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MONDO

La cronaca dell'inviato di Rainews24

Nessun compromesso al ribasso. Conte chiarisce posizione Italia al Consiglio Ue

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di Luca MoriconiBruxelles
Il veto non è un bluff. Si fa sempre più teso il Consiglio europeo sulla questione migranti.

Mentre sta per iniziare la cena nella quale si dovrebbe arrivare a un documento condiviso dai 28 stati membri, l’Italia fa sapere che “quello del veto non è un bluff”.

L’ipotesi che Roma dica no a un accordo finale dunque c’è “perché non torneremo a casa senza un segnale” fanno sapere fonti di palazzo Chigi. Le stesse che precisano i punti imprescindibili perché questo segnale arrivi. 

- Condivisione dei salvataggi e degli sbarchi delle navi con migranti. “Quando si arriva in Italia si arriva in Europa”.
- Il modello di gestione del caso Lifeline non deve restare isolato.
- Servono centri di protezione in Africa.
- Cambiamento immediato delle regole di Dublino sui paesi di primo approdo.
- Al rinnovo dei finanziamenti per la Turchia accompagnare il contestuale sblocco dei fondi per la cooperazione in Africa.

L’Italia chiede un accordo a 28, respingendo dunque l’idea della Merkel di una cooperazione rafforzata solo tra alcuni Paesi.  “Siamo pronti a dire no a un documento condiviso”, la precisazione che arriva dalla delegazione italiana. 

Nessun compromesso al ribasso. È arrivato il momento di agire concretamente perché “l’Italia non ha bisogno di attestati ma di fatti”. 
Arrivando a Bruxelles per il Consiglio europeo, Giuseppe Conte chiarisce la posizione italiana sulla gestione dei flussi migratori. “O c’è una disponibilità UE - avverte - o siamo pronti a non approvare le conclusioni del vertice”. Nessuna firma di palazzo Chigi quindi, se non dovessero essere recepite quelle richieste di solidarietà e impegno comune chieste a pie riprese da Roma. 
Nel colloquio con i giornalisti italiani, il premier ha rilanciato la proposta italiana definendola “ragionevole e pienamente conforme ai principi e allo spirito dell’Europa”. Un veto? “È una possibilità che non voglio considerare” risponde, e sarebbe comunque conseguenza di conclusioni non condivise aggiunge il premier che, prima di arrivare al Justus Lipsius, ha avuto un incontro con la cancelliera Angela Merkel. Per questioni di tempo invece non si è svolto il bilaterale con Macron, chiesto dalla delegazione francese.

Altro faccia a faccia quello con Antonio Tajani: il presidente del Parlamento europeo ha chiesto a Conte di appoggiare la riforma di Dublino approvata a Strasburgo che prevede la redistribuzione automatica e obbligatoria dei richiedenti asilo in tutti i Paesi UE. 
Sulla posizione italiana si è espresso anche Jean Claude Juncker: rispondendo a una domanda di RaiNews24, il presidente della Commissione ha detto di non essere preoccupato da possibili veti ma ha aggiunto: “Dobbiamo mostrare solidarietà. L’ho chiesto per 4 anni e sarà fatto”.

Trattative separate. Le posizioni italiane in tema di migranti “non possono entrare in un pacchetto di trattative che comprenda anche i temi economici”. Fonti di palazzo Chigi smentiscono possibili aperture sul fronte della politica migratoria in cambio di concessioni sui conti pubblici. “Se in passato qualcuno ha agito così - si precisa - stavolta le nostre idee sono molto chiare”. Per l’Italia la questione dei movimenti secondari “non e separabile da quella degli sbarchi”. Quindi il problema va affrontato nella sua complessità “tenendo sempre presente che chi sbarca sulle coste italiane sbarca in Europa”. “Siamo a Bruxelles con determinazione ad avanzare le nostre proposte convinti di essere nel giusto”, ripetono le fonti di palazzo Chigi.