficialmente fuori da FdI. Lo afferma la leader di Giorgia Fdi Meloni.

Le reazioni
"Il presidente Cirio ritiri subito le deleghe all'assessore Rosso, in modo da escluderlo dalla Giunta della Regione Piemonte. Troppo gravi le accuse a suo carico, i cittadini piemontesi non meritano di essere governati da chi è accusato di aver chiesto voti alla 'ndrangheta". Così il gruppo regionale M5S Piemonte in seguito all'arresto dell'assessore regionale. "Spetterà alla magistratura fare chiarezza, alla politica invece toccherà avviare un'opera di pulizia al proprio interno - dicono i pentastellati in una nota -. In particolare in un partito i cui esponenti spesso si riempiono la bocca, a vanvera, di parole come legalità e
sicurezza".

Luv: "Arresto sfigura volto regione"
"Dopo la conferenza stampa in Procura vi diremo di più. Per ora credo che basti il titolo: un assessore con delega agli affari legali, alla legalità e ai rapporti con il Consiglio Regionale arrestato con l'accusa di avere chiesto voti ai clan della 'ndrangheta. Un fatto che, se confermato, basterebbe da solo alle dimissioni di tutta la Giunta Cirio". Così in una nota il capogruppo Luv in Piemonte, Marco Grimaldi.