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Coronavirus

La lettera scritta a mano dal pontefice

Papa: "Rischio genocidio virale"

Bergoglio scrive a Roberto Andrés Gallardo, suo consigliere, e si rivolge ai governi: attenzione alle persone e agli ultimi altrimenti c'è il rischio di 'genocidio virale'

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di Antonella Alba
La pandemia da Coronavirus pone interrogativi importanti ai quali i governi e i potenti di tutto il mondo cercano di dare sollecite risposte. In una lettera scritta a mano da Bergoglio a Roberto Andrés Gallardo, presidente del Comitato Panamericano dei giudici per i diritti sociali, suo confidente e amico da molti anni e di cui da notizia il portale vatican news, Papa Francesco torna ancora una volta a parlare dei più deboli, degli emarginati in questi tempi difficili a causa della pandemia da coronavirus.

Papa 'delle periferie', Bergoglio conosce bene l'animo umano e la povertà e pone l'accento ancora una volta sulle persone che in queste ore a causa delle restrizioni stanno soffrendo la fame, “persone senza un lavoro fisso”, uomini che fanno uso della “violenza”, nella sempre più probabile quanto temuta “comparsa degli usurai” per chi non riuscirà a far fronte ai propri debiti, “criminali disumani che sono la vera piaga del futuro sociale”, ha scritto Francesco. La presenza distruttiva del coronavirus non ha creato solo una pandemia pericolosa per l'intera umanità, ma, afferma il Pontefice, potrebbe condurci a un rischio “genocidio virale”. Parole forti che non appartengono alla cassa mediatica televisiva, ma emergono da una lettera scritta a mano dal pontefice e che ancora una volta diventano per tutti, anche per i laici, punti importanti su cui riflettere.

“I governi che affrontano la crisi in questo modo mostrano la priorità delle loro decisioni: le persone prima di tutto. Sarebbe triste se scegliessero il contrario, che porterebbe alla morte di molte persone, una specie di genocidio virale.”

Papa Francesco si sofferma poi sulle “tante persone, medici, infermieri, volontari, religiosi, religiosi, sacerdoti, che rischiano la vita per guarire e difendere le persone sane dal contagio”, non nascondendo la sua preoccupazione per l'evolversi della pandemia nel mondo, anche su coloro che invece dovrebbero curarla.

Commenta le decisioni prese da alcuni governi che "hanno intrapreso un'azione esemplare con priorità ben definite per difendere la popolazione” e riconosce che pur trattandosi di misure che "disturbano coloro che sono costretti a rispettarle”, sono indispensabili “per il bene comune”. Rivolgendosi a quei “governi che affrontano la crisi in questo modo mostrano – scrive il Papa – la priorità delle loro decisioni: le persone prima di tutto. E questo è - particolarmente importante - perché tutti sappiamo che difendere il popolo vuol dire evitare un disastro economico”. 

Nonostante ciò, il “futuro economico” è importante, sottolinea nella sua lettera Francesco, la stessa "preparazione per il dopo è importante” e cita la visione dell'economista Mariana Mazzucato, docente all'University College di Londra, contenuta nel suo saggio pubblicato nel 2018: "Il valore di tutto - chi lo produce e chi lo sottrae nell'economia globale", testo che pone al centro una via alternativa alla logica del valore e del profitto per la creazione di valore. “Credo – chiosa Francesco – che aiuti a pensare al futuro”.