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ECONOMIA

Anticipazioni

Pil: nel 2020 chiude a -9%, poi rimbalzo con i fondi Recovery

Nella nota di aggiornamento attesa per fine mese la stima si attesta attorno a -9%. Ad aprile l'ipotesi contenuta nel Def era di -8%. 

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Il ministro Gualtieri
Il governo si appresta a ritoccare leggermente al ribasso le stime sul Pil nel 2020. Nella Nota di aggiornamento del Def attesa per fine mese, riferiscono fonti vicine al dossier, l'asticella dovrebbe assestarsi attorno a -9%. La precedente stima, risalente ad aprile e contenuta nel Def, era di -8%. La nuova stima era stata a grandi linee anticipata dal ministro dell'Economia Gualtieri. Si tratterebbe comunque di un numero molto inferiore a quello calcolato dalle grandi istituzioni internazionali. L'Ocse ha previsto per l'Italia -10,5%, mentre a luglio l'Ue aveva stimato -11,2% e a giugno il Fmi -12,8%.

La Nadef (Nota di aggiornamento) sarà il primo banco di prova per la politica economica dopo le urne e in vista dell'autunno. Il governo si appresta a rivedere le stime programmatiche alla luce dell'impatto generato dall'epidemia Covid. .

Nei giorni scorsi lo stesso ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, aveva preannunciato una revisione al ribasso limitata, con un calo a una cifra per l'anno. E anche per il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, la caduta del Pil dovrebbe essere di poco inferiore al 10 per cento, con una successiva, molto graduale, ripresa.L'esecutivo resta prudente sulle prospettive dell'economia ma fiducioso che l'andamento del Pil sia migliore del previsto. Pertanto la revisione al ribasso sarà più contenuta e non in linea con le più recenti previsioni delle grandi istituzioni internazionali. 

Nella Nadef dovrebbe essere indicato un rimbalzo del Pil tra il 4 e il 6% nel 2021 (ad aprile la ripresa era stimata in un +4,7%) favorito dalla spinta che arriverà dalle risorse del Recovery fund, e il percorso di rientro del deficit per gli anni 2021-2023, così come una progressiva discesa del rapporto debito/Pil dal prossimo anno.

Ci sono da riassorbire i 100 miliardi messi in campo con i decreti anti-Covid che sono stati varati da marzo e il debito rischia di schizzare oltre il 160%. Nel Def di aprile l'asticella dell'indebitamento netto era fissata al 10,4% per l'anno in corso per poi scendere al 5,7% nel 2021, mentre il debito pubblico era visto salire al livello record del 155,7% per poi calare al 152,7%.

Il Recovery plan italiano non sarà agganciato all'aggiornamento dei quadro macroeconomico ma la Nadef e la programmazione di bilancio terranno conto delle risorse europee anche se queste non saranno ancora disponibili. Pertanto, sui 209 miliardi del Recovery fund la partita è aperta.

Lo scenario programmatico che verrà delineato nel nuovo quadro dei conti, come ha spiegato Gualtieri, includerà la previsione di utilizzo dei prestiti previsti da Next Generation Eu, oltre che una valutazione e un'articolazione nel tempo dell'impatto dei sussidi sul Pil.

ll governo intende utilizzare 81 miliardi di sussidi per aumentare gli investimenti e dare impulso alla crescita del Pil. Per quanto riguarda invece i prestiti per circa 127 miliardi, c'è la consapevolezza che, se non compensati da riduzione di altre spese, contribuiranno ad accrescere deficit e debito e sarà quindi necessario affiancare al Piano di ripresa nazionale una programmazione di bilancio volta a riequilibrare la finanza pubblica.