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MONDO

Oslo

Nobel per la Pace 2016 al Presidente colombiano Manuel Santos per lo storico accordo con le Farc

Il Comitato ha spiegato: "Il premio deve essere visto come un omaggio al popolo colombiano che, nonostante grandi difficoltà e abusi, non ha mai perso la speranza di una pace giusta, e a tutte le parti che hanno contribuito al processo di pace"

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"Continuerò a ricercare la pace fino all'ultimo minuto del mio mandato perché questo è il cammino da seguire per lasciare un paese migliore ai nostri bambini". Juan Manuel Santos, che è stato insignito oggi del premio Nobel per la Pace, ha investito tutto il suo capitale politico nel raggiungimento di questo obiettivo, mettere fine a una guerra lunga oltre 50 anni, che ha fatto 220mila morti e sei milioni di profughi. E lo storico accordo con le Forze rivoluzionarie di Colombia, firmato il 24 agosto a l'Avana, è il risultato di circa quattro anni di difficili colloqui a Cuba.

Sessantacinque anni, cresciuto in una famiglia dell'alta società di Bogotà, ha studiato alla London School of Economics e ha iniziato la sua carriera come giornalista. Durante la sua carriera da reporter, ha vinto il premio del Re di Spagna per le sue cronache sulla rivoluzione sandinista in Nicaragua. Membro dle Partito liberale colombiano, è stato ministro per il Commercio Estero, delle Finanze e della Difesa. Nel 2005 è stato tra i fondatori del Partito della U, guidato dal suo predecessore Alvaro Uribe e rimase a capo di questa organizzazione fino al luglio del 2006, quando è stato nominato ministro della Difesa. In tale veste ha condotto una vera e propria crociata contro le Farc con l'obiettivo di indebolire il movimento e costringerlo a negoziare. Insomma, da politico di "estremo centro" - come ama definirsi - aveva "fatto la guerra per inseguire la pace", secondo l'opinione più diffusa degli analisti.

Alla guida dalle forze armate colombiane fino al 2009, ha inflitto pesanti colpi alle Farc. Sotto la sua guida l'esercito ha ucciso il comandante Raul Reyes ed è riuscito a liberare Ingrid Betancourt, rapita dai guerriglieri nel febbraio 2002. Nel momento in cui ha fatto il suo ingresso al palazzo presidenziale Casa de Narino, nel 2010, dunque, la guerriglia colombiana era già da tempo il suo nemico numero uno. 

Ammiratore di Winston Churchill, Franklin D. Roosevelt e Nelson Mandela, lettore vorace e appassionato di cinema, Santos ha sempre detto che la sua forza ha la sua origine nella sua famiglia, fondata nel 1988 con Maria Clemencia Rodriguez, soprannominata "Tutina" e madre dei loro tre figli.

Le motivazioni: per aver favorito storico accordo con Farc
Comitato norvegese per il Nobel ricordando nella motivazione "anche il popolo colombiano che non ha mai gettato la spugna e a tutte le parti che hanno contribuito al processo di pace".  E a proposito del referendum che ha bocciato l'accordo, il comitato norvegese ha fato notare che "aver detto no al processo di pace non significa necessariamente che il processo sia morto". 

Il presidente colombiano è stato premiato per i suoi "sforzi tenaci per mettere fine a una guerra civile andata avanti più di 50 anni". Un premio che incoraggia "un processo più che un risultato", come ha detto  la stessa presidente del comitato del Nobel norvegese, la signora Kaci Kullmann Five, "un riconoscimento al lavoro del presidente e anche un forte incoraggiamento a tutte le forze implicate nel processo perchè vadano avanti".

Non sono state premiate le Farc, e del resto sarebbe stato impossibile premiare un movimento di guerriglia. Il Premio, nonostante il no al referendum da parte della popolazione, non va letto come un affronto ai colombiani: "Al contrario", ha detto ancora la presidente del Comitato. "Rispettiamo il processo democratico e il voto, ma il popolo della Colombia non ha detto 'no' alla pace, ma 'no' a questo accordo specifico. Noi ci auguriamo che adesso ci sia  un processo di apertura al dialogo, che si apra questo dialogo alle diverse parti della societa'  colombiane e che il processo sia portato avanti".

Quest'anno in lizza c'erano oltre 300 nomi (tra i quali papa Francesco), ma la presidente ha assicurato che "non è stato più difficile del solito" far cadere la scelta su uno: "Molte candidature erano ottime, ma abbiamo un procedimento di scelta ormai consolidato". 

I commenti dal mondo
"Speriamo che questo premia dia nuovo impulso al processo di pace". Così l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra'ad al Hussein, ha commentato il conferimento del Nobel per la Pace al presidente colombiano, Juan Manuel Santos.

Ingrid Betancourt, rapita dai guerriglieri nel febbraio 2002, ha commentato l'assegnazione del nobel a Santos: "sono molto ottimista per il futuro, con questo premio si annientano le forze oscure che volevano far affondare il progetto di pace con le Farc".

"Congratulazioni a Santos, presidente della Colombia, per il premio Nobel per la Pace. Molto meritato per il suo grande coraggio e il suo impegno nella pace". Lo ha scritto su Twitter il presidente del Parlamento Ue,  Martin Schulz. "Il mio rispetto - ha scritto ancora - va alla reazione calma e serena avuta da Santos dopo il risultato del referendum (che ha bocciato l'accordo di pace con le Farc, ndr) e per la sua totale dedizione per raggiungere un accordo".