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ITALIA

Centinaia alla fiaccolata a Macerata: 'Stop alla violenza'

Pamela, la mamma: una morte che poteva essere evitata

In ricordo della giovane romana morta a Macerata, striscioni per chiedere di fermare le violenze nel luogo che è stato successivamente teatro di una strage verso gli stranieri

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"È disumano quello che hanno fatto a mia figlia, una violenza assurda. Quella di Pamela era una morte che poteva essere evitata". Lo ha detto Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, che ieri ha partecipato con il padre della 18enne Stefano Mastropietro e lo zio della ragazza Marco Valerio ad una fiaccolata a Macerata. Circa 200 persone hanno sfilato sotto la pioggia, portando striscioni: 'Luci per Pamela' e '#stop alla violenza'. Alessandra Verni ha annunciato l'intenzione di creare un'unica associazione no profit a livello nazionale insieme all'associazione 'L'esistenza ora' che ha organizzato la fiaccolata. "Ne ho già parlato con il sindaco di Roma Virginia Raggi", ha detto. L'associazione dovrebbe occuparsi di ragazzi in difficoltà, con il supporto di psicologi e di volontari. I familiari di Pamela Mastropietro vogliono poi che siano accertate le responsabilità della morte della ragazza, ed hanno preso nettamente le distanze da Luca Traini e dal suo raid xenofobo a colpi di pistola contro i migranti di colore.

Il punto sulle indagini
È sempre più complessa e oscura la vicenda di Pamela Mastropietro, la 18enne trovata morta, il cadavere fatto a pezzi e rinchiuso in due trolley abbandonati nelle campagne del Maceratese, dopo che si era allontanata da una comunità di recupero.

Oseghale in carcere, non per omicidio
Per il pusher nigeriano Innocent Oseghale, indagato per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, il gip Giovanni Maria Manzoni, ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, ma ammettendo solo le due ultime fattispecie di reato. Non ha ritenuto invece che ci fossero elementi sufficienti per riconoscere l'addebito di omicidio, per il quale il 29enne nigeriano resta comunque indagato dalla Procura di Macerata.
 
Si attendono i risultati degli esami tossicologici
Le condizioni della salma non hanno permesso sinora di accertare le cause del decesso, che potrebbe essere stato causato da un'overdose. Per sapere come è morta Pamela si dovrà attendere l'esito degli esami tossicologici del perito Rino Froldi. Per la Procura però ci sono vari elementi a disposizione: alcuni segni sul corpo, il ritrovamento dei vestiti insanguinati della ragazza a casa di Oseghale, dove sono stati sequestrati anche coltelli e una piccola mannaia.
 
Nell'inchiesta è entrato intanto un secondo indagato: un pusher nigeriano che avrebbe ceduto a Pamela, allontanatasi dalla Comunità di recupero Pars di Corridonia il 29 gennaio, una dose di eroina nei giardini Diaz di Macerata, luogo di ritrovo di spacciatori, il 30 gennaio, ultimo giorno in cui la ragazza è stata vista in vita.
 
Alla droga Oseghale attribuisce la morte di Pamela mentre erano nell'appartamento di lui in via Spalato 124: "lei ha avuto una crisi da overdose e io sono scappato". Il nigeriano ha sempre negato tutte le accuse, compreso lo smembramento del corpo. Ad inchiodarlo però c'è anche la testimonianza di un camerunense che lo ha accompagnato in auto fino a Pollenza dove ha lasciato i due trolley.
 
Il passaggio in auto da parte di un 45enne della zona
I carabinieri hanno ricostruito, tassello dopo tassello, anche il percorso fatto dalla 18enne da Corridonia a Macerata: un 45enne della zona, individuato sulla base dei filmati girati dalle telecamere di sistemi di sicurezza e sentito dagli investigatori, le ha dato un passaggio subito dopo che Pamela si era allontanata dalla comunità Pars, tirandosi dietro un grosso trolley, nel quale è stato poi trovato parte del cadavere. Si è intrattenuto con lei nel garage di casa sua, dandole dei soldi, prima di lasciarla alla stazione ferroviaria di Piediripa. Da lì la ragazza ha raggiunto la stazione di Macerata, dove ha trascorso la notte. Poi la puntata ai giardini Diaz, l'acquisto dell'eroina, già  in compagnia di Oseghale e una tappa in farmacia per comperare una siringa e infine l'appartamento di via Spalato.
 
Dopo il blitz razzista di Macerata
Macerata è stata inoltre teatro della sparatoria contro gli stranieri ad opera di Luca Traini, per il quale ieri il Gip ha  disposto la custodia cautelare in carcere con l'accusa di strage aggravata da odio razziale. Traini ha sparato e ferito 6 migranti africani.

Delrio: fascismo ritorna, la politica non può più tacere 
"Il fascismo non è un fatto storico. È stata una tragedia, una vergogna. È stato dolore e massacri anche lì dove c'è stata la colonizzazione. È stato il disastro della guerra", e "può tornare, non è un'ideologia definitivamente sconfitta. Chi giustifica episodi come quello di Macerata spalanca le porte al ritorno del fascismo. Ma quell'idea non porta né prosperità né  ricchezza".  Il ministro Graziano Delrio, intervistato da la Repubblica, si mostra allarmato per il riaffacciarsi di metodi fascisti: "Siamo alle soglie di una stagione neofascista come toni, atteggiamenti e parole in libertà" e "non basta - dice - il papa per denunciare le discriminazioni e l'odio. Serve anche la voce della politica, possibilmente di tutti i partiti". Secondo il ministro, il Pd ha tenuto un atteggiamento corretto: "ha condannato fortemente quell'atto, frutto delle idee che sono state seminate con grande irresponsabilità nel corso degli ultimi anni. Invasioni epocali, perdita d'identità, accuse alle politiche dell'immigrazione. Pensieri sbagliati a cui seguono atti gravissimi. Chi semina il linguaggio dell'odio e della divisione raccoglie gli spari di Macerata". "Se vogliamo affrontare seriamente il tema delle responsabilità - aggiunge - dovremmo discutere della legge bossi-fini, del trattato di dublino, degli effetti della guerra in Libia. Pensare che il fenomeno dell'immigrazione sia stato provocato dalla sinistra è una follia. L'immigrazione è causata dalla fame e dalle guerre. Promettere di cacciare 600 mila immigrati in un batter d'occhio non serve a niente. L'organizzazione dei rimpatri si fa giorno per giorno, mese per mese". L'Anpi ha indetto una manifestazione sabato a Macerata, "è un'iniziativa giusta, direi sacrosanta. Se riesco andrò anch'io", conclude.
 
Orlando in visita in ospedale a feriti da Traini
Prevista stamane la visita del ministro della giustizia Andrea Orlando in ospedale alle sei persone ferite da Luca Traini a Macerata. Nei prossimi giorni è previsto invece a Roma un incontro con i familiari di Pamela Mastropietro.

Radicali: Permesso di soggiorno ai feriti
Dai Radicali arriva la proposta al Viminale di rilasciare ai feriti del raid di sabato il permesso umanitario. "La migliore risposta - dice l segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi, capolista a Roma di +Europa con Emma Bonino - del nostro Stato a quanto successo a Macerata sabato scorso è riconoscere alle vittime della tentata strage una forma di protezione, rilasciando a quanti tra loro sono richiedenti un permesso di soggiorno per motivi umanitari, come previsto nel nostro ordinamento nel caso di situazioni gravi meritevoli di tutela".

Ma il sindaco chiede di fermare le manifestazioni
"È il tempo della Comunità, della nostra Comunità. Si fermino tutte le manifestazioni". È l'appello lanciato oggi dal sindaco di Macerata Romano Carancini, dopo che il giovane Luca Traini, ora in carcere con l'accusa di strage aggravata dall'odio razziale, ha sparato a un gruppo di immigrati. "Chiedo a tutti di farsi carico del dolore, delle ferite e dello smarrimento della mia città. Si fermino tutte le manifestazioni, si azzeri il rischio di ritrovarsi dentro divisioni o possibili violenze, che non vogliamo, non vogliamo". "So bene che c'è il 'sentire' di molti di voler esprimere tanti buoni sentimenti generati dalle brutte cose accadute la scorsa settimana", aggiunge il primo cittadino. "Ma oggi io ho a cuore la mia Città, la forte volontà di proteggerla verso la nostra normalità, il nostro quotidiano incedere tra bellezze e problemi. È per questo che mi appello alle donne e agli uomini, in particolare ai giovani, di buona volontà per sospendere spontaneamente ogni pur legittimo desiderio di far sentire la propria voce, in questi giorni difficili e fragili. Io sento forti le responsabilità per la città, per la comunità di cui sono parte e credo che ci sia un tempo per il silenzio e un tempo per manifestare, tutti insieme, a favore della vita, per la nostra Costituzione, per i diritti alla legalità. Questo è il tempo della riflessione e dell'impegno a riprendersi e ritrovarsi, tra noi, verso quello che siamo".