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MONDO

L'omelia

Papa Francesco: "Se la società costringe i poveri a 'mafiarsi' va in miseria"

Durante la celebrazione dei Vespri e il Te Deum il Pontefice ha fatto riferimento all'inchiesta mafia capitale: "Le gravi vicende di corruzione emerse di recente richiedono una seria e consapevole conversione" ha detto. Durante l'omelia cita inoltre Benigni senza nominarlo

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Papa Francesco (Ansa)
Città del Vaticano
"Le gravi vicende di corruzione emerse di recente richiedono una seria e consapevole conversione, un rinnovato impegno per costruire una città più giusta e solidale". Così Papa Francesco nell'omelia, durante la celebrazione dei vespri e il Te Deum.

"È necessario un grande e quotidiano atteggiamento di libertà cristiana per avere il coraggio di proclamare, nella nostra Città, che occorre difendere i poveri, e non difendersi dai poveri, che occorre servire i deboli e non servirsi dei deboli!", ha continuato il Papa che ha incentrato l'omelia sulla differenza tra la libertà e la schiavitù.

"Se la società costringe poveri a 'mafiarsi' va in miseria"
Parlando ancora della situazione di Roma, Bergoglio ha lanciato un appello: non costringere i poveri a "mafiarsi". "Quando in una città i poveri e i deboli sono curati, soccorsi e aiutati a promuoversi nella società, essi si rivelano il tesoro della Chiesa e un tesoro nella società. Invece, quando una società ignora i poveri, li perseguita, li criminalizza, li costringe a 'mafiarsi', quella società si impoverisce fino alla miseria, perde la libertà e preferisce l'aglio e le cipolle della schiavitù".

L'anno che si chiude
Con il Te Deum si conclude l'anno "con un esame di coscienza attraverso il quale ripercorriamo quello che è accaduto; ringraziamo il Signore per ogni bene che abbiamo ricevuto e che abbiamo potuto compiere e, in pari tempo, ripensiamo alle nostre mancanze e ai nostri peccati". 

Bergoglio ha detto che l'atteggiamento del ringraziare "ci dispone all'umiltà, a riconoscere e accogliere i doni del Signore. Contemporaneamente - ha continuato - il dono stesso per cui ringraziamo è anche motivo di esame di coscienza, di revisione della vita personale e comunitaria, del domandarci: com'è il nostro modo di vivere? Viviamo da figli o da schiavi? Viviamo da persone battezzate in Cristo, unte dallo Spirito, riscattate, libere? Oppure viviamo secondo la logica mondana, corrotta, facendo quello che il diavolo ci fa credere sia il nostro interesse? Esiste sempre nel nostro cammino esistenziale una tendenza a resistere alla liberazione; abbiamo paura della libertà e, paradossalmente, preferiamo più o meno inconsapevolmente la schiavitù". 

Il Papa cita Benigni
Papa Francesco ha citato Roberto Benigni, senza nominarlo, durante il Te Deum. "Diceva qualche giorno fa un grande artista italiano che per il Signore fu più facile togliere gli israeliti dall'Egitto che l'Egitto dal cuore degli israeliti". Il riferimento è alla trasmissione di Roberto Benigni sui Dieci Comandamenti, quando in un passaggio ha ricordato la liberazione degli israeliti dalla schiavitù dell'Egitto.

"Erano stati, 'si", liberati 'materialmente' dalla schiavitù, ma durante la marcia nel deserto con le varie difficoltà e con la fame cominciarono allora a provare nostalgia per l'Egitto quando 'mangiavano...cipolle e aglio' - ha affermato Francesco -; si dimenticavano però che ne mangiavano al tavolo della schiavitù". Per il Pontefice "nel nostro cuore si annida la nostalgia della schiavitù, perché apparentemente più rassicurante, più della libertà, che è molto più rischiosa. Come ci piace essere ingabbiati da tanti fuochi d'artificio, apparentemente belli ma che in realtà durano solo pochi istanti! Questo è il regno del momento!".

La visita al presepe e il saluto ai fedeli
Al termine della celebrazione, Papa Francesco è sceso in piazza per vedere il presepe, si sta è fermato a salutare i fedeli e a fare gli auguri di persona.  

Il tweet di fine 2014
Per salutare il 2014 che si chiude Papa Francesco ha pubblicato un tweet: "Signore, Grazie!" ha scritto sull'account Pontifex. ll 2014 è stato per Bergoglio un anno intenso, caratterizzato da 5 viaggi internazionali, dal Sinodo sulla famiglia, dall'impegno per la riforma della Curia.