Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/pd-orlando-serve-cambiamento-o-si-sfascia-partito-3e956111-e656-4db6-a590-6a01002457fb.html | rainews/live/ | true
POLITICA

'Partecipazione a circoli calata'

Pd, Orlando: serve cambiamento o si sfascia il partito

Dopo la scissione seguita al referendum perso il 4 dicembre, il Pd deve ritrovare la sua funzione di partito che "rimette al centro l'uguaglianza" - sottolinea il ministro della Giustizia - perché "se smarrisce questa sua funzione rischia nell'immediato di perdere le elezioni"

Condividi
"La mia candidatura è stata messa in campo prima della scissione, e non è stata raccolta, non si poteva più esitare, si rischiava di sfasciare il Pd e perdere le elezioni". Lo ha detto il ministro della Giustizia e candidato alla segreteria del Pd, Andrea Orlando, ospite di "In mezz'ora" su Raitre. "Il risultato del referendum è stato rimosso - ha aggiunto Orlando -. L'operazione MdP è stata sbagliata, sarà sempre un partito confinato in una posizione di minoranza, il Pd è nato con una vocazione maggioritaria". "Io mi sono battuto contro la scissione - ha proseguito - ma la difficoltà nel Pd di fare del partito un luogo di dialogo e confronto, è cresciuta negli ultimi anni. Noi dobbiamo costruire un vero partito riformista, non un partito della Nazione".



Per quanto riguarda i circoli, Orlando rileva: "La partecipazione al voto è calata perché sono calati gli iscritti, mi auguro che il 30 aprile ci sia un'inversione di tendenza e che vadano in tanti a votare, che si vada oltre i due milioni. Se si andasse sotto questa soglia andrebbe malissimo". E ricorda: "Per ora, Renzi è sul 60%, io intorno al 30%, Emiliano intorno al 6%. Mi auguro si possa invertire la tendenza". Sui tesseramenti invece spiega come ci sia stato un aumento in alcuni circoli: "Non credo che si tratti di improvviso entusiasmo, però non sono tipo da carte da bollo". 

Orlando inoltre invita il suo partito ad ascoltare la gente, a dare maggiore attenzione alle periferie, dove c'è maggiore disagio, cosa che non fa più, aggiunge. E ricorda che "in Italia il 25% della ricchezza è nella mani dell'1%. La gente è disperata. Non se ne parla mai. Diamo risposte".



Il ministro della Giustizia infine - facendo riferimento alla sua discesa in campo - ha detto: "Serve una svolta. Ci siamo chiusi in un fortino e siamo rimasti prigionieri. Siamo isolati". La critica velata nei confronti di Matteo Renzi che definisce una "risorsa" per il centrosinistra. Un centrosinistra che "non c'è", e che l'ex premier deve contribuire a ricostruire.