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MONDO

Tribunale di Cracovia

Polanski, ad aprile decisione sull'estradizione per la violenza sessuale della 13enne nel 1977

Nove ore di interrogatorio a porte chiuse, un solo commento all'uscita: "Sono stanco, sono cose che preferirei dimenticare". A quasi 40 anni dalla violenza sessuale ai danni di una bambina di 13 anni (e della sua fuga in Usa a metà della pena patteggiata), il regista è ancora alla sbarra in attesa della decisione sull'estradizione.

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Nel 1977 il regista premio Oscar Roman Polanski violentò una bambina di 13 anni nel corso di una festa in cui droghe e champagne erano i fili che determinavano le azioni degli invitati. Oggi, per oltre nove ore, ha ripercorso i momenti di quell'episodio in un'udienza a porte chiuse del Tribunale di Cracovia. E la Corte si è presa qualche settimana per deliberare sulla richiesta di estradizione degli Stati Uniti.

Polanski: "Ho dovuto tornare con la mente a cose che preferire dimenticare"
Dopo l'udienza Polanski si è detto provato perchè ha dovuto tornare con la mente, per oltre nove ore, a cose che preferirebbe dimenticare. Uno degli avvocati del regista, Jan Olszewski, ha spiegato che la difesa mira a dimostrare che la richiesta di estradizione sia ingiustificata per via del patteggiamento che il regista fece ai tempi della violenza sessuale. 

La richiesta di estradizione dopo la fuga in Usa
Polanski aveva confessato e si era dichiarato colpevole. Dopo aver patteggiato e trascorso in carcere 42 dei 90 giorni previsti dalla sentenza il regista decise di fuggire negli Stati Uniti perchè temeva che il patteggiamento non fosse ritenuto valido e quindi, dopo l'annullamento, di dover scontare una condanna pesante per violenza sessuale nei confronti di una minorenne. Nel 2009 venne arrestato a Zurigo su mandato statunitense e messo agli arresti domiciliari. Nel 2010 fu poi scarcerato dopo che le autorita svizzere decisero di non estradarlo.