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ITALIA

i presunti reati: truffa aggravata, ostacolo alla vigilanza e riciclaggio

Perquisizioni negli uffici Ubi Banca, indagati anche Bazoli e Pesenti

Perquisiti gli uffici dei manager del quinto gruppo bancario italiano. Controlli anche a Ubi Leasing per truffa e riciclaggio. Il titolo Ubi Banca è stato sospeso dalle contrattazioni per perdite eccessive

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Giovanni Bazoli - presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo - è indagato dalla procura di Bergamo, assieme ad un’altra decina di persone, nell’ambito di un’indagine che riguarda i vertici di Ubi Banca, il quinto gruppo bancario italiano. Bazoli è indagato per ostacolo alle funzioni di vigilanza come presidente di un gruppo di azionisti di Ubi Banca, denominato Associazione Banca Lombarda e Piemontese.

Nello stesso filone di inchiesta è indagato anche il numero uno di Italcementi, Giampiero Pesenti, per i presunti reati di truffa e riciclaggio.

I reati contestati: ostacolo alla vigilanza, truffa e riciclaggio
Il reato di ostacolo all'attività di vigilanza si riferisce a presunte, gravi anomalie nella scelta dei vertici di Ubi-Banca. Secondo l'accusa, due gruppi di azionisti di Ubi Banca - l'Associazione Amici di Ubi e l'Associazione Banca Lombarda e Piemontese (quest'ultima presieduta da Bazoli) - avrebbero messo in campo, senza che le autorità di vigilanza ne fossero a conoscenza, un sistema di regole tale da predeterminare i vertici di Ubi-Banca.
 
Quanto ai reati di truffa e riciclaggio contestati agli ex dirigenti di Ubi-Leasing - filone nel quale è chiamato in causa anche Giampiero Pesenti (presidente di Italcementi)  - la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella compravendita di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni e aeromobili. Questi beni - sempre secondo le ipotesi dell'accusa - venivano ceduti in leasing a persone fisiche e società. Di fronte alle prime difficoltà di pagamento delle rate concordate, i beni venivano sottratti a coloro che avevano sottoscritto il contratto di leasing e subito ceduti, a un prezzo di gran lunga inferiore al valore reale, a persone vicine a Ubi-Leasing

Le perquisizioni
Da questa mattina la Guardia di Finanza sta eseguendo perquisizioni agli uffici di dirigenti di Ubi Banca e Ubi Leasing spa, controllata di Ubi Banca. Le perquisizioni sono circa una ventina tra Bergamo e altre città.

Perquisiti gli uffici del presidente del comitato di gestione di Ubi-Banca Franco Polotti, del presidente del comitato di sorveglianza Andrea Moltrasio, del vicepresidente del Comitato di Sorveglianza della banca Mario Cera e dei consiglieri Victor Massiah e Italo Lucchini.

In Ubi-Leasing sono stati perquisiti la Direzione Credito Anomalo, gli uffici del Servizio Recupero e Vendita Beni e quelli di Giampiero Bertoli, ex amministratore delegato di Ubi-Leasing, Alessandro Maggi, ex direttore generale, e Guido Cominotti, ex responsabile del servizio Recupero e Vendita Beni di Ubi-Leasing.

Il titolo in Borsa
Il titolo Ubi Banca è stato da poco sospeso dalle contrattazioni per eccesso di ribasso. Dopo le indiscrezioni sulle ispezioni, il titolo Ubi banca aveva perso il 3,45%, scendendo sotto la soglia minima dei 6,23 euro di fine marzo e poi era sceso fino al -3,92%. Questa mattina il titolo aveva aperto al rialzo grazie alla presentazione dei conti trimestrali secondo cui Ubi Banca ha chiuso il primo trimestre del 2014 con un utile netto di 58,1 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 26,5 milioni dei primi tre mesi del 2013.

Gli esposti di Adusbef
"Le perquisizioni di questa mattina - ha fatto sapere la Procura di Bergamo in una nota - sono avvenute a seguito di esposti datati 2012 e di esposto datato luglio 2013 depositato da alcuni Consiglieri di Sorveglianza". 
 
L'esposto del 2012 fa riferimento alla denuncia depositata alle Procure della repubblica di Bergamo e Milano da Elio Lanutti, presidente dell’Associazione difesa utenti servizi bancari (Adusbef).

 L'Adusbef "aveva chiesto di accertare le condotte degli amministratori, coinvolti in operazioni di acquisto di beni sociali a prezzi di favore rispetto alle quotazioni di mercato, l'acquisizione di beni voluttuari, quali imbarcazioni di oltre 40
metri, aeromobili e beni immobili ceduti anche ai vertici del gruppo Ubi a prezzi notevolmente inferiori alle offerte pervenute nei competenti uffici della banca".

L'esposto-denuncia, spiega ancora Adusbef, "evidenziava la disastrosa situazione economico finanziaria delle società Ubi Factor ed Ubi Leasing, gravate da una enorme massa di crediti in sofferenza dovuti a centinaia di operazioni maldestre che destano forti dubbi sull'operato degli amministratori, posto che il Gruppo Ubi  è coinvolto nei principali dissesti degli ultimi anni: dal crack Burani a quello dell`Ospedale San Raffaele, per finire con centinaia di altri fallimenti che hanno visto spesso gli amministratori perseguiti e condannati dalla magistratura e dalle istituzioni di vigilanza, connessi ad ingentissime operazioni di factoring concesse nel comparto della sanità della Regione Lazio ed a molte altre operazioni ad alto rischio in itinere".
 
Adusbef aveva puntato il dito anche contro "l'ingente mole di compensi erogata ai 331 tra amministratori e sindaci che percepiscono complessivamente oltre 22 milioni, con la media più alta di tutto il sistema creditizio italiano in rapporto al numero dei dipendenti".

Ubi Leasing sorvegliata speciale
Ubi Leasing aveva già subito controlli da parte di Bankitalia che nel 2012, al termine di un’ispezione, le aveva comminato una sanzione da 360 mila euro. Bankitalia aveva contestato, oltre che il modo di lavorare poco trasparente di alcuni manager presenti e passati, anche la concessione di finanziamenti ad alcuni personaggi ‘discutibili’: un leasing per comprare una barca a favore di Massimo Crespi arrestato per evasione e frode fiscale e un finanziamento (poi ritirato per insolvenza) per comprare un aereo a Lele Mora