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ITALIA

Rapinatore ucciso a Pisa, gioielliere: ci siamo difesi, avevano sparato verso mia moglie

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"Ci siamo difesi, perché loro hanno sparato per primi verso mia moglie e io ho reagito. I bossoli sono a terra". Sono le poche parole dette a testimoni e inquirenti da Daniele Ferretti, il gioielliere pisano che ieri ha reagito a un tentativo di rapina uccidendo uno dei due banditi, mentre l'altro, quello armato, è riuscito a fuggire. Da ieri sera il commerciante è chiuso nella sua casa di Ghezzano, piccolo centro alle porte di Pisa, dove vive insieme alla moglie e protetto dal fratello che oppone a tutti coloro che tentano di incontrarlo un cortese quanto fermo rifiuto.   

In città, intanto, e soprattutto nel quartiere in moltissimi già da ieri sera hanno espresso solidarietà nei confronti di Ferretti postando centinaia di messaggi sui social network o semplicemente transitando davanti al negozio che dalla scorsa notte è stato posto sotto sequestro.    

"Secondo quanto ci risulta allo stato sarebbero stati sparati otto colpi, due da parte dei banditi e sei dal gioielliere due dei quali andati a segno di cui uno mortale". Lo ha detto il procuratore di Pisa, Alessandro Crini, incontrando i giornalisti per fare il punto delle indagini sulla rapina sfociata nel sangue ieri sera nella quale il commerciante Daniele Ferretti ha ucciso un bandito.   

"Siamo ancora nella fase delle valutazioni per concludere la ricostruzione dei fatti - ha detto il pm - e al momento non vi sono indagati, perché stiamo ancora vagliando gli elementi". Al centro della questione c'è proprio la posizione del commerciante che potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati "per avere il massimo delle garanzie possibili", ha precisato Crini, con l'accusa di omicidio per poi procedere alla valutazione di un'eventuale legittima difesa che scagionerebbe l'indagato. Secondo quanto lo stesso Ferretti avrebbe riferito a testimoni e inquirenti ieri, la sua reazione sarebbe stata dettata dal tentativo di difendere la moglie minacciata dai banditi.