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MONDO

Udienza generale

Papa Francesco: "Chi toglie il lavoro fa un peccato gravissimo"

 "Un pensiero speciale" al gruppo di lavoratori di Sky Italia presenti in piazza San Pietro, auspicando "che la loro situazione lavorativa possa trovare una rapida soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie"

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Chi toglie il lavoro all'uomo "fa un peccato gravissimo". Non usa mezzi termini papa Francesco, nel corso dell'udienza generale in piazza San Pietro, nel denunciare l'atteggiamento di chi "per manovre economiche" o in nome di "negoziati" poco chiari toglie lavoro e dignità alle persone.      

"Fare di tutto - esorta il Pontefice a fine udienza parlando a braccio - perchè ogni uomo e ogni donna possa lavorare e così guardare in faccia gli altri con dignità".

Quindi la denuncia: "Chi per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprendimenti lavorativi e toglie il lavoro agli uomini, fa un peccato gravissimo".

Appello per i dipendenti di Sky
Il Papa ha dedicato, a conclusione dell'udienza generale, "un pensiero speciale" al gruppo di lavoratori di Sky Italia presenti in piazza San Pietrio, auspicando "che la loro situazione lavorativa possa trovare una rapida soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie".

No alla carità ipocrita per mettersi in mostra
No ad atteggiamenti ipocriti dettati dalla smania di apparire o dalla voglia di mettersi in mostra. Lo ammonisce Papa Francesco nel corso dell'udienza generale in piazza San Pietro davanti a fedeli e pellegrini arrivati da tutto il mondo. Il Pontefice, riprendendo il ciclo di catechesi sul tema della speranza cristiana, incentra la sua meditazione sul tema: 'Lieti nella speranza' e ammonisce: "C'è il rischio che la nostra carità sia ipocrita, che il nostro amore sia ipocrita. Ci dobbiamo chiedere allora: quando avviene questa ipocrisia? E come possiamo essere sicuri che il nostro amore sia sincero, che la nostra carità sia autentica? Non facciamo finta di fare carità o che il nostro amore sia una telenovela".      

"L'ipocrisia - mette in guardia Bergoglio - può insinuarsi ovunque, anche nel nostro modo di amare. Questo si verifica quando il nostro è un amore interessato, mosso da interessi personali; quanti amori interessati ci sono! Quando i servizi caritativi in cui sembra che ci prodighiamo sono compiuti per mettere in mostra noi stessi o per sentirci appagati; o ancora quando miriamo a cose che abbiano 'visibilità' per fare sfoggio della nostra intelligenza o delle nostre capacità. Dietro a tutto questo c'è un'idea falsa, ingannevole, vale a dire che, se amiamo, è perché noi siamo buoni; come se la carità fosse una creazione dell'uomo, un prodotto del nostro cuore. La carità, invece, è anzitutto una grazia, è un regalo: potere amare è un dono di Dio e dobbiamo chiederlo, lui lo dà volentieri se noi lo chiediamo".