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Coronavirus

La pandemia affonda il Pil Usa: incubo recessione. Fed:pronti a tutto

Oltre 2500 decessi in 24 ore: il numero totale delle vittime arriva a oltre 60mila. Trump spinge per l'autorizzazione di emergenza dell'antivirale Remdesivir 

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Gli Stati Uniti hanno registrato nelle ultime 24 ore più di 2.500 decessi aggiuntivi legati al nuovo coronavirus, secondo il conteggio pubblicato alle 20:30 ora locale (2:30 in Italia) dall'Università John Hopkins. Dopo due giorni di rallentamento, questo nuovo balzo (esattamente +2.502 ) porta il bilancio americano a 60.853 morti in totale dall'inizio della pandemia. Di gran lunga il paese più colpito, gli Stati Uniti, che hanno superato ieri la soglia di un milione di casi diagnosticati di Covid-19, rappresentano da soli quasi un terzo dei casi registrati in tutto il mondo. Il coronavirus "sta per andarsene", ha assicurato ieri il presidente Donald Trump dalla Casa Bianca. "Andrà via, sarà sradicato", ha sostenuto, senza specificare come. Il Wall Street Journal afferma che il governo degli Stati Uniti ha appena ordinato ulteriori 100.000 sacchi per salme.
 
E la pandemia affonda l'economia americana mettendo fine al periodo di crescita più lungo della sua storia. Il Pil Usa nel primo trimestre è crollato del 4,8% ,in quella che è la prima contrazione dal 2014 e la maggiore dalla Grande Recessione del 2008-2009. E il peggio deve ancora arrivare: da aprile a giugno infatti l'economia americana è attesa contarsi fino al 40%, un calo mai visto dai tempi della Grande Depressione. Il trimestre peggiore da dieci anni è dunque solo un assaggio di quello che, dal punto di vista economico, sarà il "trimestre peggiore della vita".    
 
Il dato dei primi tre mesi dell'anno cattura infatti solo in parte gli effetti del virus sull'economia: le chiusure negli Stati Uniti sono scattate solo negli ultimi dieci giorni di marzo. Nonostante questo, l'effetto è stato devastante: i consumi motore dell'economia sono crollati del 7,6%, il calo maggiore dal 1980. I ristoranti, le vendite al dettaglio e i trasporti sono stati i settori più colpiti, insieme alla sanità. L'emergenza coronavirus ha infatti costretto gli ospedali a sospendere le operazioni chirurgiche più redditizie e costose per concentrate gli sforzi nella lotta all'epidemia. Secondo alcune stime, il calo delle spese sanitarie ha rappresentato il 40% del totale crollo dei consumi.   E' in questo quadro che la Fed lascia i tassi fermi in una forchetta fra lo 0 e lo 0,25% e assicura che resteranno a zero fino a quando l'economia non avrà dimostrato di poter superare il virus e di poter ripartire. Ribadendo che la Fed userà tutti gli strumenti a sua disposizione per aiutare l'economia e sostenere una ripresa forte, Jerome Powell mette in guardia sui rischi che il coronavirus comporta nel medio termine: i dati del secondo trimestre saranno "i peggiori che abbiamo mai visto" ,con un calo del pil "senza precedenti", dice nel corso della sua prima conferenza stampa virtuale. Con questo in mente il presidente della Fed non esclude che l'economia abbia bisogno di ulteriori aiuti da parte della banca centrale e del Congresso. Proprio alla politica invia un messaggio chiaro: "questo non è il momenti di preoccuparsi per le spese, non è il momento di preoccuparsi per il debito pubblico che non deve diventare un ostacolo alla nostra battaglia al coronavirus".   Preoccupata dalla fotografia scattata dal Dipartimento del Commercio, la Casa Bianca ha cercato di smorzare gli allarmismi. "L'economia sperimenterà un forte scatto nella seconda metà dell'anno, dopo una significativa caduta" nel secondo trimestre, ha assicurato Larry Kudlow, consigliere economico di Donald Trump. Il nodo da sciogliere è proprio cosa accadrà dopo un secondo trimestre nero. Nelle ultime settimane la speranza diu na ripresa a 'V' si è affievolita, con diversi analisti che hanno iniziato ad ipotizzare che ci vorranno anni e altri miliardi di dollari di aiuti per riparare i danni creati dal virus. Risorse che Donald Trump non intende far mancare, anche nell'ottica di favorire le sue chance di rielezione alla CasaBianca.
Il crollo del Pil però non sembra per ora spaventare i mercati. Il petrolio vola e chiude a New York in rialzo del 22%a 15,06 dollari al barile, spinto dall'auspicata imminente riapertura degli Stati Uniti. In volata anche Wall Street, che chiude positiva. Il Dow Jones sale del 2,19%. Il Nasdaq avanza del 3,57% mentre lo S&P 500 il 2,66%. Il balzo deciso dei listini americani è legato ai risultati positivi dei test sul farmaco antivirale di Gilead Sciences. Un farmaco che, è la speranza, consentirà di curare i pazienti e scongiurare il rischio di nuovi lockdown con l'attesa seconda ondata del virus. "Il remdesivir - ha spiegato il virologo Anthony Fauci -garantisce un significativo effetto positivo nel ridurre i tempi di ripresa e mostra che un farmaco può bloccare questo virus".
 
Proprio per questo Trump ha auspicato che la Food and Drugs Administration (Fda) proceda "il piu' velocemente possibile" con l'autorizzare in emergenza dell'uso dell'antivirale sperimentale remdesivir - prodotto dall'americana Gilead Sciences - per trattare i malati di Covid-19. "Mi piacerebbe vedere approvazioni molto rapidamente, specialmente con le cose che funzionano", ha detto durante una tavola rotonda alla Casa Bianca con rappresentanti del mondo del business.     Commentando l'annuncio dato dal virologo della task force della Casa Bianca contro il coronavirus, Anthony Fauci, sui risultati promettenti del remdesivir, Trump lo ha definito "una cosa grossa" e un "mattone" nella lotta al virus. "Voglio vederli andare piu' veloce che possono", ha poi rimarcato riferendosi alla Fda e sottolineando di volere che "tutto sia sicuro".