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Coronavirus

"In alcune aree rischio molto reale di seconda ondata"

Oms Europa: Per affrontare la crisi economica investire nella sanità

"Investire nella  salute e nella protezione sociale - soprattutto quando l'economia è  instabile - è il segno di un'azione politica responsabile" ha detto il direttore regionale per l'Europa  dell'Oms, Hans Kluge

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 "Siamo preoccupati che i Paesi  rispondano a questa crisi nello stesso modo in cui hanno fatto con la  recessione di 10 anni fa, nel 2009: tagliando la spesa sanitaria". A  evidenziarlo Hans Kluge, direttore regionale per l'Europa  dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in conferenza stampa. "Tra il 2008 e il 2013 - ha ricordato - la spesa pubblica per la  salute delle persone è diminuita in circa la metà dei paesi della  nostra Regione. Questi tagli hanno impedito a molte persone di  accedere alle cure sanitarie di cui avevano bisogno. Il bisogno  insoddisfatto di assistenza sanitaria è aumentato in 19 dei 28 paesi  dell'Ue, colpendo 3 milioni di persone in più nel 2013 rispetto al  2008. Inoltre, fino al 9% delle famiglie si è trovato in condizioni di povertà a causa delle spese per assistenza sanitaria", ha ggiunto.  "I paesi che hanno intrapreso la strada dei tagli alla spesa sanitaria - prosegue Kluge - hanno lottato per riprendersi dallo shock  economico. Dobbiamo imparare dagli errori del passato. Oggi, la nostra priorità deve essere quella di investire nella salute, investire nella protezione sociale e, soprattutto, evitare l'austerità, che ha  devastato la vita di così tante persone in Europa. Investire nella  salute e nella protezione sociale - soprattutto quando l'economia è  instabile - è il segno di un'azione politica responsabile"

Non ci può essere ripresa economica senza il controllo dei contagi
"Non può esserci ripresa economica  senza che la trasmissione del coronavirus sia posta sotto controllo".  E' il monito di Hans Kluge, direttore regionale per l'Europa  dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in conferenza stampa.  "L'Europa - ha ricordato - sta entrando in una recessione economica.  La produzione economica è destinata a crollare nella prima metà del  2020 e la maggior parte della contrazione avrà luogo nel secondo  trimestre. Si prevede che poi riprenderà, supponendo che il virus sia  posto sotto controllo. Secondo le previsioni economiche di primavera  dell'Ue, si prevede che il Pil si contrarrà di circa il 7,5%  quest'anno, molto di più rispetto alla crisi finanziaria globale nel  2009, e che aumenterà di solo il 6% nel 2021. Questo lascerebbe  l'economia europea a un livello di circa il 3% inferiore rispetto alle previsioni".

In  Europa 2 milioni di casi e oltre 175.000 morti
"Oggi sono passati poco più di 4  mesi da quando i primi casi del nuovo coronavirus sono stati segnalati ufficialmente nella Regione Europea dell'Oms. Sono ora oltre 2 milioni i casi confermati di Covid-19 in tutta la Regione e, tragicamente,  sono morte oltre 175.000 persone. Il 94% di tutti i decessi da  Covid-19 riguardava persone di età pari o superiore a 60 anni e il 59% di tutti i decessi è avvenuto negli uomini", ha dichiarato Hans Kluge, direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della  sanità (Oms), in conferenza stampa. "Il 97% di tutti i decessi con informazioni disponibili - ha  illustrato - presentava almeno una malattia sottostante, soprattutto  patologie cardiovascolari. Negli ultimi 14 giorni i casi cumulativi nella Regione Europea sono aumentati del 15% e la Regione rappresenta  ancora il 38% dei casi e il 50% dei decessi a livello globale. I  cinque paesi europei che hanno riportato il numero cumulativo più elevato di casi confermati di Covid-19 negli ultimi 14 giorni sono la  Federazione russa, il Regno Unito, la Turchia, la Bielorussia e  l'Italia. Spagna, Italia, Regno Unito e Francia continuano a  rappresentare il 72% di tutti i decessi di Covid-19 nella regione".   "Forse una cifra meno segnalata, ma altrettanto allarmante, è che  dall'inizio di marzo sono stati segnalati oltre 159.000 morti in  eccesso, in coincidenza con la pandemia, da 24 paesi europei. Si  tratta di decessi in più rispetto a quelli che ci saremmo aspettati  normalmente in questo periodo dell'anno".

In alcune aree rischio molto reale di una seconda ondata
"Il rischio di una seconda ondata  di contagi da nuovo coronavirus è molto reale in alcune aree. Dobbiamo imparare la lezione che abbiamo avuto dalla prima ondata, ad esempio  considerando che la disponibilità di dispositivi di protezione  personale è cruciale", ha sottolineate  Kluge.  "Dobbiamo proteggere soprattutto gli operatori sanitari che lavorano  in prima linea - ha aggiunto - e voglio ricordare che nessuno è al  sicuro finché tutti non saranno al sicuro".