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MONDO

A sorpresa messaggio in diretta alla conferenza "Ted Talk"

Papa: coniugare equità e sviluppo, così la pace è possibile

"Solo l'educazione alla fraternità, a una solidarietà concreta, può superare la 'cultura dello scarto', che non riguarda solo il cibo e i beni, ma prima di tutto le persone che vengono emarginate da sistemi tecno-economici dove al centro, senza accorgerci, spesso non c'è più l'uomo, ma i prodotti dell'uomo"

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Papa Francesco sogna un futuro di pace nel quale "lo sviluppo tecnologico passa coniugarsi con una maggiore equità sociale". Lo ha affermato lui stesso intervenendo a sorpresa con un messaggio in diretta alla conferenza "Ted Talk" di Vancouver. "Sono contento - ha detto -  qualunque ora sia lì, di partecipare al vostro incontro. Mi è piaciuto molto il titolo 'The future you' perché, mentre guarda al domani, invita già da oggi al dialogo: guardando al futuro, invita a rivolgersi a un 'tu': il futuro è fatto di te, è fatto cioè di incontri, perchè la vita scorre attraverso le relazioni".

"Parecchi anni di vita - ha confidato Bergoglio - mi hanno fatto maturare sempre più la convinzione che l'esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro". E, ha aggiunto, "incontrando o ascoltando ammalati che soffrono, migranti che affrontano tremende difficoltà in cerca di un futuro migliore, carcerati che portano l'inferno nel proprio cuore, persone, specialmente giovani, che non hanno lavoro, mi accompagna spesso una domanda: 'Perché loro e non io?'. 

"Come sarebbe bello - ha continuato il Papa - se, mentre scopriamo nuovi pianeti lontani, riscoprissimo i bisogni del fratello e della sorella che mi orbitano attorno! Come sarebbe bello che la fraternità, questa parola così bella e a volte scomoda, non si riducesse solo a assistenza sociale, ma diventasse atteggiamento di fondo nelle scelte a livello politico, economico, scientifico, nei rapporti tra le persone, tra i popoli e i Paesi. Solo l'educazione alla fraternità, a una solidarietà concreta, può superare la "cultura dello scarto", che non riguarda solo il cibo e i beni, ma prima di tutto le persone che vengono emarginate da sistemi tecno-economici dove al centro, senza accorgerci, spesso non c'è più l'uomo, ma i prodotti dell'uomo".

La solidarietà, ha rilevato, "non è un meccanismo automatico, non si può programmare o comandare: è una risposta libera che nasce dal cuore di ciascuno". "Se uno comprende che la sua vita, anche in mezzo a tante contraddizioni, è un dono - ha soggiunto - che l'amore è la sorgente e il senso della vita, come può trattenere il desiderio di fare del bene agli altri?". Secondo il Papa, "la creatività dell'amore che non si accontenta di buoni propositi. Mettere le persone e non le cose al centro dell'economia C'e' sempre bisogno di un altro, di un "tu", "un fratello di cui prendersi cura".

Nel suo intervento, poi, Francesco ha rammentato la Parabola del Buon Samaritano: "La storia del Buon Samaritano è la storia dell'umanità di oggi. Sul cammino dei popoli ci sono ferite provocate dal fatto che al centro c'è il denaro, ci sono le cose, non le persone. E c'è l'abitudine spesso di chi si ritiene 'per bene', di non curarsi degli altri, lasciando tanti esseri umani, interi popoli, indietro, a terra per la strada. C'è però anche chi dà vita a un mondo nuovo,  prendendosi cura degli altri, anche a proprie spese. Infatti - diceva Madre Teresa di Calcutta - non si può amare se non a proprie spese".

"Grazie a Dio - ne è convinto Francesco - nessun sistema pu annullare l'apertura al bene, la compassione, la capacità di reagire al male che nascono dal cuore dell'uomo". Ed ha sottolineato che "nella notte dei conflitti che stiamo attraversando, ognuno di noi può essere una candela accesa che ricorda che la luce prevale sulle tenebre, non il contrario". Il Papa ha così evidenziato il valore della speranza, "la virtù di un cuore che non si chiude nel buio, non si ferma al passato, non vivacchia nel presente, ma sa vedere il domani".