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CULTURA

Sicilia

Palermo capitale della cultura

Il presidente del Consiglio, accompagnato dal ministro della cultura Franceschini in occasione della cerimonia di apertura, è stato ricevuto al Teatro Massimo dal sindaco Leoluca Orlando e dal presidente della Regione siciliana Nello Musumeci nonché dal presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè e l'assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi

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Paolo Gentiloni a Palermo (Ansa)
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è intervenuto alla cerimonia inaugurale di Palermo Capitale italiana della cultura 2018.

"Il Mediterraneo non è mai stato forse come in questo momento, la parte del mondo in cui l'ordine, garantito un tempo dalle super potenze, sembra traballare, ma contemporaneamente, per diversi fattori globali, è una zona del mondo fondamentale per il nostro destino. Se siamo in grado di dare un contributo per il dialogo in questa area, per la ricerca di un riconoscimento reciproco, dobbiamo arrivarci attraverso il dialogo e la cultura, oltre che attraverso la diplomazia, la politica e l'impegno in investimenti. L'Italia e la Sicilia è in prima linea da questo punto di vista". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni, a Palermo. L'Italia, ha ricordato, è il terzo investitore globale in Africa e il primo europeo: "Non è un richiamo solo alla statistica, ma anche all'impegno strategico di questo governo: noi stiamo investendo nel Mediterraneo e in Africa perché pensiamo che da questi investimenti ci spossano essere non solo occasione di business, ma i fondamenti per un nuovo dialogo e per mantenere la pace. A questo impegno Palermo Capitale della cultura può dare un contributo straordinario, facendo affidamento sulla propria storia, sulla propria cultura, geografia e civiltà, e per questo davvero l'Italia ringrazia Palermo". Il presidente del Consiglio ha sottolineato, tra le tante iniziative di quest'anno in città, l'intitolazione a Giorgio La Pira "della forse più importante biblioteca di studi islamici; nel prossimo Cipe credo che ci sarà uno stanziamento da parte del ministero ai Beni culturali. Palermo è il segno del dialogo di cui abbiamo bisogno".

"La speranza di rinascita può e deve investire il Mezzogiorno d'Italia - ha proseguito Gentiloni - anche in Sicilia ci sono dati incoraggianti su export e su altri aspetti: abbiamo fatto un lavoro importante in questi anni e non ci sono mai state condizioni così favorevoli per investire nel mezzogiorno d'Italia come oggi: esistono le migliori condizioni degli ultimi anni in termini di facilitazioni per chi investe, di decontribuzione per i giovani, di progetti". Gentiloni ha inoltre dichiarato: "Ho visto il successo delle trasmissioni televisive dedicate ai siti Unesco. Abbiamo dato l'i'dea di cosa può fare, quando lo fa, il servizio pubblico, quando la Rai fa la Rai... Cose che hanno un grandissimo valore e credo che anche questa è stata la dimostrazione di quanto sia importante la cultura".

Franceschini: dialogo e apertura
Durante la cerimonia di apertura ha preso la parola anche il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini: "La vittoria di Palermo  - ha detto - è stata una vittoria basata su un progetto molto forte, di convivenza, di dialogo e di apertura, una delle caratteristiche con cui la città sta ricostruendo una vera crescita e rinascita e il logo lo rappresenta nel modo migliore possibile. Per Palermo il ruolo di Capitale della cultura non finirà il 31 dicembre 2018, ma continuerà sulla base del lavoro fatto in questi anni. Il capoluogo della Sicilia resterà anche dopo quest'anno Capitale della cultura, del dialogo e soprattutto del Mediterraneo".

"Con 'capitali' in moto meccanismo virtuoso"
Dario Franceschini ha aggiunto: "L'idea di istituire nel nostro ordinamento con una legge la Capitale italiana della cultura è maturata dall'esperienza di Matera capitale europea del 2019, che ha messo in moto una competizione virtuosa tra molte città. Alla fine, sei città sono entrate nella short list e, abbiamo visto come il vantaggio di quella competizione non sia soltanto per le città vincitrice, ma anche per quelle che avevano partecipato perché mette in moto un meccanismo complessivo di progettazione della città che unisce diversi livelli istituzionali, pubblico e privato. Perché la scelta della capitale europea non avviene sulla bellezza o importanza della città ma soprattutto sul progetto che si mette in campo". "Nel caso della Capitale della cultura, il percorso è molto trasparente e porta a un risultato materiale di 1 milione di euro, ma soprattutto a un grande lancio nei media nazionali e internazionali. L'abbiamo visto con la crescita enorme di flusso turismo che ha avuto Mantova e Pistoia l'anno scorso" ha concluso.
 
Il logo in quattro lingue
Un unico simbolo, la P, declinato in arabo, ebraico, fenicio e greco, per sottolineare ancora una volta il ruolo di capitale non solo italiana ma del Mediterraneo, simbolo di accoglienza di culture diverse. È il logo ufficiale di Palermo Capitale italiana della cultura 2018 firmato da Sabrina Ciprì, 22 anni, studentessa palermitana dell'Accademia di Belle Arti e nipote del regista e sceneggiatore Daniele Ciprì. È stato presentato ufficialmente alla città oggi.

Quattro P perché quattro sono i Canti del Teatro del sole, il cuore della città , quattro le lingue incise sulla stele conservata alla Zisa. "Il logo è nato per caso - spiega Sabrina Ciprì -, avevo un'idea e ho cercato di schematizzarla il più possibile e anche nella scelta dei colori mi sono fatta guidare dall'istinto: volevo che chiunque lo guardasse potesse immaginare Palermo con il mare, le cupole, le luminarie della festa, il verde e i teatri". Per chiedere consigli la giovane studentessa ha inviato mail a grafici in diverse parti del mondo. "Mi hanno i risposto tutti - racconta - e mi hanno dato consigli, hanno corretto sfumature e persino punti. Tutti hanno concordato sul fatto che dovesse essere un logo dinamico".