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Coronavirus

Le misure contro il Covid-19

Coronavirus, l'Oms: speranza di un vaccino efficace entro l'anno

"C'è speranza che entro la fine di quest'anno possiamo avere un vaccino", ha auspicato il numero uno dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus

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C'è speranza che un vaccino efficace contro il Covid-19 sarà pronto entro la fine di quest'anno: lo ha detto il capo dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, come riporta la Bbc.

Al termine della due giorni che ha visto riunito l'executive board dell'Oms, Ghebreyesus ha sottolineato che il mondo deve usare "tutti gli strumenti in suo possesso" per mettere fine alla pandemia e tra questi vi sono anche i vaccini. "C'è speranza che entro la fine di quest'anno possiamo avere un vaccino", ha auspicato il numero uno dell'Oms.

Al momento sono una quarantina i vaccini in fase di trial clinici, tra cui quello sviluppato dall'Università di Oxford, già in fase avanzata di test. Ghebreyesus non ha però dato particolari su quale dei vaccini potrebbe essere disponibile entro il 2020.

Oms, vaccino entro 2020, tutti i possibili candidati
Senza volere accelerare come il presidente Usa Trump, che spera di annunciare il vaccino anti-Covid prima delle elezioni di inizio novembre, anche l'Oms pensa dunque che i tempi possano essere più rapidi del previsto e che un vaccino efficace possa essere trovato entro la fine dell'anno. Sono almeno 92 i candidati vaccini che si trovano attualmente nella fase dei test pre-clinici su animali, mentre per un'altra quarantina si è già passati alla sperimentazione umana. Di questi, però, solo 9 hanno già raggiunto la fase 3, quella che prevede l'inoculazione a migliaia di volontari, mentre altri tre hanno ottenuto la successiva approvazione per un uso limitato. Gli esperti stimano che con un processo accelerato per lo sviluppo di un vaccino un candidato possa arrivare sul mercato in circa 12-18 mesi dall'inizio della fase di ideazione. Ecco quali sono gli 11 vaccini in fase di sperimentazione più avanzata secondo l'aggiornata mappa del New York Times.

Stati Uniti
La casa farmaceutica americana Moderna ha sviluppato un vaccino basato ad mRNA, che produce proteine virali nel corpo. Il governo Usa ha contribuito alle ricerche con un finanziamento di quasi 1 miliardo di dollari. Le ricerche portate avanti in partenariato con i National Institutes of Health, hanno dimostrato che il vaccino protegge le scimmie dal coronavirus. Il 27 luglio, è iniziata la fase 3 che coinvolge negli Usa 30 mila persone in 89 luoghi diversi. L'11 agosto, l'amministrazione Trump ha dato un ulteriore finanziamento di 1,5 miliardi di dollari in cambio di 100 milioni di dosi, se il vaccino risulterà sicuro ed efficace.  Sempre negli Usa, altri due candidati vaccini sono recentemente entrati nella fase 3 della sperimentazione: quello messo a punto dal Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston con Johnson&Johnson, un Adenovirus 26 sperimentato da settembre su 60 mila volontari, per il quale il governo ha investito 456 milioni di dollari, e quello ottenuto da Novovax, Maryland, fissando le proteine in microparticelle e in via di sperimentazione nel Regno Unito da settembre, negli Usa da ottobre. 

Germania
La società tedesca BioNTech ha stretto collaborazioni con la Pfizer, con sede a New York, e con la casa farmaceutica cinese Fosun Pharma per sviluppare il vaccino ad mRNA. La versione denominata BNT162b2 è stata quella che ha causato meno effetti collaterali nelle fasi 1 e 2 - tra cui febbre e stanchezza - motivo per cui e' stata scelta per la fase successiva 2/3, al via dal 27 luglio su 30 mila volontari negli Stati Uniti, oltreché in Argentina, Brasile e Germania. Sempre a luglio, l'amministrazione Trump ha stipulato un accordo da 1,9 miliardi di dollari per la consegna di 100 milioni di dosi entro dicembre e ha messo una opzione sull'acquisto di altri 500 milioni di dosi. Anche il Giappone ha bloccato 120 milioni di dosi e la Ue ha messo a punto l'acquisto di 200 milioni di dosi. Entro ottobre dovrebbe arrivare il parere definitivo sulla sua efficacia. Se questa ulteriore fase dovesse andare a buon fine, la Pfizer dovrà produrre in tutto 1,3 miliardi di dosi entro fine 2021.

Cina
Sono 3 le realtà entrate nella fase più avanzata dei test. La CanSino Biologics ha sviluppato un vaccino basato sull'adenovirus chiamato Ad5, in partnership con l'Istituto di Biologia dell'Accademia delle scienze mediche militari cinese. L'esercito cinese ha approvato il vaccino lo scorso 25 giugno, autorizzandone l'uso per un anno, classificandolo come "farmaco particolarmente necessario". Il 9 agosto, il ministro della Sanità dell'Arabia Saudita ha annunciato che l'azienda cinese eseguirà test della fase 3 nel Paese mentre altri test sono cominciati in Pakistan. La società privata cinese Sinovac Biotech sta testando un vaccino da virus inattivato, chiamato CoronaVac. La fase 3 è stata lanciata in Brasile, a luglio, e in Indonesia ad agosto. Secondo quanto riferito da alcuni media, a luglio il governo cinese ha concesso un'approvazione d'emergenza per un uso limitato del vaccino. Dopo aver stipulato un accordo con l'Indonesia per la consegna di 40 milioni di dosi entro marzo 2021, la Sinovac ha dato il via alla produzione. L'Istituto di prodotti biologici di Wuhan ha sviluppato un vaccino con un virus inattivato, di cui la società statale Sinopharm ha lanciato la fase di test clinici. La stessa Sinopharm sta testando un secondo vaccino sviluppato da un virus inattivato con l'Istituto di prodotti biologici di Pechino. A luglio, per entrambi, ha preso il via la fase 3 negli Emirati Arabi Uniti, dove 5 mila volontari hanno assunto quello di Wuhan e altri 5 mila quello di Pechino. Ad agosto solo quello di Wuhan è stato testato nella fase 3 in Perù e Marocco. Questa estate, Pechino ha dato l'approvazione a entrambi i vaccini. Secondo Sinopharm, il vaccino potrebbe essere pronto entro fine 2020. 

Gran Bretagna
Il vaccino sviluppato dalla società britannico-svedese AstraZeneca con l'Università di Oxford è basato sull'adenovirus dello scimpanzé, ChAdOx1, risultato protetto dopo i primi test. A maggio, gli Stati Uniti hanno finanziato il progetto con 1,2 miliardi di dollari. E' in corso la fase 2/3 in Gran Bretagna e India e in Brasile, Sudafrica e Stati Uniti procede la fase 3. Ad agosto, l'Unione europea ha raggiunto un accordo con AstraZeneca per la fornitura di 400 milioni di dosi se i trial saranno positivi. La società ha assicurato di aver una capacità produttiva di 2 miliardi di dosi e in India il Serum Institute ha già lanciato la produzione di milioni di dosi da utilizzare nei test. Sulla carta la società pensava di poter produrre dosi di emergenza già ad ottobre, ma il 6 settembre ha interrotto i test globali per studiare una sindrome infiammatoria scatenata in un volontario dopo la vaccinazione. I trial in Gran Bretagna e Brasile sono ripresi il 12 settembre, mentre rimangono sospesi negli altri Paesi; l'Ema ha già avviato le procedure autorizzative per il vaccino.

Russia
L'Istituto di ricerca russo Gamaleya, collegato al ministero della Sanità russo, ha lanciato lo scorso giugno test clinici del vaccino Gam-Covid-Vac, una combinazione di due adenovirus, l'Ad5 e l'Ad26, entrambi generati da un gene del coronavirus. L'11 agosto, a sorpresa, il presidente Vladimir Putin ha annunciato l'approvazione dell'uso del vaccino, ribattezzato Sputnik V, ancora prima dell'inizio della fase 3. Dopo critiche e avvertimenti di esperti scientifici, Mosca ha fatto passi indietro, indicando che l'approvazione era in realtà un "certificato a registrazione condizionata" all'esito positivo della fase successiva dei test clinici. Gli studi diffusi dal Gamaleya relativi alle fasi 1 e 2 hanno evidenziato che Sputnik ha prodotto anticorpi al coronavirus e lievi effetti collaterali. Nel frattempo la Russia ha negoziato accordi per fornire il vaccino ad alcuni Paesi tra cui Brasile e Messico.

Australia
In Australia la fase 3 dei test, in corso presso il Murdoch Children's Research Institute - del magnate australiano Rupert Murdoch, naturalizzato americano - serve a determinare se il vaccino anti tubercolosi del Bacillo Calmette Gue'rin (BCG), sviluppato all'inizio del secolo scorso, può offrire una protezione parziale contro il nuovo coronavirus.