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Coronavirus

L'ombra del lockdown incombe sulle grandi città: Milano, Genova, Napoli e Roma sorvegliate speciali

Allo studio l'istituzione di zone rosse nelle aree metropolitane dove più ampia è la circolazione del virus

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All’orizzonte ci sono diverse zone rosse. Se i contagi dovessero aumentare ai ritmi di queste ultime settimane è probabile che si arrivi a istituire dei mini lockdown nelle zone ad alto tasso di contagio. Sorvegliati speciali in questi giorni sono le aree metropolitane di Milano, Genova Napoli e Roma.


E i governatori regionali si preparano: chiedono il consenso al ministro della Salute Roberto Speranza, per "tutelarsi" su ulteriori strette, coprifuoco o provvedimenti di zone rosse. Contatti in corso anche con il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che nonostante il suo stato di isolamento fiduciario (l'ex ministra De Girolamo è positiva) ha sentito al telefono quasi tutti presidenti fornendo il proprio sostegno: l'obiettivo resta "tutelare al massimo lavoro e scuola, ma intervenire territorialmente dove ci sono criticità".  
 
Uno degli allarmi viene dalla Campania, dove il vicepresidente dell'Ordine dei medici di Napoli avverte: "le notizie che arrivano dagli ospedali mi preoccupano molto. Per questo è bene dircelo fuori dai denti, la Campania è malata. Napoli è malata". E il governatore De Luca corre ai ripari con un coprifuoco fotocopia dell'ordinanza della Lombardia, ma fa un passo di lato sulla scuola, autorizzando da lunedì anche le attività delle elementari. Restano chiuse nella regione solo medie e superiori. Dopo un colloquio con il ministrod ell'Interno, Luciana Lamorgese, il governatore ha incassato l'invio immediato di cento militari a supporto dei controlli sul territorio e per il rispetto delle ordinanze anti-Covid. Ma con la possibilità di limitazioni di spostamenti tra province.   Sembra alle spalle anche la polemica del governo con i sindaci, che avevano contestato la stretta sulla movida e le chiusure delle strade "a carico loro".

Altra città sotto osservazione  è Milano. A prevedere un lockdown imminente è  Antonio Giampiero Russo, responsabile Epidemiologia dell'Agenzia di tutela della salute del capoluogo lombardo. Magari, ipotizza, uno stop di due settimane "proseguendo con eventuali altri brevi lockdown a 'fisarmonica'". Secondo l'esperto "è inevitabile con un Rt a2,35. È chiaro che questa volta siamo più consapevoli, le restrizioni potrebbero durare per un tempo minore. La verità è che occorre agire sulla coscienza sociale. I casi a Milano ci dicono che il virus si è riattivato questa estate, con le persone che sono andate ovunque in Spagna, Grecia e Croazia e hanno riportato il virus in casa. Oggi Milano è come era Lodi a marzo". "Certamente - dice ancora Russo - si fanno più tamponi, cerchiamo meglio il virus, ma è anche vero che il virus è cresciuto di più, soprattutto nelle fasce giovani, quelle che hanno figli a scuola e contatti professionali. Se Milano è veloce, è veloce anche il virus".    Rispetto all'impatto sul sistema sanitario "tutte le epidemie corrispondono storicamente a momenti in cui le società hanno dovuto rivedere la propria organizzazione. Ma in questo momento va detto che non è pensabile lasciare stabilmente aperte tante terapie intensive, troppo costose, perché stabilmente abbiamo bisogno di altri tipi di interventi. Dobbiamo piuttosto diventare capaci ad aprire e chiudere rapidamente, come hanno fatto in Cina". Inoltre "sono diventati troppi i tracing: ogni caso porta a 50 interviste, della durata di due o tre ore ciascuna. Occorre una forza lavoro che non abbiamo. Però va detto che la coscienza sociale sta aumentando".


Alta circolazione del virus anche a Genova: "Il virus circola in modo molto importante in Liguria soprattutto nella città di Genova, conferma che questa volta a essere più investite dalla malattia sono le grandi città dove c'è una densità di popolazione molto elevata che non la provincia". E' il trend del contagio dicovid-19 confermato dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stamani a Radio 1. "Tra Genova e il resto della Liguria c'è un differenziale molto importante - spiega -, tanto è vero che abbiamo preso misure specifiche per la città di Genova, come le prendemmo per La Spezia, quando qualche settimana fa fu investita da un cluster". "A Genova il sindaco ha individuato tre zone che saranno vietate alla circolazione e saranno intercluse al passaggio di esseri umani. Su Genova ci sono altre due ordinanze della Regione con un'altra serie di zone dove abbiamo chiuso qualcosa con attività limitate. Cerchiamo di contenere il contagio il più possibile".
 
 
 
In attesa dell'incontro nelle prossime ore tra le citta metropolitane e il Viminale -ora al centro della mediazione con gli Enti Locali - è stata inviata ai Prefetti una circolare del capo di Gabinetto, Bruno Frattasi, che fornisce alcune indicazioni sui profili attuativi del Dpcm sulle misure anti-covid. Tra queste, anche la possibilità di prevedere "una chiusura parziale delle strade o delle piazze, restringendo, cioè, l'accesso senza interdirlo totalmente, con il contingentamento degli ingressi", ovvero accessi 'a numero chiuso'. I sindaci dovranno informare con "adeguati mezzi comunicativi", sia le associazioni di categoria, sia la cittadinanza interessata, della chiusura di piazze e vie a rischio assembramento. Ci saranno margini di flessibilità sul rispetto degli orari e per i controlli, se necessario, è previsto anche l'ausilio dell'esercito.