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POLITICA

Partito democratico

Orlando: "Corro per vincere. Ma non farei il segretario premier"

Il ministro su D'Alema e Bersani non si pronuncia e gela Angelino Alfano: "L'alleanza era legata a situazioni contingenti, è difficile allearsi con una forza che si chiama Nuovo Centrodestra"

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Andrea Orlando corre per vincere, ma non farebbe contemporaneamente il segretario del Pd e il premier.  "Nel momento in cui, dopo dicembre, il sistema maggioritario è venuto meno, è sempre più difficile che il segretario del partito di maggioranza relativa sia anche il premier", dice il ministro candidato alla segreteria Dem. "Per i limiti che mi riconosco, non sarei in grado di fare le due cose contemporaneamente e penso sia giusto pensare ad altre figure in grado di guidare il governo ma anche tenere insieme la coalizione".

Dare tempo ai militanti Pd
"Penso che dobbiamo dare il tempo ai nostri militanti non soltanto di ascoltare noi, ma anche di poter dire qualcosa. Questo è il punto di partenza". Così il ministro della Giustizia a margine dell'inaugurazione del 'Circolo Musica e cultura 100 passi', a Palermo, commentando un'intervista rilasciata da Pierluigi Bersani che, riferendosi al segretario dimissionario del Pd Matteo Renzi, avrebbe detto che "proverà a forzare la situazione per fare le primarie ad aprile e poi il congresso a giugno, anche per anticipare le elezioni".

"Della politica di Palazzo in questo momento - prosegue Orlando - non mi interessa, mi interessa ascoltare le persone perchè credo che abbiamo detto molte cose in questi anni, alcune giuste, alcune sbagliate, ma ci siamo un po' dimenticati di stare a sentire la gente", ha concluso. Su D'Alema e Bersani poi, Orlando non si pronuncia e gela Angelino Alfano: "l'alleanza era legata a situazioni contingenti, è difficile allearsi con una forza che si chiama Nuovo Centrodestra". 

Emiliano critica Orlando
Lo sfidante pugliese intanto si scaglia contro Orlando e commenta: "Ha un solo difetto: ha fatto parte del governo Renzi" e "quindi, come sfidante di Renzi, devo capire a quale obiettivo sta mirando". Michele Emiliano non risparmia le critiche a Matteo Renzi, ancora impegnato nel suo viaggio in Usa, "non ho fiducia in lui" e sull'accelerata del partito sulla questione del congresso non ha dubbi: "Tenteranno di non fare il referendum. Perciò hanno questa fretta. Perciò vogliono andare a elezioni".

Sulle candidature di Orlando e Emiliano, quali alternative all'ex premier, interviene oggi dalle pagine de "La Stampa" l'esponente Pd Francesco Boccia: la prima spiega "arricchisce e rafforza il Pd. Un ottimo ministro, da tempo insofferente verso lo stile di conduzione politica di Renzi. Quanto ai numeri, non credo si ostacolino, sono due candidati diversi. Michele" Emiliano "raccoglie pezzi di società civile allontanatisi dal Pd, movimenti, giovani e il mondo dell'associazionismo. Orlando può fermare l'emorragia in corso di gruppi dirigenti che non credono più in Renzi".