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MONDO

Le "liste nere" del mondo: dalla Nuova Zelanda alla Repubblica Dominicana

Arabia Saudita, il Paese dei nomi proibiti: vietato chiamarsi Linda

Impossibile dare ad un figlio il nome di Dio, Re o Regina. Come in Nuova Zelanda, dove dopo un no ai gemelli Fish&Chips è stato approvato Bus Numero 16. In Italia di sicuro non ci si può chiamare Varenne e Venerdì ma ci sono casi controversi e burocraticamente chilometrici. Probitissima la @ in Cina: ha rimandi sessuali

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Linda non può nascere in Arabia Saudita. Alice nemmeno. Fuori legge anche Binyamin, traduzione araba del nostro Beniamino. Per l'Islam è il figlio del profeta Giacobbe. Sono alcuni dei 50 nomi che il Ministero dell'Interno dell'Arabia Saudita ha deciso di bandire perchè - come spiega Gulf News - inadeguati allo stile di vita del regno. Una scelta, quella dei sauditi, che ha precedenti in tutti i continenti. 

La lista dei nomi proibiti in Arabia Saudita
Proibiti i nomi considerati blasfemi perchè non islamici e non arabi. Proibiti i nomi che non rispettano la religione e la cultura saudite. Proibiti quelli "troppo stranieri" e quelli che hanno una connotazione regale come Sumuw (maestà), Malek (sovrano) e Malika (regina). Nella lista nera dei nomi - qui integrale - anche alcuni nomi per i quali, per ora, non è stata data alcuna spiegazione. 

La Nuova Zelanda: no a Mafia No Fear, sì a Benson&Hedges (come le sigarette)
Ben prima dell'Arabia Saudita, a fare il giro del mondo è stata la lista dei nomi proibiti dal Registro delle Nascite della Nuova Zelanda dal 2001. Vietati 75 nomi che potrebbero mettere in imbarazzo gli eredi di chi li ha scelti. Anche qui, e da anni, no a tutti i nomi come Re, Regina e Monarca. No a Lucifero e no anche a Messia. Notissimo il caso della bimba che volevano chiamare Talula Fa La Hula Alle Hawaii, vietato. Bocciati anche Mafia No Fear", "4Real" e persino "Anal". Nutrito il capitolo gemelli. Vietati Fish&Chips, promossi Benson&Hedges - dalla marca di sigarette. Accettati anche Bus Numero 16 e Violenza, ma non Giustizia. Per la cronaca: si vietano tutti i nomi scritti tra parentesi e quelli con uno slash (/) in mezzo. 

In Italia: no a Bottom e Venerdì
La materia, in Italia, è regolata da un decreto del Presidente della Repubblica che stabilsce che non possano essere usati nomi "ridicoli e vergognosi", come ad esempio Venerdì, bocciato dalla Cassazione come Varenne. Come funziona? L'ufficiale di stato civile non può respingere la scelta del genitore, può invece trasmettere gli atti alla Procura della repubblica che deciderà se chiedere una sentenza di rettifica del nome. Tra i no che hanno trovato spazio sulla stampa quello di Chiavari per Bottom (che significa anche fondoschiena), tra i sì che si ricordano quello dell'operazione nostalgia targata Movimento Sociale- Fiamma Tricolore: in cinque paesini della Basilicata a rischio spopolamento nel 2008 vennero offerti 1500 euro a chi chiamava i figli Rachele o Benito. 
 
In Malaysia non puoi chiamarti Testa Puzzolente
In Europa la Svezia ha costretto a fare marcia indietro i genitori che volevano chiamare i figli Superman, Metallica e il facilissimo da pronunciare Brfxxccxxmnpcccclllmmnprxvclmnckssqlbb11116. Niet anche per il patriottico Ikea. Niente nomi di frutta per la Repubblica Dominicana, che vieta anche di chiamarsi come una macchina. Testa Puzzolente è stato comprensibilmente respinto in Malaysia mentre la Cina dice no a tutti i nomi con la @ al suo interno perchè i caratteri rimandano ad un'espressione a sfondo sessuale. 

Gli strani nomi degli Stati Uniti
Ci sono due genitori che in omaggio a Twitter hanno chiamato il figlio Hashtag. Nel 2008, invece, un giudice dell'Illinois ha dato il suo benestare ad un cambio di identità di matrice religiosa. Un autista di autobus ha deciso di cambiare il suo nome in "In God" e il suo cognome in "We Trust", in Italia si chiamerebbe "Crediamo in Dio". Registrato anche il caso di un bimbo il cui affidamento è stato tolto ai genitori dopo la scelta di chiamarlo Adold Hitler. Ma solo di nome.