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CULTURA

Pirandello, e poi? Gli italiani che hanno ricevuto il Nobel per la letteratura

A vincere il nobel nel 1906 è Carducci, nel 1926 Deledda, nel 1934 Pirandello, nel 1959 Quasimodo, 1975 Montale e nel 1997 Fo

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(Wikipedia)
di Annalisa Fantilli
Giosuè Carducci: 1906
Anche se oggi i manuali scolastici tendono a trascurarlo un po’ e a considerarlo minore e anacronistico, ci fu un tempo in cui Giosuè Carducci veniva considerato un vate, ricevendo il Nobel alla letteratura nel 1906. Primo scrittore italiano a ottenere il prestigioso riconoscimento “non solo in considerazione del suo profondo sapere e per gli studi critici, ma soprattutto come un contributo all’energia creativa, freschezza di stile e forza lirica che caratterizzano i suoi lavori poetici”.

Grazia Deledda: 1926
Passano 20 anni ed è una donna a recarsi a Stoccolma, una sarda che fa della sua isola un mondo intero, sospeso tra natura selvaggia e modernità. Grazia Deledda, scrittrice della Barbagia, viene riconosciuta “potente, di alto ideale, capace di ritrarre in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale e che con profondità e calore tratta problemi di generale interesse umano”.

Luigi Pirandello: 1934
Quando Luigi Pirandello riceve il Nobel è forse il drammaturgo più in voga al mondo. Il siciliano, premiato “per il suo audace e ingegnoso modo di rifiorire l’arte teatrale e drammatica”, è colui che svela sul palco e sulla carta la contraddizione tra vita vera e artificiale, l’incapacità di afferrare la realtà, il dominio della finzione sull’autenticità.

Salvatore Quasimodo: 1959
Alla vigilia degli Anni ’60 un altro siciliano riceve il premio, per “la poesia lirica, che con il fuoco del classicismo esprime la tragica esperienza di vita dei nostri tempi”. È Salvatore Quasimodo: poeta puro, penna complessa e sensibile, erede parziale dell’ermetismo. Poeta, traduttore e amante dei classici, imperturbabile e sobrio come la misura dei suoi versi.

Eugenio Montale: 1975
Gli Anni Settanta avanzano. Il dramma dell’uomo, il fardello dell’esistenza, le disillusioni trovano espressione piena nella lirica di Eugenio Montale. Cagionevole, borghese, ma soprattutto ligure. Genova e Monterosso sono la geografia della sua poetica, una poetica premiata per “aver interpretato i valori umani sotto il segno di una visione della vita senza illusioni”.

Dario Fo: 1997
Attore e autore. Comico e satirico. Dario Fo è un "giullare" da Nobel, “erede della tradizione medievale, che dileggia il potere e restituisce dignità agli oppressi”. Il commediografo è il sesto italiano a ricevere l’ambita medaglia. A Stoccolma, durante la cerimonia, viene festeggiato: anche in Svezia, dove le sue opere vengono rappresentate, Fo è un personaggio.